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Kean infiamma Juve-Fiorentina: "A Torino ero nel buio, sono rinato in Viola". E torna a parlare di razzismo

L'attaccante viola ha raccontato la sua rinascita dopo il periodo complicato in bianconero: gli infortuni, il mancato passaggio all'Atletico e tante curiosità.

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Tanti gol, la Nazionale ritrovata e una forma che ricorda il suo periodo al Psg: Moise Kean sembra abbia ritrovato fiducia e gioia nell’essere decisivo. Il suo impatto alla Fiorentina è stato devastante ed è già arrivato in doppia cifra in campionato. È un pericolo costante per le difese avversarie e la Juventus di Thiago Motta deve incominciare a studiare la tattica perfetta per imbrigliarlo. Nella prossima giornata infatti, la punta italiana tornerà a Torino da ex per la seconda volta, dopo una piccola parentesi con il Verona.

Kean, dal buio Juve alla rinascita Fiorentina

Kean alla Juventus ha sempre vissuto tra alti e bassi e non è mai riuscito a dare continuità alle sue prestazioni. Nella sua ultima stagione con Allegri in panchina non ha segnato neanche un gol e, tra infortuni e un periodo di forma non brillante, ha saltato anche diverse sfide. Ora però con la Fiorentina ha ritrovato la sua dimensione ideale e ha spiegato il perché in un’intervista al Corriere della Sera:

A Torino ero precipitato nel buio. A Firenze sono tornato a rivedere le stelle. L’anno scorso gli infortuni hanno pesato tantissimo e mi hanno condizionato. Ho perso tante belle occasioni, compresa la possibilità di andare a gennaio all’Atletico Madrid. È stato un anno difficile, soprattutto dal punto di vista mentale. C’è chi cade in depressione, io invece ho reagito. Firenze mi ha fatto rinascere”.

Kean sceglie il miglior allenatore

Kean ha avuto diversi allenatori, ma non ha dubbi sul migliore: “Tuchel al Paris Saint Germain. Quando si è fatto male Icardi, ha chiesto di me ed ero scioccato all’idea di andare in una squadra con così tanti campioni. Mi ha fatto subito debuttare e all’intervallo, dopo un primo tempo così e così, è venuto da me per incoraggiarmi. Alla seconda partita, la prima al Parco dei Principi, l’ho ripagato con una doppietta. Lui mi ha dato sempre fiducia e mi ha insegnato a amare una grande città come Parigi. E tutto in poco tempo perché dopo Natale è arrivato Pochettino”.

“Ronaldo il migliore. Da piccolo tante ingiustizie”

Kean ha avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con grandi campioni, sia alla Juventus sia al Psg, dove si è trovato a duettare con Neymar e Mbappé. A Parigi ha terminato la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo e sembrava sul punto di esplodere, ma in bianconero non è riuscito a tenere alto quel livello. Ma ha avuto la fortuna di scambiare consigli con i giocatori migliori al mondo e anche in questo caso la sua scelta è chiara e decisa: Kylian e Ney sono bravissimi ragazzi. Ma il più forte è Cristiano Ronaldo. Mi ha insegnato a migliorare sui dettagli“.

Il razzismo e l’esultanza liberatoria

L’attaccante della Fiorentina affrontato anche il tema delicato del razzismo, che ha subito sia in Premier League con l’Everton sia con la Juventus in Serie A: “Il razzismo è dappertutto, in Italia e anche all’estero. Ho subito tante ingiustizie, soprattutto da piccolo“. A Cagliari uno degli episodi con la sua risposta a braccia aperte dopo un gol. Passando a cose più belle, Kean ha precisato la nascita della sua esultanza: “Il Griddy. Quest’anno lo faccio di più, ma lo facevo già a Torino. Festeggio così perché il gol è gioia e liberazione”.

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