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Mercato Juventus: cosa serve e cosa può succedere a gennaio

Sulla scia della lunga striscia aperta di vittorie in campionato Allegri aspetta almeno un rinforzo alla voce esterni per trascinare la Juventus oltre i problemi extra-campo che rischiano di condizionare la seconda parte della stagione

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Sulla scorta di una campagna acquisti faraonica compiuta in estate, seppur più a livello di nomi che di spese effettive, la Juventus si era presentata ai nastri di partenza della stagione 2022-’23 in prima fila nei pronostici della maggior parte degli addetti ai lavori.

In realtà il primo trimestre della strana edizione numero 121 della Serie A a girone unico, scandita dall’inedita cesura novembrina per i Mondiali, ha sì visto la Juventus tra le squadre più chiacchierate, ma non per i risultati ottenuti sul campo, o meglio non solo per quelli, e comunque non per le gesta dei volti portati dal mercato estivo, da Di Maria a Pogba, da Kostic a Bremer fino a Paredes e Milik, nessuno di questi trascinatori di una squadra che solo da ottobre in poi è sembrata aver trovato una continuità di rendimento tale da permettere a società, allenatore e tifosi di guardare con ottimismo alla seconda parte della stagione.

Juventus, gennaio mese crocevia: ultima chiamata scudetto e il nodo-mercato

Così, prima ancora che pensare alla ripresa dell’attività, ci si chiede come una società di fatto decapitata a fine novembre dal terremoto che ha portato all’azzeramento del CdA possa trovare le risorse in primo luogo economiche per essere protagonista sul mercato di gennaio, che aprirà i battenti il 2 per chiudersi il 31 dello stesso mese, quindi dopo che saranno state disputate cinque giornate di campionato, compresa, per la Juventus, la sfida cruciale del 13 gennaio in casa del Napoli, probabile ultima chiamata per tornare quantomeno a sognare lo scudetto, oggi distante 10 punti, il gap che separa i bianconeri proprio dagli azzurri lanciatissimi in vetta alla classifica. La domanda, in realtà, che si ricollega alle considerazioni di cui sopra, è se alla Juve servano realmente innesti di spessore per cercare di raggiungere gli obiettivi rimasti a disposizione dopo l’infausta campagna in Champions League, conclusa con l’eliminazione al primo turno, proprio dal momento che i grandi colpi estivi, per motivi diversi, non hanno ancora inciso o lo hanno fatto in minima parte.

Ovvero, uno dei primi quattro posti in campionato e cercare di vincere almeno un trofeo tra Europa League e Coppa Italia, come chiesto dallo stesso Agnelli ad Allegri e al gruppo all’indomani delle dimissioni. La certezza è che gennaio non sarà un mese di investimenti, per nessun top club in Italia, e ancora meno per la Juventus, il cui orizzonte nel medio periodo non potrà che essere catalizzato dall’ormai probabile processo per il doppio filone plusvalenze e manovra stipendi, con tutti i rischi del caso legati a possibili penalizzazioni e a multe salate.

Più che mai, quindi, varrà la regola dell’autofinanziamento: ad un’entrata dovrà corrispondere un’uscita e siccome all’orizzonte non si intravedono cessioni importanti il rischio concreto è che il 1° febbraio la rosa di Allegri sia la stessa che inizierà il 2023.

Juventus, il mercato dipende dalle cessioni: conto alla rovescia per l’addio di Rabiot, McKennie in bilico

Sul fronte cessioni, infatti, oltre al “solito” Daniele Rugani, quinto centrale della rosa per il quale potrebbero essere valutate eventuali offerte, i nomi caldi sono quelli di Adrien Rabiot e Weston McKennie. Il francese, reduce da un’ottima prima parte di stagione e da un buon Mondiale, sembra destinato all’addio in estate a parametro zero e solo un’eventuale quanto improbabile ricca proposta a gennaio, nell’ordine dei 20 milioni, potrebbe portare alla partenza immediata con conseguente reinvestimento dell’incasso. Allegri peraltro vorrebbe tenere in rosa il giocatore fino a fine stagione per provare il centrocampo dei sogni, quello completato da Locatelli e Pogba, teorizzato in estate.

Centrocampo ideale del quale non fa parte McKennie, per il quale ci sono interessamenti dalla Premier League: su tutti quello del Bournemouth, che però non scalda il cuore dello statunitense, un altro quindi che sembra destinato a salutare Torino solo a giugno.

Mercato Juventus, Allegri aspetta un esterno destro: i nomi in lizza

Un innesto comunque alla fine in casa Juventus dovrebbe arrivare per rafforzare la fascia destra, dove al momento Allegri può contare sul solo acciaccato Juan Cuadrado e su Mattia De Sciglio. In attesa di capire se dopo il rientro in pianta stabile di Chiesa e dopo che Di Maria avrà smaltito la sbornia Mondiale il ritorno al 4-3-3 sarà realtà, il tecnico livornese, che non avrà rinforzi in attacco nonostante i dubbi sulle condizioni di Vlahovic, sembra deciso a proseguire sulla strada del 3-5-2 che ha dato ottimi riscontri sul finire del 2022.

Il ds Cherubini, quindi, dovrà lavorare per reperire un fluidificante destro che agisca a tutta fascia. I nomi sono tanti, ma quasi tutti costosi, dal talentuoso Ivan Fresneda, 18enne spagnolo del Valladolid, quotato 30 milioni, all’ivoriano del Torino Wilfried Singo. Più accessibili le vie che portano ad uno dei due atalantini non incedibili, l’olandese Hans Hateboer e il danese Joakim Maehle, o quella che conduce a Rick Karsdorp, l’olandese ai ferri cortissimi con la Roma dopo il clamoroso sfogo di José Mourinho. I giallorossi non aprono al prestito così l’unica via, così come con l’Atalanta, porta a eventuali scambi di prestiti, magari da impostare nelle ultime ore di mercato. A meno che per quei giorni la classifica della Juve non sia ancora più splendente e i maquillage di mercato si scoprano non indispensabili…

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