Sono state rese note le motivazioni della sentenza del Tar del Lazio che ha riammesso in Serie B il Lecco bocciando le istanze del Perugia. Il Tribunale Amministrativo Regionale si era espresso giovedì scorso, 3 agosto, accogliendo il ricorso presentato dal club lombardo: che, dalla lettura delle ragioni che hanno spinto i giudici a decretarne la riammissione nella serie cadetta, adesso sembra in una botte di ferro.
- Perché il Tar del Lazio ha ammesso il Lecco in Serie B
- La questione stadio e il ricorso del Perugia per la B
- Il Tar: "È mancato intervento regolativo della Figc"
- Serie B, l'ultima parola spetta al Consiglio di Stato
Perché il Tar del Lazio ha ammesso il Lecco in Serie B
I giudici del Tar del Lazio hanno motivato la loro decisione essenzialmente sulla scorta di motivazione di carattere temporale. I playoff per l’ammissione in Serie B, infatti, si sono chiusi il 18 giugno, una settimana dopo rispetto alla data originariamente prevista dell’11 giugno. Sarebbe servito, secondo il tribunale amministrativo laziale, un intervento regolativo da parte della Figc, che però è mancato. Per questo motivo, non ci sarebbe stato materialmente il tempo, per il Lecco, di completare tutto l’iter nella scadenza prevista: il 20 giugno, appena due giorni dopo il match di ritorno col Foggia.
La questione stadio e il ricorso del Perugia per la B
Una volta ottenuta la promozione sul campo, il Lecco ha fatto domanda di rilascio della Licenza Nazionale con soli due giorni di tempo a disposizione, in luogo dei nove previsti, per ottenere la disponibilità di un impianto che rispondesse ai criteri richiesti dalla Serie B. Gli atti e i documenti dello stadio Euganeo di Padova sono arrivati solo in parte entro il 20; la parte mancante è stata inviata al Lecco solo tra il 21 e il 23 giugno. La Licenza Nazionale è stata concessa ugualmente e per questo motivo il Perugia ha fatto ricorso, puntando sul carattere perentorio dei termini.
Il Tar: “È mancato intervento regolativo della Figc”
Il Tar ha preso in esame tutti i comportamenti tenuti dal Lecco tra il 15 e il 20 giugno, riconoscendone la buona fede. “Risulta evidente, alla stregua di una interpretazione non formalistica e di buona fede – ossia ragionevole – che i termini del 15 e del 20 giugno siano stati fissati dalla Figc sul presupposto della conclusione dei play off in data 11 giugno“, si legge nelle motivazioni. Il rinvio al 18 giugno, pertanto, è da considerare “evento” che “rende semplicemente inapplicabile il termine del 15 giugno 2023 alla società che abbia concluso vittoriosamente i play off successivamente allo spirare del medesimo”.
Serie B, l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato
La ricostruzione del Tar, che ha accolto anche un ricorso presentato dalla Federcalcio sullo stesso argomento, sembra blindare le ragioni del Lecco in vista del prossimo e definitivo pronunciamento del Consiglio di Stato, atteso per il 29 agosto. In quella data sarà posta la parola fine alla querelle giudiziara, con la Figc che si adeguerà alle decisioni del massimo organo amministrativo nazionale.