Come si esce dal tunnel della crisi? Stefano Pioli aveva consigliato Rafa Leao: “Non è affatto depresso, ma gli suggerisco di stare accanto alle persone che lo fanno stare bene e che lo aiutano a crescere e migliorare”. Detto, fatto. L’attaccante del Milan ha sfruttato la festa del papà per volare in Portogallo dalla famiglia e festeggiare papà Antonio prima dell’impegno con la Nazionale.
Leao, la famiglia antidoto alla crisi
La famiglia per Leao è tutto, come dice anche un tatuaggio che ha sulla pelle: “Only the family’, con accanto il codice postale del quartiere, il Bairro de Jamaica. E un’immagine chiarisce meglio il concetto: Leao tiene in braccio il padre e sorride sereno. Tutto il contrario di quello che due sere fa aveva detto Zlatan Ibrahimovic: “Al momento non mi sembra felice, anche se noi facciamo il possibile per farlo stare bene. C’è tanta pressione su di lui ma non è vero che è meno bravo di un anno fa. Anzi, è ancora più forte: deve solo trovare il suo equilibrio”.
Evidentemente, al momento, l’equilibrio glielo dà la famiglia. E gli amici più stretti. Dopo la sosta, dunque, tornerà rinfrancato da questa full immersion negli affetti più cari? Il popolo milanista spera di sì. Serve eccome un Leao ai massimi livelli per la volata Champions e per gli impegni europei che attendono prossimamente il Diavolo.
Leao: dentro la crisi
Se facciamo un giro tra i numeri, scopriamo che la crisi è davvero tale per Rafa. Prima della sosta invernale, l’esterno offensivo portoghese aveva giocato 14 partite, di cui 12 da titolare, quasi sempre con buoni voti, 6 gol e 5 assist. Sui livelli dell’anno scudetto, dunque. Da quando è ricominciato il campionato, dopo il Mondiale, ha giocato 11 partite, di cui 9 dal primo minuto. Ha segnato solo 2 gol, l’ultima più di due mesi fa, vale a dire il 14 gennaio a Lecce. Ha servito soltanto 2 assist. Se non è crisi, poco ci manca.
Qualcuno lo accusa di non aver seguito il secondo consiglio di Pioli, come ha rivelato l’allenatore dopo l’1-3 di Udine: “Gli avevo chiesto di essere incisivo, di essere attaccante. Qualche volta invece è stato troppo lontano dalla porta. Non è questione di fare fatica, è che quando gli arrivano pochi palloni tende ad abbassarsi: non può prendere palla così lontano dalla porta e poi dribblare 5-6 giocatori”.
Leao: intanto, il contratto…
In tutto ciò, resta aperto il nodo contratto. E chissà che non sia questo a intristirlo. La trattativa per il prolungamento è una maratona, sfiancante per tutte e due le parti. Questa settimana, o al massimo la prossima, ci dovrebbe essere un nuovo appuntamento. Forse di persona, forse di nuovo al telefono come tante volte. Non si arriverà all’accordo, però.
Parte dell’entourage lavora all’uscita. A complicare ulteriormente la situazione c’è il prezzo. Calando le prestazioni, infatti, è scesa anche la quotazione del cartellino. Da più di 100 milioni, siamo calati. E l’estate prossima segna un vero e proprio momento-clou: o Leao firma o va via. Non vogliono, in casa Milan, un altro caso Donnarumma o Kessie. Le casse del club non possono sopportare un altro addio a zero. Con i soldi incassati dalla cessione del portoghese, i rossoneri cercherebbero un suo sostituto. Anche per questo motivo, si spera in una sua rinascita, per rialzare la quotazione.