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Mancini "bloccato" come Spalletti: anche la FIGC deve autorizzare il suo addio

L'ormai ex selezionatore, Roberto Mancini, è bloccato da un contratto tuttora in essere. Proprio come il favorito alla sua sostituzione in una situazione paradossale da risolvere quanto prima.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Estate calda anche per gli allenatori. Luciano Spalletti e Roberto Mancini hanno un destino in comune. Entrambi hanno deciso di mollare anzitempo i propri incarichi. Il tecnico di Certaldo è l’uomo designato a raccogliere l’eredità del collega jesino alla guida della Nazionale italiana. Ma il Mancio non vorrebbe restare senza occupazione, consolandosi magari con la possibilità araba che è pure parecchio remunerativa. Ci sarebbe però un ostacolo, non insormontabile, da superare: l’ok della Federazione dato il contratto tuttora in vigore nonostante le dimissioni.

Il contratto è ancora attivo: il Mancio deve liberarsi dalla FIGC

Definirli prigionieri o addirittura schiavi di un pezzo di carta sarebbe inopportuno, dato le condizioni da privilegiati delle quali godono. Eppure proprio come sta accadendo per Luciano Spalletti anche Roberto Mancini è momentaneamente bloccato e, qualora volesse accasarsi altrove, dovrebbe trattare con la FIGC per risolvere anticipatamente il proprio contratto. Potrebbe volerci un giorno, un mese o ancora di più. Dipende tutto dall’atteggiamento della Federazione che potrebbe essere collaborativo oppure meno e dalla volontà del Mancio stesso di rinunciare a qualcosina. Parlare già in anticipo di contenzioso legale sarebbe forse un azzardo eccessivo, ma è una situazione da monitorare.

Serve l’ok di Gravina per allenare altrove

Un tesserato può dimettersi, naturalmente. Cosa che Roberto Mancini ha fatto nei giorni scorsi liberandosi di un incarico per il quale non si sentiva più idoneo a causa del clima che si era venuto a creare a Coverciano. Serve però l’ok della FIGC per assumere un ruolo in un’altra società oppure in un’altra federazione come potrebbe essere quella araba, ad esempio. L’unica possibilità di svincolarsi, tenendo fede al contratto, era quella di arrivare tra le prime quattro ad Euro 2024 oppure al Mondiale successivo. Come ben sappiamo, però, queste ipotesi non possono più essere prese in considerazione. Resta quindi una cosa sola da fare: sedersi al tavolo con Gravina e congedarsi con l’approvazione di quest’ultimo. Semplice. O forse no.

La questione degli sponsor e la possibile richiesta danni

Insomma, la situazione che si è venuta a creare è quasi paradossale. Due allenatori bloccati da un contratto con una Federazione che non ha ancora liberato il proprio, dimissionario, ma che ne vuole tesserare un altro che è sotto contratto. Per quel che riguarda Roberto Mancini, ma questo è un caso sicuramente più semplice da dirimere, c’è pure la questione degli sponsor da tenere in considerazione. L’ex tecnico, tra le altre, di Manchester City ed Inter, è diventato negli anni testimonial di brand importanti in qualità di Commissario Tecnico azzurro. Gli spot eventualmente preparati non potrebbero più essere trasmessi e questo è un danno per il quale potrebbe essere chiesto il conto allo stesso ormai vecchio selezionatore.

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