Di Diego Armando Maradona se ne continuerà a parlare nei secoli. Dalla morte del Pibe de Oro, avvenuta il 25 novembre del 2020, fino ad oggi a cadenza potremmo dire regolare si sono alternate news sull’intensa vita del fuoriclasse argentino. L’ultimo pezzo lo ha aggiunto Fernando Signorini, suo storico preparatore atletico ma ancor prima suo caro amico. Le rivelazioni di quest’ultimo riguardanti il Mondiale del 94′ sono scioccanti.
- L'Argentina del 94: l'ultima chance internazionale di Diego
- Il sorteggio e il controllo doping
- Nel mirino c'è Grondona, all'epoca presidente della federazione argentina
L’Argentina del 94: l’ultima chance internazionale di Diego
Cominciamo col dire che quell’Argentina era reduce dal prestigioso successo in Coppa del Mondo nel 1986 e da una finale persa nel 1990. Per Diego Armando Maradona, USA ’94 rappresentava l’ultima chance internazionale, con la maglia del suo Paese, per lasciare un ulteriore segno della sua grandezza. Tuttavia, quella manifestazione per il Pibe de Oro durò davvero poco: il 25 giugno fu infatti trovato positivo a un controllo antidoping e squalificato.
Il sorteggio e il controllo doping
Nel tempo si è parlato tanto di quella circostanza, con tante ipotesi tra le quali anche un complotto mondiale voluto dall’allora presidente della FIFA, Sepp Blatter. Anche Signorini si è espresso sulla vicenda spiegando, dinanzi alle telecamere della registrazione per il documentario di HBO Max “La Hija de Dios” parlando proprio a Dalma Maradona, figlia di Diego. Secondo il preparatore atletico Maradona in quella circostanza fu volutamente consegnato.
Nel mirino c’è Grondona, all’epoca presidente della federazione argentina
Ma chi ci sarebbe stato dietro questa “operazione”? Julio Humberto Grondona, all’epoca dei fatti presidente della Federcalcio argentina. Ad alimentare ulteriormente il sospetto – che per Signorini costituisce in realtà una certezza – anche la svolta successiva nella carriera del dirigente sudamericano che al termine della manifestazione a stelle e strisce diventò vicepresidente della FIFA e presidente della commissione finanziaria.
“Per gestire un portafoglio di centinaia di milioni di dollari senza sapere parlare inglese” aggiunge amaramente Signorini.