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Serie D, Alcione Milano e una stagione da favola: dal mancato ripescaggio alla prima promozione tra i Pro

Milano ha ufficialmente la sua terza squadra nel calcio professionistico: la storia dell'Alcione Milano, tra volti noti del passato e il sogno Arena Civica.

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Una favola con finestra su San Siro. L’Alcione Milano, aritmeticamente promosso in Serie C con due giornate d’anticipo, sarà presto la terza squadra di Milano nel calcio professionistico italiano, alle spalle delle più blasonate Inter e Milan. La società, che nasce proprio nel quartiere in cui sorge lo “Stadio Giuseppe Meazza”, ha disputato un campionato incredibile, dominando il girone A di Serie D, ad un anno dalla vittoria dei playoff della passata stagione. Dalle polemiche per il mancato ripescaggio in estate al sogno di giocare nella storica Arena Civica del capoluogo lombardo, che ospitò la prima partita della nazionale italiana di calcio: sogni che diventano obiettivi, grazie alla gestione delle risorse umane e ai progetti portati avanti nel corso del tempo.

Alcione Milano promosso in Serie C: i numeri di una stagione trionfale

A 72 anni dalla sua fondazione, l’Alcione Milano compie il grande salto, approdando ufficialmente tra i professionisti. Lo fa al termine di una cavalcata trionfale, caratterizzata da numeri da record, come testimoniano i 78 punti finora collezionati, figli di 23 vittorie, 9 pareggi e 5 sconfitte, a fronte di 69 gol fatti e 26 subiti. Differenza reti pari a +43, con ben 15 calciatori diversi andati a segno nell’arco della stagione, che ha visto la formazione orange tenere a bada avversari come Chisola, Città di Varese e Ticino, senza dimenticare il Vado che chiude attualmente la griglia playoff.

Una macchina perfetta quella costruita da mister Giovanni Cusatis, accompagnato dall’esperienza e dalla capacità gestionale del tandem Gallazzi-Montini, che guida oggi la società meneghina. Fabio Morselli il trascinatore, nonché il capocannoniere della squadra con 15 marcature, seguito da Francesco Manuzzi con 10, di cui 4 dagli 11 metri. Il capitano, simbolo dell’undici dell’Alcione, è Mario Piccinocchi, vecchia conoscenza della Primavera del Milan che ha trovato la sua dimensione all’ombra della sponda arancione di San Siro. Ora, l’onore, l’orgoglio e la soddisfazione di aver condotto per la prima volta tra i Pro l’Alcione Milano, chiudendo la pratica con un secco 3-0 al Borgosesia.

Siamo una squadra di laureati, ora sogno il derby con il Milan.

Chi sono i proprietari dell’Alcione Milano

Due presidenti per un progetto vincente. Alla guida dell’Alcione Milano ci sono attualmente Marcello Montini, numero uno del club, e Giulio Gallazzi, ex capitano della nazionale italiana di football americano e oggi primo rappresentante della holding GM Sport Ventures, che detiene la maggioranza delle quote del sodalizio meneghino. Quest’ultimo, imprenditore bolognese, non ha mai nascosto le ambizioni della società arancione.

Per noi la B è quasi un dovere. La nostra vera dimensione sarebbe la B.

Un visionario, ma non troppo. Del resto, Gallazzi è uno che ha provato ad acquisire anche il Genoa nel recente passato, ma senza successo. Ha poi finito per valutare altre opzioni in A e in B, prima di essere chiamato dall’amico Montini, sino a quel momento sponsor dell’Alcione. L’obiettivo, fin da subito, è stato trasformare la squadra nella terza realtà professionistica di Milano.

“Siamo partiti con questo sogno, – ha rivelato Gallazzi a Tuttosport – prendere una società da sempre conosciuta per la bontà del lavoro fatto nel settore giovanile e portarla in pochi anni alla Serie C, dalla Promozione. Una volta entrati, abbiamo strutturato l’Alcione in modo che fosse adatta a fare questo percorso: abbiamo vinto l’Eccellenza e i Playoff di Serie D, senza accedere ai Pro per ragioni legate allo stadio che non avevamo, abbiamo rimandato l’obiettivo a quest’anno, mettendoci ancora più risorse ed energie”, ha sottolineato l’ex simbolo dell’Italia del football americano.

