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Milan, Leao risponde ai fischi dei tifosi, giallo sul mancato incontro con giovanissimo fan

Il bomber portoghese nel ciclone dopo la sostituzione e i fischi di San Siro, la replica su Instagram e la polemica per la maglia promessa a un bimbo

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Che fine ha fatto Leao? L’uomo in più del Milan è diventato l’uomo in meno, quello che si può sostituire – come ha fatto ieri Pioli nella gara col Genoa – e criticare, come continuano a fare e non da oggi i tifosi rossoneri. Anche ieri prova abulica del portoghese che ha confermato il trend negativo dell’ultimo mese: pigro in fase di non possesso palla e praticamente nullo in quella offensiva. In generale tutta la stagione è stata sicuramente al di sotto delle possibilità: 13 gol e 13 assist in 44 partite non è un bottino magrissimo ma da lui ci si aspetta sempre di più.

I fischi dello stadio e le parole di Pioli

Ieri a San Siro Pioli l’ha sostituito al 67′ e Leao, pesantemente fischiato dagli spalti, è andato via senza rivolgere la parola a nessuno in panchina, nemmeno al proprio allenatore e dirigendosi dritto negli spogliatoi al momento del cambio. Il tecnico ha motivato così il cambio: “Leão è stato troppo poco dentro l’area, avevo bisogno di un attaccante esterno che lo facesse di più e Okafor lo ha fatto. Non tutte le partite sono uguali e non tutte le prestazioni sono dello stesso livello”.

La risposta di Leao alle polemiche

In seguito il numero 10 rossonero ha affidato a Instagram la propria risposta: “Grazie di esistere (in riferimento al calcio, ndr). C’è gente che non conosce il significato… Molto più che una passione, è una religione!”.

I tifosi scaricano Leao sui social

I tifosi iniziano a dubitare sempre di più sulle sue qualità, il web è in fiamme: “Sono sempre più deluso da Leao. In questo periodo è una croce per il Milan” e poi: “Ormai è più un rapper che un giocatore”, oppure: “Leao è un grandissimo giocatore, mezzi tecnici eccezionali e fisico atletico. Peccato che non abbia una buona rabbia agonistica. Se non gli scatta qualcosa nella testa non sarà mai un campione”

C’è chi scrive: “Non si sa se Leao sia un campione, pare un altro Balotelli” e anche: “Forse va venduto” e ancora: “Se Leao è questo può giocare tutta la vita Okafor. Non possiamo più permetterci un giocatore in meno per 85 minuti a partita” e poi: “Bidone sopravvalutato, poi al prossimo gol inutile vai di esultanza polemica, mi raccomando”.

Il giallo della promessa non mantenuta da Leao

C’è poi un’altra storia che riguarda il portoghese, legata ad una promessa fatta a un suo giovane tifoso. Il piccolo Elia, di 5 anni, aveva chiesto con un video via social di avere la maglia di Leao e il numero 10 rossonero, informato della cosa, su X aveva risposto condividendo il video e postando l’emoji di una stretta di mano. Il bimbo era disposto a fare un viaggio di 700 km per incontrare il suo idolo e il club rossonero sembrava avesse dato l’ok. Ieri però Leao nel dopo-partita non ha mantenuto fede alla promessa, con tanto di delusione del padre sui social.

In tanti hanno condannato il Milan e il giocatore ma è stato lo stesso padre del bambino a chiarire: “Lui, GENTILISSIMO ci tengo a dirlo, mi dice che se il Milan vince, scendiamo in mixed zone. Succede che il Milan non vince e non scendiamo. Da lì la mia delusione. Punto. Non c’era nessun accordo datato una settimana fa, c’era un tweet di Leao che diceva “soon” con stretta di mano virtuale relativamente a Milan-Genoa”.

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