La morte di Sinisa Mihajlovic ha sconvolto tutto il mondo del calcio, dopo aver perso la sua battaglia con la leucemia incominciata nell’estate del 2019. In attesa dei funerali di lunedì, in Campidoglio a Roma si è aperta al pubblico la Sala Protomoteca per un ultimo saluto all’ex calciatore ed ex allenatore, scomparso a soli 53 anni di età venerdì 16 dicembre.
La camera ardente
Centinaia di tifosi in fila per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, morto a soli 52 anni, alla camera ardente allestita in Campidoglio a Roma. Presente anche Ignazio La Russa, Presidente del Senato, che ha così parlato del serbo: “È un combattente, lo è stato dal primo all’ultimo giorno”.
“Lui ha dimostrato che tutto questo è possibile. Ha tirato calci di punizione contro le porte avversarie, ma anche contro le avversità della vita, ed erano sempre calci vincenti“, ha dunque aggiunto La Russa. Sul feretro sono state anche deposte le sciarpe delle sue varie squadre.
Le parole di Spalletti
In Campidoglio per un ultimo saluto a Mihajlovic era presente pure l’attuale allenatore del Napoli, ovvero Luciano Spalletti che ha voluto ricordare: “Il calcio perde una persona di valore. Il mio ricordo è legato al nostro ultimo incontro a Bologna: lui ha usato parole molto carine verso il mio Napoli”.
“Sinisa ti faceva subito capire chi avessi di fronte – ha dunque aggiunto lo stesso Spalletti -. Non aveva il timore di nascondersi per poi fregarti. Mi rimane la sua forza, una persona di grande valore. Lo percepivi subito quando lo incontravi oppure ci giocavi contro”.
Le lacrime di Lotito
Sinisa ci ha lasciati a Roma, dove ha fatto grandi cose soprattutto con la maglia della Lazio. E proprio il presidente Claudio Lotito ne ha parlato così in lacrime: “Il ricordo che ho è di un grande amico, grande uomo e grande padre. Deve rappresentare l’esempio non solo del calciatore ma dell’uomo“.
“Qualcosa faremo in suo nome“, ha precisato Lotito. Poi il presidente biancoceleste ha voluto lanciare un messaggio: “Bisogna approfondire alcune malattie, che potrebbero essere legate al tipo di stress, cure e trattamenti dell’epoca. Ci dobbiamo porre l’interrogativo sul perché accadono queste cose”.