La convivenza con Inter e Milan, poi, non è vista come un ostacolo da superare: “L’Alcione è diversa da Inter e Milan, – ha precisato in questi giorni lo stesso Gallazzi – perché non può contare su decine di migliaia di tifosi. Deve invece essere una società capitalizzata, come lo è, con una forza imprenditoriale propria e indipendente rispetto a quello che può essere il riscontro immediato, per poter negli anni acquisire un proprio seguito. Noi puntiamo a un target giovane, a liceali, universitari, alla rete allargata dei giocatori stessi e delle loro famiglie, ben sapendo che se uno tifa Alcione può essere tranquillamente tifoso di Inter o Milan: noi non ci proponiamo come alternativa a loro, ma vogliamo offrire un prodotto diverso.

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Dove giocherà l’Alcione Milano in Serie C: c’è l’ok per l’Arena Civica, stadio in cui esordì l’Italia

L’Alcione Milano, società fondata nel 1952, ha sede e disputa le partite casalinghe presso il campo Kennedy di via Olivieri, a due passi dallo stadio San Siro e alle spalle del Parco delle Cave. Una struttura sportiva, però, che non può rispettare i parametri della Lega Pro, sempre più stringenti, ecco perché la squadra sarà costretta ad “emigrare”. Grazie al lavoro della dirigenza arancione, brava a muoversi con largo anticipo, non dovrebbe essere necessario cambiare provincia o addirittura regione, come accaduto per altri club in difficoltà: a disposizione dell’Alcione Milano, infatti, c’è l’Arena Civica “Gianni Brera”, che ospita attualmente le gare interne dell’Inter Women, tornata a calcare il campo dello storico impianto lo scorso mese di novembre, proprio in occasione del derby con il Milan femminile. Mercoledì 1 maggio, peraltro, le nerazzurre allenate da Guarino sfideranno la Fiorentina in occasione della Poule Scudetto, alle ore 12.30.

Al contrario di quanto accaduto nell’estate 2023, quando la Lega Pro ritenne l’Arena Civica non idonea e di fatto non “convalidò” il ripescaggio dell’Alcione Milano (primo in graduatoria dopo la vittoria playoff in D, ndr), oggi c’è l’accordo con l’Inter di Zhang. La società arancione avrà così l’opportunità di festeggiare la promozione già nella splendida Arena il prossimo 5 maggio, contro il Vado, nell’ultima gara della regular season 2023-24. Per la C, invece, restano da sistemare ancora alcuni dettagli, utili a completare anche gli incartamenti per l’iscrizione in terza serie.

“L’Arena, il nostro gioiello – disse il co-presidente Gallazzi al Corriere dello Sport -. Vero, saremmo già in C se non fosse che Milano non ha nessun altro campo autorizzabile per i professionisti, escluso San Siro. Se sei ripescato non puoi giocare in deroga, e noi Milano non la vogliamo lasciare”.

Un’arena che trasuda di storia e di aneddoti sportivi straordinari, come quello legato all’esordio della nazionale italiana di calcio. Un 15 maggio 1910 finito di diritto tra le prime pagine degli almanacchi, per il rotondo 6-2 rifilato dagli Azzurri alla Francia, ridotta ai minimi termini da un viaggio notturno di 10 ore e dalle pesanti sconfitte con Belgio (0-4) e Inghilterra (0-10), maturate poche ore prima. All’epoca, erano presenti circa 4.000 spettatori sugli spalti, poi scesi in campo per esultare insieme ai protagonisti e trasportarli all’interno del tunnel degli spogliatoi. Adesso, l’Arena può colorarsi di arancione.

Alcione Milano, i grandi ex del passato

L’Alcione Milano rappresenta una società sconosciuta soltanto a chi non segue da vicino il calcio di provincia, in tutte le sue forme. Il club meneghino vanta una storia di tutto rispetto, pur essendo nato e cresciuto nell’ombra di Inter e Milan, per ambizioni e bacino d’utenza. Dalle parti degli orange, sono passati presidenti illustri come Ernesto Pellegrini e Carlo Tognoli, poi rispettivamente diventati numero uno dell’Inter e sindaco di Milano.

Dai presidenti ai calciatori, con numerosi volti noti passati dagli spogliatoi del Kennedy: Giuseppe Dossena e l’”airone” Andrea Caracciolo tra i più conosciuti, fino ad arrivare ai giorni nostri con Nicolò Rovella e Lorenzo Dickmann, impegnati in questa stagione con la Lazio di Igor Tudor e il Brescia di Rolando Maran. Il presente, invece, dice anche Karim Laribi, ex Cesena e Sassuolo (tra le tante, ndr) che fa parte del gruppo che ha dominato in lungo e in largo il girone A della Serie D 2023/24.

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