Buone notizie per Andrea Agnelli. La Corte d’Appello Federale ha esaminato il ricorso presentato dall’ex presidente della Juventus contro la squalifica di sedici mesi rimediata per la cosiddetta “manovra stipendi”, attuata in occasione del lockdown del 2020, quando il calcio giocato fu stoppato e la presenza del pubblico negli stadi fu interdetta per l’emergenza Covid. La decisione? Squalifica ridotta, con sconto di un terzo anche sulla relativa ammenda.
- Ricorso Agnelli: la decisione della Corte d'Appello Federale
- Niente patteggiamento: perché Andrea Agnelli ha presentato ricorso
- Cos'è la manovra stipendi della Juventus
Ricorso Agnelli: la decisione della Corte d’Appello Federale
In particolare, la squalifica di Andrea Agnelli è stata ridotta a dieci mesi, con un taglio piuttosto significativo. Ridotta anche l’ammenda: da 60mila a 40mila euro. A decidere sul ricorso presentato dall’ex numero uno della società bianconera, dimissionario insieme a tutto il Cda a novembre 2022, sono stati il presidente Mario Luigi Torsello, i relatori Sergio Della Rocca e Angelo De Zotti e i componenti Salvatore Casula ed Enrico Crocetti Bernardi. L’udienza si è celebrata in videoconferenza, dopo aver ascoltato le relazioni dell’avvocato Davide Sangiorgio, che ha esposto le ragioni di Agnelli, e del procuratore federale Giuseppe Chiné, che ha illustrato le ragioni dell’accusa.
Niente patteggiamento: perché Andrea Agnelli ha presentato ricorso
Dopo il patteggiamento della Juventus di fine maggio, con conseguente fine della parabola giudiziaria della società bianconera di fronte agli organi della giustizia sportiva, Andrea Agnelli era rimasto l’unico imputato nell’udienza sulla manovra stipendi. In prima battuta Chiné aveva chiesto nei suoi confronti una squalifica di venti mesi, il Tribunale Federale Nazionale ha invece optato per sedici mesi di stop più i 60mila euro di ammenda. Ora l’ulteriore riduzione da parte della Corte d’Appello Federale.
Cos’è la manovra stipendi della Juventus
Per “manovra stipendi” si intende l’operazione attraverso cui la Juventus, in seguito alla sospensione dell’attività sportiva nel 2020, ha concordato con i propri calciatori il taglio di quattro mensilità relative alla stagione sportiva 2019-2020. Taglio che, in effetti, è avvenuto solo parzialmente (di fatto: una sola mensilità), visto che alcuni stipendi sono stati pagati in seguito, nel rispetto di alcune scritture private non depositate in Lega. Manovra che la Vecchia Signora, peraltro, ha ripetuto anche nella stagione seguente, nonostante nell’annata 2020-2021 il campionato non abbia subito alcuna sospensione, pur col perdurare dell’emergenza Covid.