A un mese dalla presentazione ufficiale della nuova Honda e a due dall’inizio del Mondiale 2023, previsto per il 23 marzo in Portogallo, per Marc Marquez è ancora tempo di vacanze e allenamenti. Tecnici e ingegneri stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli della moto che, nelle speranze del team e del fuoriclasse di Cervera, dovrà sfidare la Ducati di Bagnaia e Bastianini ben più da vicino rispetto a quanto fatto nel fallimentare 2022 e va da sé come il campionato alle porte rappresenti per Marquez un test decisivo per comprendere le concrete possibilità di tornare a lottare ad alti livelli dopo un triennio scandito da troppi infortuni.
- MotoGP 2023, Honda a caccia di riscatto: con Marquez c'è Mir, ma preoccupano i risultati dei test
- Marquez e i tre anni di calvario: "Sono stato a un passo dal mollare tutto"
- Marc Marquez e la rivalità infinita con Valentino Rossi: nuova frecciata al Dottore sul Mondiale 2015
MotoGP 2023, Honda a caccia di riscatto: con Marquez c’è Mir, ma preoccupano i risultati dei test
Le incognite sono tante, sia per quanto riguarda le condizioni del sei volte campione del mondo MotoGP, sia per quanto concerne la competitività della Honda, le cui ambizioni sono comunque certificate dalla scelta di puntare al fianco di Marquez su un pilota di affidamento come Joan Mir, campione del mondo 2020 con la Suzuki e approdato a Iwata dopo il ritiro dalle corse della casa di Hamamatsu, da dove alla Honda, ma al team LCR è approdato anche Alex Rins, che farà coppia con il riconfermato Takaaki Nakagami.
Sarà quindi una Honda a due punte o Marquez resterà il riferimento su cui puntare qualora la moto tornasse a dare garanzie? Lo si scoprirà in pista, sebbene i risultati dei test invernali siano stati tutt’altro che confortanti per la casa giapponese.
Marquez e i tre anni di calvario: “Sono stato a un passo dal mollare tutto”
Quanto a Marquez, le foto postate dall’Austria dove si sta allenando duramente fanno pensare a un Marc finalmente guarito, ma intanto lo spagnolo si è confessato in una lunga intervista rilasciata a GQ Spagna, nella quale è tornato sul calvario vissuto nelle ultime tre stagioni, tra i tentativi di tornare in pista, forse troppo presto, prima della terza operazione al braccio subita nell’estate 2022, che sembra aver risolto tutti i problemi: “Sinceramente non so come sono riuscito a vincere tre gare nel 2021, ma mi è ancora meno chiaro come sono riuscito ad arrivare quinto e quarto a Jerez all’inizio del 2022. In gara non avevo né la testa, né il fisico – la confessione di Marquez – C’è stato un momento della stagione, tra i Gran Premi di Portimao e Jerez, in cui ho spento la testa e ho detto non ce la faccio più. Prima di Portimao sono andato dai miei dottori a Madrid e ho detto loro: ‘C’è qualcosa che non va in questo braccio, perché sto andando indietro’. Videro che c’erano 34 gradi di rotazione nell’omero. Questo braccio non sarà completamente sano al 100%, ma dobbiamo arrivare al punto in cui è un braccio funzionale e perfetto per andare in moto, e penso che ci arriveremo. I tes non sono andati benissimo, c’è da lavorare, ma io sono pronto per andare in battaglia”.
Marc Marquez e la rivalità infinita con Valentino Rossi: nuova frecciata al Dottore sul Mondiale 2015
Così, mentre il team manager Honda Alberto Puig ha garantito sullo stato di forma di Marquez (“Questo è stato uno dei suoi migliori inverni di Marc. Si è riposato e si è allenato, sta andando veloce, noi sappiamo di dovergli dare una moto competitiva”), nel corso dell’intervista a GQ Marc, che “festeggerà” il 30° compleanno che cadrà il 17 febbraio con l’uscita di un documentario, “All in: Marc Márquez” su Amazon, non ha risparmiato un nuovo capitolo sulla rivalità infinita con Valentino Rossi, tornando sul celebre e infuocato finale del Mondiale 2015 e sulla decisione di non attaccare Jorge Lorenzo, che vinse il GP di Jerez laureandosi campione del mondo beffando proprio il Dottore.
E nelle sue parole c’è un altro attacco tutt’altro che implicito al pilota di Tavullia: “Non è che non volessi superare Jorge, ma superarlo significava correre un grande rischio – ha detto Marquez – In un documentario ho spiegato bene quello che ho vissuto in quelle settimane. La gente mi chiede molte volte cosa cambierei di quel finale di 2015, e io rispondo che quello che cambierei è il modo in cui Valentino ha gestito la fine di quel Mondiale: quando non sei il più veloce in pista cerchi di smuovere le acque per vedere cosa riesci a cogliere”.