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Mancini, il figlio nuovo ds Samp rivela retroscena sulla scelta del papà

Mancini jr intende scrivere la storia della Samp da dirigente. Sull'addio all'Italia del papà: "La fine con la Nazionale era arrivata da un po'"

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Di padre in figlio. Con la Sampdoria nel cuore. Roberto ha scritto la storia del club, Andrea spera di farlo quanto prima. Già, Roberto e Andrea Mancini. E l’amore per il blucerchiato che inevitabilmente si tramanda. Al figlio dell’ex ct dell’Italia, nominato ds dei liguri, il compito di riportare in alto una squadra retrocessa in Serie B e che ha seriamente rischiato di fallire. “La Samp è la mia seconda pelle” ha raccontato al ‘Secolo XIX’ il dirigente doriano.

C’è un Mancini alla Samp: il nuovo ds si presenta

Il nuovo corso griffato Manfredi-Radrizzani ha scommesso sulle qualità di Andrea Mancini, cui è stato affidato il ruolo da direttore sportivo. A lui, al direttore tecnico Nicola Legrottaglie e all’allenatore Andrea Pirlo, reduce dall’esperienza in Turchia, spetta far parlare il campo, sperando in un immediato ritorno tra le grandi d’Italia. “La Sampdoria è la mia vita, la mia seconda pelle: per ciò che ha dato alla mia famiglia il minimo è riportarla dove merita”.

Mancini ha un solo obiettivo: far tornare grande la Samp

Ritorno al passato. Agli Anni 90. Quando papà Roberto e Vialli permisero alla Sampdoria di conquistare il suo primo e unico scudetto, trascinandola – poi – fino alla finale di Coppa dei Campioni, persa ai supplementari contro il Barcellona. “Vogliamo creare qualcosa di importante, tornare alla Samp degli Anni 90 – rivela il ds al Secolo XIX -. Sarà dura ma con impegno, competenza e pazienza, si può tutto”.

Sul mercato c’è un pizzico di rammarico per non aver preso uno tra Alario e Coda in attacco. “Ma la B è lunghissima: è fondamentale ingranare da gennaio. Questa Samp in prospettiva è più forte di quella dell’anno scorso”.

Sull’addio di papà Roberto alla Nazionale italiana

Non si tira certo indietro, Andrea, quando gli viene chiesto un parere sulla scelta del padre di dimettersi da ct dell’Italia per diventare quello della ricca Arabia Saudita. “Non è né il primo né l’ultimo a dimettersi. Non è stato un fulmine a ciel sereno: la fine tra lui e l’Italia era arrivata da un po’, ma sarebbe rimasto se non fossero successe certe cose. L’offerta araba è arrivata dopo: in pochi, molto pochi, rifiuterebbero un contratto del genere. Già in passato aveva rifiutato offerte importanti per amore della Nazionale”.

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