C’è Pogacar e poi ci sono tutti gli altri. Lo sloveno si dimostra il più forte di tutti nelle corse di un giorno e mette il suo secondo sigillo nella corsa della Vallonia. La Doyenne è dura come ci si aspetta con un clima inclemente nei primi chilometri segnati da un grande freddo e la pioggia a condizionarne il finale. In mezzo c’è Pogacar che a 35 km dall’arrivo mette le marce alte, stacca tutti e si va a prendere la vittoria. Lo sloveno dimostra di essere in condizione scintillante e la sua vittoria lascia presagire che al Giro d’Italia sarà non solo l’uomo da battere, ma sembra addirittura partire con un vantaggio netto rispetto agli altri.
- Nella prima fuga anche Christian Scaroni
- Van der Poel intrappolato dopo una caduta
- Pogacar va via sulla Redoute
Nella prima fuga anche Christian Scaroni
Neanche il tempo di cominciare e la gara già si scatena la bagarre e dal gruppo emerge un primo drappello di fuggitivi che vede anche il bresciano Christian Scaroni tra gli attaccanti. Le temperature molto rigide, così come accaduto anche in occasione della Freccia-Vallone, lasciano pensare che sarà una corsa in cui può succedere di tutto. Il gruppetto riesce a costruire un bel vantaggio che arriva fino ai 4’ prima che da dietro si cominci a fare sul serio. Quando mancano poco più di 100 km dall’arrivo la spinta del gruppo principale comincia a farsi sempre più forte e il vantaggio scende in maniera significativa.
Van der Poel intrappolato dopo una caduta
A 100 km torna a fare la sua comparsa il rischio cadute e rischia di finirci in mezzo anche uno dei grandi favoriti della corsa: Mathieu van der Poel. L’olandese viaggia nelle posizioni di retrovie del gruppo principale quando vanno a terra pochi metri davanti a lui Lecerf, Hamilton e Clynens, fortunatamente senza grandi conseguenze. L’olandese sfrutta il fatto che non si viaggia a velocità folli e riesce a evitare l’impatto.
Passano solo pochi chilometri e di caduta ne arriva un’altra e stavolta le conseguenze sono un po’ più serie. Il gruppo infatti si spezza a metà, si crea una profonda spaccatura a metà e nelle retrovie finiscono per rimanere incastrati anche alcuni ciclisti importanti tra cui lo stesso van der Poel e il britannico Pidcock. L’olandese si trova a dover recuperare oltre 40 secondi dai migliori mentre la fuga di inizio corsa viene riassorbita. Per van der Poel, aiutato dal solo Vergallito, diventa durissima con lo svantaggio che cresce di chilometro in chilometro. Sembra la fine della corsa per loro ma a 70 km dall’arrivo, anche in virtù di un ritmo non forsennato in testa, il gruppo si ricompatta.
Pogacar va via sulla Redoute
Il momento è più che atteso. Con il gruppo compatto a 35 km dall’arrivo è evidente che a decidere la corsa sarà la Redoute e tutti guardano Pogacar in attesa dello strappo che arriva puntuale come un orologio svizzero e lo sloveno fa subito il vuoto. Lo sloveno mette le marce alte e mette subito un minuto di distacco dal primo gruppo degli inseguitori in cui non rientra van der Poel con Carapaz, Bernal, Bilbao e Vansevenant che si portano dietro un drappello di uomini. Gli ultimi chilometri sono un monologo dello sloveno con il francese Bardet che si prende un bellissimo secondo posto, a chiudere il podio c’è proprio van der Poel che vince la volata del gruppetto e si prende un terzo posto che ha un sapore amaro.