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Milan, le mosse di Pioli per uscire dal tunnel e cambiare la stagione

Dalla difesa a tre originariamente considerata "blasfema" nella tradizione rossonera alla grinta di protagonisti inattesi come Thiaw e Krunic. E poi sono tornati Maignan e Ibrahimovic...

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Un altro Milan, un’altra strada da seguire, il ritorno dei punti (e in abbondanza) all’insegna della solidità. Il 2-0 all’Atalanta è stato il quarto successo consecutivo e complessivo del Diavolo (tre in campionato dopo quelli contro Torino e Monza, insieme a quello contro Tottenham in Champions League) e, per giunta, senza subire un solo gol. Ma cos’è cambiato dal disastroso mese di gennaio? Il primo passo di mister Stefano Pioli, in quei giorni di sconfitta, è stato saper navigare il nave in tempesta, tenendo ben salde le mani sul timone di una braca dondolante, già consapevole delle mosse da attuare per tornare su lidi più tranquilli…

Pioli e la metamorfosi Milan: cos’è cambiato in meno di un mese?

Certamente, il primo aspetto a balzare agli occhi, è stato il cambiamento di pelle sulla linea in retroguardia. Della serie “a mali estremi, estremi rimedi”, col passaggio all’utilizzo della difesa a tre.

Una scelta originariamente considerata “blasfema” nel tempio storico della retroguardia a quattro e, per giunta, sotto gli occhi di un certo Paolo Maldini che, però, ha lasciato fare al tecnico parmense, dimostrandogli – e a ben donde – fiducia su tutti i fronti. Un’unione di intenti che ha pagato e che, ora, offre i punti più prelibati. Già, perché col terzetto Kalulu-Tomori-Thiaw – che garantisce peraltro un ottimo presente e un futuro dorato, vista l’anagrafe che sorride a tutti e tre – la porta resta inviolata.

La difesa a tre e i nomi che non ti aspetti: da Thiaw a Krunic

In particolare, Malick Thiaw, classe 2001 da Düsseldorf, fino a poco tempo fa oggetto del mistero giunto dalla Zweite Bundesliga (l’anno scorso era allo Schalke 04, impegnato nel ritorno in massima serie), si è letteralmente trasformato in qualità di “braccetto” mancino del terzetto di retroguardia: solido, aggressivo, puntuale ad ogni intervento su Rasmus Højlund, crack offensivo di questa, letteralmente annullato dal difensore tedesco. Gli occhi della tigre, però, si sono visti anche in mediana, con un Rade Krunic assatanato nel recupero palla.

Milan e i rientri di Ibra e Maignan che danno ulteriori certezze

L’accortezza, la grinta, l’aggressività, ma anche la qualità. Il Milan può ora essere rinfrancato per il rientro – tanto agognato – di due autentici punti di riferimento, fino all’altro ieri lungodegenti: Mike Maignan in porta e Zlatan Ibrahimovic là davanti. Anche se il primo non ha toccato palla (per via degli zero tiri in porta dell’Atalanta) e lo svedese è entrato solo per uno spezzone di partita, la sicurezza nei propri mezzi della formazione rossonera, è già sembrata particolarmente tangibile.

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