Aymerick Laporte, difensore centrale del Manchester City, sta affrontando Euro 2020 con la maglia della Spagna. Proprio lui che il 27 maggio del 1994 è nato ad Agen, in Francia.
Il suo è stato uno dei casi più chiacchierati alla vigilia degli Europei visto il doppio passaporto che lo rendeva eleggibile per una convocazione sia da parte della Francia che da parte delle ‘Furie Rosse’.
Procediamo con ordine: nonostante la natività transalpina a 16 anni viene notato dall’Athletic Bilbao che lo ingaggia e lo conduce dal settore giovanile sino alla prima squadra dei baschi dove vi rimarrà sino all’estate del 2018, prima di trasferirsi appunto al City.
La lunga militanza in terra iberica gli frutta, logicamente, la cittadinanza spagnola nonostante in parallelo abbia già compiuto tutta la trafila delle nazionali giovanili francese. Arrivano persino le prime chiamate in nazionale maggiore, ma il tanto atteso esordio non avverrà mai.
A monitorare la situazione e, soprattutto, a fiutare l’occasione c’è il Ct spagnolo Luis Enrique che inizia a marcare stretto il difensore:
“Sono stato in contatto con la nazionale spagnola per tanti anni. Luis Enrique mi ha spiegato che c’erano affinità tra il mio stile di gioco e la sua idea di calcio, e che se avessi avuto la cittadinanza mi avrebbe potuto convocare”. Ha spiegato il calciatore al ‘The Guardian’.
E fu così che, ad un mese dall’inizio della rassegna continentale, Laporte ottiene la cittadinanza spagnola e dopo una manciata di giorni i propositi di Luis Enrique trovano riscontri concreti e il calciatore viene inserito ufficialmente nella lista dei calciatori che prenderanno parte agli Europei.
Per Laporte si tratta della prima grande vetrina a livello internazionale con buona pace della Francia. Una scelta difficile ma soddisfa a pieno il centrale dei Citizens:
“Non è stata una decisione facile. La mia famiglia vive ancora in Francia e io ho giocato lì da quando ero molto giovane. Sono stato in Spagna per otto anni. Possono dire ciò che vogliono. Sono qui e sono felice”.
Il calciatore classe 1994 ha provato anche a contattare l’allenatore francese per comunicargli direttamente la possibilità di rappresentare un altro paese senza però ricevere alcun tipo di risposta:
“Ho mandato un messaggio a Deschamps e non ho ricevuto una risposta… Magari ha cambiato il numero, ha preso un nuovo cellulare. Può essere. Ma io ho scritto allo stesso numero da cui mi aveva chiamato”.