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La classifica senza errori arbitrali: quattordicesima giornata

Come sarebbe la graduatoria del massimo campionato al netto di topiche e sviste? Inter in fuga, Juventus a -9 e Napoli terzo, a braccetto con la Roma.

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La classifica senza errori arbitrali: quattordicesima giornata Fonte: Ansa

Tanta carne al fuoco, ma di partite condizionate da errori arbitrali in questo turno ce n’è soltanto una: quella di Napoli. La squadra del traballante Ancelotti si conferma la più tartassata di questo primo scorcio di campionato: sono addirittura otto i punti sottratti agli azzurri dalle topiche dei fischietti e dai gangli del protocollo Var. Contro il Bologna, se non altro, sarebbe arrivato un pareggino se Pasqua non avesse commesso un errore di valutazione su un contatto in area Svanberg-Manolas. Sviste non decisive da parte dei fischietti, invece, a Torino, Milano e Firenze.

Lo spirito della classifica – Consueto riassunto delle puntate precedenti: il nostro è un giochino che si propone di chiarire quale sarebbe la classifica completa del massimo campionato senza errori arbitrali. Un giochino con dei limiti evidenti e soggetto a sua volta a inevitabili margini di imperfezione, visto che chiarire quali sono gli errori determinanti e quali no è esercizio molto difficile. E allora in calce trovate le regole del gioco.

Proteste bianconere – Si lamenta la Juventus per il calcio di rigore non assegnato dall’arbitro La Penna in avvio di ripresa, poco dopo il vantaggio del Sassuolo. Piuttosto netta, in effetti, la trattenuta di Kyriakopoulos ai danni di De Ligt. A compensare l’errore, c’è però anche un penalty negato ai neroverdi a 20′ dal termine: Duncan sfugge via proprio a De Ligt, che sembra arpionarlo in area. Insomma, alla fine pari giusto: anche per la nostra classifica.

Dubbi a San Siro – Tanti dubbi anche sul match di Milano. La prima a protestare è la Spal per una manata di De Vrij sul volto di Petagna: proteste giuste, rigore netto. Lamentele anche di marca interista per un tocco col braccio di Tomovic in area. A decidere è il Var (e non Irrati: perché?): niente rigore. Ma il penalty in effetti sembra esserci tutto. Nella sostanza, però, sarebbe cambiato poco per quel che ci riguarda.

Lacrime napulitane – Determinante, di contro l’errore del San Paolo dove si affrontavano, in una sorta di poco invidiabile derby, le due squadre più penalizzate, sin qui, nella nostra classifica. A spuntarla è stato il Bologna, ma ancora una volta il Napoli può recriminare per un’ingiustizia subita. A sette minuti dal termine, infatti, c’è una plateale trattenuta di Svanberg in area ai danni di Manolas: Pasqua è ben posizionato, ma inspiegabilmente lascia correre. E il Var, ingabbiato dal protocollo, non può segnalargli l’episodio, evitando a lui una figuraccia e ai partenopei la sconfitta.

Le altre partite – In Fiorentina-Lecce Piccinini non assegna un rigore per parte. Il primo è negato ai viola, al 12′, per evidente trattenuta di Calderoni ai danni di Caceres. Il secondo al Lecce, al 24′ della ripresa per fallo di Dalbert su Shakhov. Per la linearità del nostro regolamento, ai fini del risultato finale sarebbe cambiato poco: il match si sarebbe chiuso sull’1-2 anziché sullo 0-1.

La classifica senza errori arbitrali – Ecco, dunque, la classifica dopo 14 turni al netto degli errori arbitrali: Inter 39; Juventus 30; Napoli, Roma 28; Lazio 26; Atalanta 25; Cagliari 24; Bologna, Torino, Verona 19; Fiorentina, Parma 18; Lecce 16; Milan 15; Sassuolo 14; Sampdoria 12; Udinese 11; Genoa 8; Spal 7; Brescia 5.

La classifica reale – Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Inter 37 (-2); Juventus 36 (+6); Lazio 30 (+4); Roma 28, Cagliari 28 (+4); Atalanta 25; Napoli 20 (-8); Verona 18 (-1), Parma 18; Torino 17 (-2), Milan 17 (+2); Bologna 16 (-3), Fiorentina 16 (-2); Lecce 14 (-2), Sassuolo 14, Udinese 14 (+3); Sampdoria 12; Genoa 10 (+2); Spal 9 (+2); Brescia 7 (+2).

IL REGOLAMENTO – Questa classifica è stilata sulla base di quello che avviene in campo, in occasione di episodi decisivi e che possono determinare direttamente il risultato, come i gol convalidati o annullati, i rigori concessi o non concessi, un’espulsione esagerata o ingiusta a tanti minuti dalla conclusione del match. Non sono considerate le variabili non direttamente determinanti, come i cartellini gialli, i falli veri o presunti avvenuti nell’azione precedente a quella che ha portato a un gol, le rimesse laterali, i corner contestati, un’espulsione contestata in zona Cesarini, ecc. 

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