Le dichiarazioni struggenti e drammatiche, lette in controluce, di Corinna Schumacher hanno aperto uno spiraglio nella privacy dell’ex campione del Mondo di F1, Michael. Profondamente amato e stimato da colleghi e tifosi, e del quale nulla e poco più si conosce da quando a Meribel si è consumato quell’incidente assurdo sulla neve che lo ha oscurato, Michael Schumacher è una figura ineguagliabile per i suoi 7 mondiali e un padre, come ammette Mick, che ama ma che al tempo stesso vorrebbe ancora lì ad incoraggiarlo, a parlargli, a sostenerlo sul kart come nella foto che li ritrae insieme.
Corinna Schumacher rompe il silenzio su Michael
Corinna, moglie presente e attenta a ogni dettaglio della sua vita quotidiana, ha deciso di rompere il silenzio in rarissime circostanze tra cui questa: il 15 settembre nel documentario “Schumacher“, prodotto da Netflix, ha deciso di riassumere in poche ma incisive frasi quanto vissuto in questi quasi otto anni.
“Michael manca a tutti. Ma Michael c’è. E’ diverso, ma c’è. E questo ci dà forza”.
In un’anticipazione sul sito francese Télé-Loisirs, è stato riportato un insieme di affermazioni estrapolate dal contesto di una attenta e presente fotografia dell’oggi, sotto la supervisione e in accordo con la famiglia che – in questi giorni e da sempre – ha curato la privacy e tutelato l’intimità così cara a Michael.
Il desiderio del figlio Mick
Anche il figlio Mick, pilota in crescita, ha esternato i suoi sentimenti e ha rivendicato anche quella sofferenza, unica per un figlio, di non poter parlare, dialogare con suo padre soprattutto adesso che sta emulando il genitore:
“Quei momenti in famiglia in cui parlavo con lui non ci sono più stati o perlomeno ci sono stati in modo minore, e a mio modo di vedere questo è abbastanza ingiusto. Penso ora ci capiremmo in un modo diverso semplicemente perché parleremmo un linguaggio simile, quello dell’automobilismo e avremmo tante cose di cui conversare. Ed è proprio questo pensiero che mi rimane in testa la maggior parte del tempo, perché se fosse possibile sarebbe bellissimo. Rinuncerei a tutto per poterlo fare”.
Soprattutto le sensazioni del giovane Schumacher, talento e erede di una famiglia di appassionati che mai ha ceduto all’idea di ritirarsi davvero dalle piste, svelano quanto abbia dato Michael come padre e come sia complesso il loro rapporto. Michael Schumacher approdò giovanissimo in F1, dopo una gavetta breve per via del suo innato e ineguagliabile modo di guidare, complice l’azzardo dello storico manager, Will Weber, lo stesso che lo portò da Briatore in Benetton prima ed alla Ferrari poi.
Il documentario di Netflix: “Schumacher”
Secondo le anticipazioni sul documentario, le testimonianze dei rivali dell’epoca non mancano: Damon Hill, Mika Häkkinen, David Coulthard, fino all’ex Ferrari, Jean Todt, oggi a capo della FIA che non manca di ribadire come ancora di recente ami guardare i GP con Michael. Che c’è, come sostiene Corinna, ma in modo diverso.
VIRGILIO SPORT