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Michael Schumacher, l'atto di amicizia e rispetto di Jean Todt: "Non è quello di prima". E sulle condizioni tace

A quasi 10 anni di distanza dal terribile incidente sugli sci sulle nevi di Meribel l'ex team principal della Ferrari e grande amico Jean Todt parla delle condizioni di Schumi e dei ricordi in Ferrari

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quale che sia la migliore delle definizioni possibili per chiudere in una frase, o più, il legame tra Jean Todt e Michael Schumacher risulterebbe sempre riduttivo. Semplicemente perché, anche se quell’incidente sulle piste di Meribel ha segnato l’uomo, la sua famiglia e condizionato anche le relazioni di amicizia, Michael è ancora qui. Schumacher condiziona, influisce e plasma il presente dei suoi cari, degli amici più intimi che mai lo hanno abbandonato come appunto, l’ex Team Principal Ferrari e già presidente della Fia.

Todt è tornato a rispondere, a spiegare, a tentare di esternare in maniera cauta e rispettosa delle volontà familiari quanto sta vivendo Michael Schumacher in Svizzera, nella dimora che si è scelto con Corinna e i suoi figli, che continuano a proteggerlo e a tutelarne la privacy.

Todt emoziona sull’amicizia con Michael Schumacher

In una lunga intervista rilasciata al quotidiano sportivo francese L’Equipe, pur rispettando il diktat di riservatezza imposto dalla famiglia, Todt ha rilasciato delle dichiarazioni relative alle condizioni attuali di Schumi, a dieci anni da quell’impatto devastante di Meribel che ha condizionato la sua esistenza.

Tra indiscrezioni e presunti errori di quel giorno, attraverso il racconto dei testimoni, e il massimo riserbo della moglie Corinna Betsch e dei figli Mick e Gina-Maria, il 77enne manager francese ha rotto di nuovo il silenzio sull’amico ed ex pilota della Ferrari che oggi piange l’ex capo ufficio stampa, Alberto Antonini.

Fonte: ANSA

Corinna e Michael Schumacher

L’intervista a L’Equipe

Todt ha usato queste parole per descrivere il rapporto con l’ex pilota, rispondendo all’intervistatore che gli aveva chiesto se sentiva la mancanza di Schumacher.

“No, non mi manca, ho condiviso con lui molti momenti e sono onorato di poterlo fare ancora. Non mi manca perché lui c’è”.

Una frase che esterna un sentimento profondo, di estrema gratitudine, anche di speranza per quel che è stato, ma pertinente e ancorato a un oggi che risente di altrettanta considerazione e stima nei confronti della famiglia e di Corinna, che si è trincerata dietro a una protezione del marito che le ha imposto interventi misurati, pochi comunicati e qualche intervista che poi ha avuto la sua massima sintesi nel documentario di Netflix.

“Con questo non voglio dire che ora la sua vita non sia cambiata. Non è quello di prima, quello che tutti ricordano in F1. Non è il Michael che tutti conoscevano. Oggi appare diverso, ma è splendidamente sostenuto dalla moglie Corinna e dai suoi figli, che lo assistono in tutto e per tutto ogni giorno”.

Con queste parole Todt ha di fatto confermato quanto aveva dichiarato la moglie dell’ex pilota nel doc diffuso da Netflix, che celebrava la carriera di Schumacher, ma ha anche affermato di essere molto felice di continuare a vedere con lui i Gran Premi in televisione, come quelli della stagione appena conclusa. Il francese ha ricordato anche come Schumi lo avesse sempre difeso, anche nei momenti più difficili della sua carriera.

Quando Schumacher difese Todt

Nel 1996, di fronte al rischio di un licenziamento in Ferrari, il pilota tedesco prese le difese di Todt quando nessuno forse si sarebbe sentito di esprimersi con una simile foga e convinzione dicendo: “Se parte Todt, me ne vado anche io. Non accetto altre soluzioni”.

Per poi alzare lo stesso muro voluto da Corinna e i figli nel difendere la reale condizione di salute del campione di F1 a seguito della devastante caduta sulle Alpi francesi, 10 anni fa:

“Le sue condizioni rimarranno una faccenda privata”.

Massa con Todt e Schumacher Fonte: ANSA

Jean Todt e il team Ferrari festeggiano il Mondiale di Michael Schumacher

La replica al presidente FIA Ben Sulayem

Todt ha inoltre replicato senza alcuna remora, anzi nei riguardi del suo successore alla guida della Fia, l’emiratino Ben Sulayem. “Le sue parole non mi hanno sorpreso, sapevo che personaggio fosse”, ha stigmatizzato l’ex team principal Ferrari, per rispondere alle responsabilità a lui attribuite circa i debiti maturati dalla federazione, per poi precisare: “Quando me ne sono andato (dicembre 2021) c’erano più di 250 milioni di euro in riserva e ogni anno i conti erano a posto e non dobbiamo dimenticare la parentesi della pandemia. Tuttavia, quando arrivai nel 2009, i milioni di euro in riserva erano appena 40, nonostante la Federazione avesse da poco trasferito i diritti commerciali della Formula 1”. L’ex numero 1 Fia ha aggiunto: “Il budget era quasi triplicato, quindi non lo chiamerei “deficit”. Avevamo anche tante nuove competizioni e fonti di reddito, come la Formula E, il Wec e il Rally-Raid”.

Infine la stoccata finale, dell’ex numero 1 della Fia: “Queste accuse non hanno senso, soprattutto se sono false, siano rivolte al predecessore a capo della Ferrari, della Peugeot o della stessa Fia. È solo fumo. In carriera non mi sono mai permesso di aprire bocca, perché è inutile. Quando si chiude un capitolo se ne deve aprire un altro. Non si può impedire a qualcuno di criticare o dissentire — ha chiosato — ma tutto quello che ho fatto durante la mia presidenza è sempre stato approvato dal Senato e dal consiglio mondiale”.

Jean Todt, l’ultima intervista a La Stampa

Su Michael, negli anni, ci sono state e ci sono solo non notizie scandite da qualche barlume di verità deciso da Corinna e dalle dichiarazioni – ridotte a pochissime frasi – del fido Jean Todt appunto e Flavio Briatore. Di recente ha parlato, con la necessaria delicatezza, il fratello Ralf Schumacher che di recente in una lunga intervista ha riportato del rapporto con i nipoti, Gina Maria e Mick, figli di Michael e Corinna, ma anche Jean Todt (unico ad aver accesso a casa Schumi) che in un’intervista a La Stampa ha ribadito quanto affermato anche all’autorevole quotidiano francese:

È una questione privata. L’unica cosa dico è che adoro Michael, adoro la sua famiglia ed è giusto rispettarne la privacy.

Una chiosa che ci sentiamo di mettere qui, per Todt e Schumacher e la sua famiglia impegnata a proteggerlo da inutili e superflue speculazioni, a 10 anni da quel giorno assurdo che ha cambiato le loro vite.

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