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Melli: “Andar via dalla Samp non fu una mia scelta. Spero che Donadoni salvi lo Spezia”

In esclusiva ai nostri microfoni, Alessandro Melli ha ripercorso alcune tappe della sua carriera, su tutte quella nella Genova blucerchiata, parlando anche della situazione odierna del campionato cadetto

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Federico Maria Santangelo

Federico Maria Santangelo

Giornalista

Lucano, classe 1995 e giornalista pubblicista. Unisce la passione per il mondo umanistico a quella per il calcio, osservandolo da ogni sua angolazione.

Melli: “Andar via dalla Samp non fu una mia scelta. Spero che Donadoni salvi lo Spezia” Getty

Una carriera costellata di successi, legata in modo preponderante al Parma, nella gloriosa epopea crociata di Arrigo Sacchi, Alessandro Melli è stato uno dei grandi protagonisti della cadetteria dei primi anni ’90. Proprio sotto la guida dello storico tecnico emiliano, ha contributo alla prima storica promozione in Serie A dei ducali e al ritorno in massima serie del Perugia – con la parentesi conclusiva ad Ancona nel campionato 2000/2001 – totalizzando 111 presenze e mettendo a segno 20 reti nella categoria.

Durante il suo percorso da calciatore ha vestito, per un brevissimo e limitato periodo, la maglia della Sampdoria nella prima fase dell’annata 1994/1995. Tuttavia, il suo intero passaggio blucerchiato conta soltanto 15 apparizioni, prima del trasferimento al Milan nell’operazione Gullit del novembre 1994. A Genova ha realizzato una sola rete, da dischetto, nella prima del campionato di Serie A vinta per 5-0 contro il Padova; unico centro della stagione prima del gol, in maglia rossonera, nell’ultima a San Siro con la Fiorentina.

In un’intervista esclusiva ai nostri microfoni, l’ex attaccante di Sampdoria e Perugia parlato della sua esperienza nel campionato cadetto e in blucerchiato, senza tralasciare una parte importante della propria carriera, ovvero la parabola Perugia, e l’attuale situazione del torneo.

Melli: “Palermo e Monza un filo avanti, ma è un campionato equilibrato”

Qual è la sua favorita del campionato?

“Domanda complicata. C’è tanto equilibrio. Sicuramente è stata una partenza a fasi alterne con Palermo all’inizio, Venezia, Monza e altre come Modena e Cesena. Direi che, forse per una sensazione dettata dal nome e dalle ultime vicissitudini, rosanero e brianzoli hanno un margine leggermente migliore per la promozione”.

Tra i club di questo campionato c’è un club nel quale lei ha giocato, seppur per poco, ovvero la Sampdoria: quale ricordo ha dell’esperienza in blucerchiato?

“Sono passati trent’anni e tutto è cambiato. La Sampdoria in cui ho giocato, purtroppo per poco, era una squadra di altissimo livello, da parti altissime della classifica. Ho un ricordo bellissimo e allo stesso tempo tristissimo, data la breve durata. Sono dovuto andar via presto, con due mesi di preparazione e due mesi di campionato, perché poi fui costretto a passare a Milano nell’orbita di in uno scambio con Gullit. Non fu una mia scelta e credo che, nonostante sia stato felicissimo della mia esperienza in rossonero, la Sampdoria, in quel periodo, fosse la realtà giusta per me. Ho bei ricordi. I blucerchiati oggi vivono dei momenti difficili – pur non conoscendone le motivazioni concrete – e mi dispiace davvero. Il popolo doriano merita una collocazione diversa da quella attuale”.

I blucerchiati, tornando ad oggi, è spesso dipende da Massimo Coda, attaccante che conosce bene.

“Ho avuto Massimo a Parma in una stagione sfortunata, quella del fallimento, dove è riuscito a far vedere le qualità, poi rimarcate durante tutta la sua carriera. È un ragazzo meraviglioso, un professionista serio, devastante in B, un po’ meno in A. Non mi spiego come la Sampdoria non riesca ad uscire dalle brutte acque nonostante i suoi gol”.

C’è un’altra piazza che lei conosce bene: Modena.

Sta facendo molto bene: è in lotta ed è una di quelle che può arrivare in fondo. Non so se riuscirà rientrando tra le prime due o tramite i play-off, ma può tornare in Serie A”.

Allo Spezia è arrivato Donadoni, un tuo ex compagno di squadra. È l’uomo giusto per risollevare i bianconeri?

“Sono contento che sia tornato nel giro. È una persona competente e a modo, oltre che un mio amico. Gli auguro ogni bene. È arrivato in una situazione non semplice, ha vinto qualche partita, ma ora dovrà costruire al meglio in questo lungo percorso. Spero possa salvare lo Spezia”.

Che ricordo ha della sua esperienza in Serie B?

“Molto positivo. Era un campionato in cui crescevano molti giovani e ci si toglieva tante soddisfazioni, ma era lungo e difficile. È sempre stata una categoria in cui è necessaria tanta continuità. Io avuto la fortuna di portare il Parma in Serie A per la prima volta nel 1989/1990. Oggi è rimasto un torneo che forma molto”.

Cosa è cambiato in questo campionato rispetto al suo tempo?

Non è sola la Serie B ad essersi trasformata, ma tutto il calcio in generale. Sono aumentati gli stranieri, giusto o sbagliato che sia, ad esempio. Vorrei che giocassero più italiani e mi rendo conto che non è una cosa semplice da fare. Tuttavia, è rimasto un campionato mai scontato, dove non ci sono mai certezze e non si può abbassare la guardia. La qualità, invece, come tutto, è andata un po’ scemando”.

Altra piazza, seppur in altra categoria, il Perugia. È stato un punto importante della sua carriera. Un suo pensiero sul momento attuale del Grifo.

“Situazione analoga a quella della Sampdoria. Ho vissuto Perugia in un altro momento della sua storia, in altre categorie, con giocatori del calibro di Nakata, Amoruso, Mazzantini, Materazzi.Oggi vive una situazione complicata e sta facendo molta fatica, spero possano uscirne. I tifosi biancorossi meritano qualcosa in più”.

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