Il sasso nello stagno l’ha lanciato con violenza, ma in fondo nessuno è sembrato troppo sorpreso: Damian Lillard ha voglia di mettersi al dito un anello e Portland, dove ha disputato tutte e 11 le stagioni nella lega, questa opportunità avrebbe continuato a negargliela.
Non sorprende allora che il 33enne originario della California abbia chiesto ufficialmente di essere ceduto: gli acquirenti non mancano, a cominciare dai Miami Heat che vogliono continuare a sognare dopo aver ceduto soltanto negli ultimi metri nel confronto contro lo straripante Jokic dei mesi scorsi.
Ma anche Clippers (che intanto hanno rifirmato Westbrook: biennale da 8 milioni e tutti apparentemente contenti) e Sixers hanno le loro carte da giocare. Soprattutto quest’ultimi, che hanno incassato la richiesta di trade avanzata da James Harden, che dunque potrebbe diventare una pedina di scambio importante per provare a imbastire l’affare.
Nemmeno la chiamata al draft di Scoot Henderson ha convinto Lillard a tornare sui suoi passi: aveva detto da tempo di confidare in una campagna di rafforzamento da parte dei Blazers, ma evidentemente la prospettiva di dover attendere ancora molto prima di diventare una contender degna di tal nome l’ha convinto a fare le valigie, seppur col cuore spezzato, visto il legame creato negli anni con la franchigia dell’Oregon.
Lakers e Rockets scatenati
Sempre a Ovest, ma poco più a sud, le prime 48 ore di free agency hanno consegnato a LeBron James le risposte di cui andava in cerca: i Lakers si sono mossi in fretta e (apparentemente) bene, con i rinnovi di Austin Reaves (quadriennale da 56 milioni) e D’Angelo Russell (biennale da 37 milioni) e l’arrivo al minimo salariale del centro del Pelicans Jaxson Hayes.
In California, ma sponda Sacramento, rimane anche Domantas Sabonis: i Kings hanno prospettive interessanti e vogliono continuare nel loro percorso di crescita, e i cinque anni a 217 milioni di euro investiti sul lituano sono un segnale che va in questa direzione.
Cinque anni è pure la durata del contratto che legherà LaMelo Ball ai Charlotte Hornets: se verranno raggiunti tutti i bonus, il secondo della triade dei fratelli Ball arriverà a guadagnare 260 milioni. Si fermerà a 80 (si fa per dire) e per i prossimi 4 anni Dillon Brooks, discusso giocatore scaricato da Memphis dopo la pessima serie disputata contro i Lakers negli ultimi play-off: se lo sono portati a casa gli Houston Rockets, pronti a sfruttarne la duttilità in chiave tattica.
In Texas sbarcano anche Jack Landale (32 milioni per 4 anni), centro proveniente dai Suns, e il veterano Jeff Grenn (un anno a 6 milioni), fresco di titolo conquistato a Denver.
Big Ragù nella Grande Mela
A New York è sbarcato Donte DiVincenzo: l’ex campione NBA 2021 con la canotta dei Bucks ha sottoscritto un accordo di 50 milioni per i prossimi 4 anni, per la gioia dei tanti italo-americani che avranno così un nuovo beniamino dalle parti del MSG.
Tra le franchigie più attive c’è sempre Cleveland: una trade a tre squadre ha permesso ai Cavs di arrivare a Max Strus, quel tiratore di cui avevano bisogno per aprire il campo, che ha “monetizzato” la grande corsa play-off fatta con Miami strappando un quadriennale da 63 milioni.
Gli Heat in cambio hanno ricevuto una futura seconda scelta (e più spazio salariale), i San Antonio Spurs si sono accollati i contratti di Cedi Osman e Lamar Stevens, più una seconda scelta. A Cleveland arriva anche l’ex Warriors Ty Jerome (5 milioni per due anni). Milwaukee ha rifirmato Brook Lopez (48 milioni per i prossimi due anni), per la gioia di Giannis Antetokounmpo e compagni, che potranno far leva sull’esperienza e le qualità balistiche del centro.
Arrivano gli europei
Negli USA in molti si mostreranno scettici, tanto da riservargli poco spazio nei titoli d’apertura di pagina, ma certo in Europa non è passata inosservata la piccola “invasione” di prospetti continentali dall’altra parte dell’Oceano Atlantico: gli ultimi due MVP di Eurolega, Vasilije Micic e Sasha Vezenkov, hanno deciso di fare il grande salto, accordandosi rispettive per un triennale da 23,5 milioni con gli Oklahoma City Thunder (Micic) e un triennale da 20 milioni complessivi con i Sacramento Kings (Vezenkov). I recenti exploit di Jokic hanno convinto più di una franchigia a puntare con sempre maggiore fiducia ai prospetti europei: la “colonizzazione” continentale è destinata a fare proseliti.