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Milan, Morata squalificato dall'UEFA per il coro dopo Spagna-Inghilterra: quante gare salta Alvaro

Il nuovo attaccante del Diavolo, che sbarcherà domani pomeriggio a Milano, è stato fermato dall'UEFA dopo l'indagine aperta per l'ingenuo sfottò dopo la finale di Euro 2024: la decisione

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Alvaro Morata si appresta a dare ufficialmente il via alla propria nuova avventura in Serie A. Nella giornata di domani, 8 agosto, il fresco campione d’Europa da capitano con la Spagna sbarca a Milano per vestire finalmente il rossonero.

Il ritorno in Italia per l’ex attaccante della Juventus sarà, però, almeno in parte minato dalla conferma della squalifica decisa dall’UEFA nella giornata odierna dopo le frasi su Gibilterra durante i festeggiamenti per l’Europeo messo in bacheca con la Roja. Scopriamo quali gare sarà costretto a saltare Alvaro, che cosa comporta questa squalifica per il Milan e il programma verso il primo allenamento agli ordini di Paulo Fonseca.

Alvaro Morata sbarca a Milano: il programma

Alvaro Morata è pronto a prendersi il Milan. Il nuovo centravanti del Diavolo sbarcherà, infatti, a Milano nella giornata di domani, 8 agosto. Più precisamente, lo spagnolo è atteso a Linate nel pomeriggio. Il primo vero tuffo in rossonero avverrà, però, dopodomani, venerdì 9 agosto, quando alle 12 Alvaro sarà presentato a Casa Milan. Primo allenamento agli ordini di Fonseca a Milanello, invece, in programma sabato.

Vigilia rossonera travagliata per Alvaro

La vigilia dell’approdo in rossonero dell’attaccante prelevato per circa 13 milioni di euro pagando la clausola all’Atletico Madrid è, però, condizionata dalla notizia della conferma della squalifica (in condivisione con Rodri) comminata dall’UEFA per i cori su Gibilterra pronunciati da durante i festeggiamenti per il successo all’Europeo 2024 in finale contro l’Inghilterra.

Il coro dopo Spagna-Inghilterra

“Gibilterra è Spagna”, questa la frase pronunciata ingenuamente lo scorso 15 luglio per le vie di Madrid dal nuovo attaccante del Diavolo e dal centrocampista del City a mo’ di sfottò dopo il successo sugli inglesi. Parole che hanno scatenato un vero e proprio putiferio, sfiorando il caso diplomatico e portando la Federcalcio di Gibilterra a presentare un reclamo presso l’UEFA.

La decisione dell’UEFA per Alvaro e Rodri

Inevitabile l’apertura di un’indagine da parte del massimo organismo del calcio europeo che, nella giornata odierna, ha emesso il proprio verdetto, squalificando i due calciatori spagnoli. Nel documento UEFA si legge come il Comitato di Controllo, Etica e Disciplina UEFA (CEDB) abbiamo deciso di:

“sospendere il giocatore della Real Federación Española de Fútbol, Álvaro Morata, per la prossima partita (1) di competizione della rappresentativa UEFA per la quale sarebbe altrimenti idoneo, per non aver rispettato i principi generali di condotta, per aver violato le regole basilari di condotta decente, per aver utilizzato eventi sportivi per manifestazioni di natura non sportiva e per aver discreditato il calcio e in particolare la UEFA”. Medesima decisione per Rodri.

Sospiro di sollievo per Fonseca

Manchester City e Milan possono, dunque, tirare un sospiro di sollievo. La squalifica, infatti, non costringerà Fonseca a rinunciare a Morata, visto che l’attaccante andrà a scontare il turno di stop nella prima gara ufficiale UEFA, sì, ma quella che lo avrebbe visto indossare la camiseta roja della nazionale spagnola. In particolare, Morata e Rodri non prenderanno parte alla gara contro la Serbia valevole per il girone di Nations League in programma del prossimo 5 settembre.

La reazione di Gibilterra

La notizia della squalifica ha visto il governo di Gibilterra palesare la propria soddisfazione. Attraverso una nota, il governatore Fabian Picardo, che sui social sottolinea come la decisione della UEFA sia “un chiaro messaggio a tutti coloro che mescolano sport e politica. Giustifica la decisione della Federcalcio di Gibilterra di agire e denunciare. E, cosa forse ancora più importante, sottolinea giustamente che il canto in questione getta discredito sul calcio. Gibilterra appartiene ai suoi abitanti e nessun canto o altro potrà mai cambiarlo”.

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