C’è un Milan che ha ripreso a vincere e a marciare verso un posto in Champions League, l’obiettivo fissato dal nuovo management a inizio stagione. Ma ce n’è anche uno che stenta. Si tratta della formazione Primavera, alle prese con un avvio di campionato in sordina.
La squadra di Alessandro Lupi, promosso dall’Under 16 a fine novembre 2017 quando Rino Gattuso fu chiamato a dirigere la prima squadra al posto di Vincenzo Montella, langue infatti nella parte bassa della classifica. Il gruppo, giovane e rinnovato, ha bisogno di tempo per amalgamarsi, così nessuno in società si preoccupa dei difetti di crescita, pur dolorosi, avendo causato la pesantissima sconfitta per 7-1 in casa contro la Roma dominatrice del torneo. Nello scorso weekend il Milan ha ceduto ancora in casa, al Chievo, vittorioso per 2-0.
Quella contro i gialloblù non è stata una partita qualunque, avendo segnato il ritorno in campo dopo oltre un anno di assenza di Andrea Conti. L’esterno difensivo prodotto del vivaio dell’Atalanta era stato uno degli acquisti top del ricco mercato estivo 2017 del duo Fassone-Mirabelli, ma non ha di fatto mai potuto essere a disposizione di Montella prima e Gattuso poi a causa della doppia rottura del crociato del ginocchio sinistro, a settembre e a marzo.
In attesa di rientrare in prima squadra, Conti ha messo nelle gambe sessanta minuti contro il Chievo Primavera, venendo anche elogiato dallo stesso Lupi a fine gara: “L’ho visto bene. Ci vuole tempo, ma ha grandi prospettive umane e tecniche”.
Conti ha però pagato caro il mix di tensione per il rientro e dell’adrenalina da campo che gli mancava da tempo. Al rientro dagli spogliatoi, infatti, il giocatore ha contestato in maniera troppo accesa l’operato dell’arbitro (reo di aver concesso un rigore dubbio al Chievo) al punto da meritarsi tre giornate di squalifica. Questa la sorprendente motivazione del Giudice, diramata dal sito ufficiale della Lega Serie A: “Perché, raggiunto l’Arbitro presso il suo spogliatoio al termine della gara, impediva al medesimo di chiuderne la porta che colpiva con due pugni; e per avere, nella medesima circostanza, rivolto all’Arbitro una espressione ingiuriosa ed elevato grida che cessavano solo dopo i numerosi inviti del medesimo Direttore di gara”.
Ma non finisce qui, perché la tensione ha fatto un brutto scherzo anche a Paolo Maldini. Il direttore sviluppo strategico dell’area sport è stato infatti inibito fino al 15 novembre “per avere, al termine della gara, fatto ingresso nello spogliatoio del Direttore di gara, sebbene non autorizzato dal medesimo, e rivolto allo stesso Arbitro un’espressione offensiva”.
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