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Marchisio: "La Juventus mi ha reso infelice, che choc la visita da Trump"

L'ex centrocampista sorpreso per l'incontro della Juve col Presidente degli USA. Ma la Vecchia Signora non lo convince più neppure in campo

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Una carriera, tre maglie indossate ma solo una è quella del cuore. Claudio Marchisio è uno juventino doc. Abbandonato il mondo del calcio, l’ex centrocampista si è concentrato sull’imprenditoria ma oggi è anche presidente di lega della Kings League. Al Corriere della Sera, il 39enne torinese si è detto deluso proprio dalla sua vecchia squadra e sorpreso per l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca in occasione del Mondiale per club.

Juve e Trump, due mondi lontani

La Juventus e Donald Trump, un binomio inatteso che non fa felice un tifoso come Claudio Marchisio. “Sorpreso, specie per il momento – spiega l’ex centrocampista al Corriere della Sera – . Non entro nelle dinamiche che hanno determinato questa visita che, se non ricordo male, non è la prima della Juve nello Studio Ovale. Mi ha colpito il volto dei giocatori e dello staff davanti agli argomenti esposti da Trump, ho visto che anche i due giocatori americani sono rimasti stupiti. Dalle parole pronunciate e dalle domande fatte. Due mondi lontani, che dovrebbero restare separati“.

I bianconeri in campo: pochi leader e poco affiatamento

C’è poi il campo che pure è fonte di preoccupazione per tutti coloro che hanno la Vecchia Signora nel cuore. “Non sono felice per la Juve – racconta Marchisio – Mi preoccupa aver visto poco affiatamento, non solo tra i giocatori, ma capisco che sono stati anni di grande cambiamento e bisogna ritrovare la bussola. Confido nel rientro in società di Giorgio Chiellini e, in campo, in Manuel Locatelli che ha imparato in fretta cosa è il DNA della Juve. In panchina c’è un allenatore che ha indossato la nostra maglia. La Juventus ha bisogno di solidità, fuori e dentro il campo“.

La ricetta di Marchisio per la crisi del calcio italiano

Ma è un po’ tutto il calcio italiano ad essere in difficoltà. La colpa è di un sistema che non funziona. Da questo punto di vista Claudio Marchisio ha qualche idea per migliorare la situazione: “Bisognerebbe stabilire che nei campionati giovanili si possono schierare in campo al massimo tre extraeuropei, per arrivare a sei o otto nelle prime squadre“.

Così diventa ancor più complicato il compito di Rino Gattuso. Anche Marchisio tira in ballo il Ct che aveva spiegato i numeri del nostro calcio evidenziando come ci fosse solo poco più del 35% di presenza azzurra nel nostro calcio. “Ci sono squadre in serie A che giocano senza neanche un ragazzo formato nel nostro Paese. Si compra e si vende, come tutto, nella società globalizzata. Ma il bello, nello sport, è formare“, conclude con amarezza l’ex juventino.

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