Asciutto, spietato come solo chi riporta i fatti in maniera aderente agli avvenimenti. Lo conosciamo principalmente per un uomo di calcio che ha sputo evitare certi artifici, preferendo quel suo comunicare senza retorica, privo di certe sovrastrutture. Questo è Fabio Capello. Un ex dirigente, un allenatore, un ct, un opinionista che non risparmia nessuno perché il suo giudizio arriva comunque, assemblando poche parole.
- Fabio Capello su Napoli e i limiti della serie A
- La crisi di Rafael Leao e Zaniolo
- Theo Hernandez, il mistero Milan
- La sfida Champions contro il Tottenham
Fabio Capello su Napoli e i limiti della serie A
L’elogio lo riserva al Napoli, e al interprete principale, l’allenatore Luciano Spalletti che gode di una ritrovata fiducia, stima e apprezzamento da parte di quel calcio che lo aveva forse dimenticato troppo. O dal quale aveva preso, temporaneamente, le distanze:
“Vedo un Napoli convinto, con forza e qualità – ha sottolineato – la squadra di Spalletti ha continuato a correre, tanto che si è giocato soltanto per il secondo posto. Ho visto finalmente una partita da Champions: Lazio-Atalanta. Bisogna giocare a quei livelli, con agonismo, velocità e tecnica con gli arbitri che devono lasciar correre. Gli spettatori devono abituarsi ad arbitraggi che lasciano correre, magari con allenatori che giochino meno con la palla che passa dal portiere”.
La crisi di Rafael Leao e Zaniolo
A Radio anch’io, il tecnico oggi figura di punta del team di Sky Sport, ha espresso la sua personale lettura di quel che sta accadendo al Milan e al talento portoghese, sul cui rinnovo si sono spesi retroscena e indiscrezioni nelle ultime settimane:
“Leao è sempre un fenomeno, non è quello dello scorso anno ma non lo si può lasciare fuori: è un giocatore imprescindibile per il Milan. In questo momento, forse come Zaniolo, è mal consigliato perché i due hanno la testa da un’altra parte, ai contratti”.
“Bisognerebbe parlargli, metterlo fuori non serve e non lo aiuta. Anzi, lo fa diventare più triste: lui deve sentirsi importante ed essere aiutato anche dai compagni. Ci sono problemi economici importanti, c’è questa clausola da 17-18 milioni che lui deve pagare e nessuno vuole pagare. Tuttavia, lui e Theo Hernandez sono giocatori che fanno la differenza, rispetto agli altri hanno qualcosa di più”, ha affermato in diretta Capello, includendo nell’analisi l’altro mistero recente del Milan, la sorte di Theo Hernandez.
Theo Hernandez, il mistero Milan
Il terzino francese, protagonista di un crescendo inarrestabile sia con la maglia rossonera sia con quella della Nazionale, sta soffrendo una condizione quasi inspiegabile. Una sorta di abbandono che non riflette le prestazioni a cui il pubblico, e pure gli addetti ai lavori, si attendono dal giocatore che ha saputo rivoluzionare quella fascia e dimostrare, nella Francia di Deschamps di poter godere del posto di titolare senza timori.
Che cosa gli è accaduto? Che cosa succede al Milan campione d’Italia e allo stesso pioli, inventore di soluzioni forse fatte in casa ma efficaci?
La sfida Champions contro il Tottenham
Capello mette in guardia il Milan per la sfida di Champions contro il Tottenham di Antonio Conte, tornato operativo dopo l’intervento alla colecisti:
“Contro il Torino il Milan ha fatto vedere qualcosa nel secondo tempo, perché nel primo in campo c’erano solo i granata e i rossoneri sono rimasti a guardare. Hanno dato la colpa al cambio di modulo, ma non è così: i moduli sono tutti validi. Se scendi in campo con paura e timore, non hai serenità e giochi male, come è avvenuto nel primo tempo contro il Torino. Anche il Tottenham, nell’ultima partita a Leicester, è apparso in difficoltà: sono mancati il centrocampo e la fase difensiva. Gli inglesi, che hanno ottimi giocatori come Kane, possono creare grossi, grossi problemi al Milan, che deve stare molto attento alla fase offensiva perché, quando deve difendere, il Tottenham qualche problema ce l’ha”.
Un monito che, con il suo bagaglio di esperienze in panchina e da dirigente, sa quasi di avviso ai naviganti.