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Milan, si riapre il caso Leao: cosa è successo al momento del cambio, Di Canio spietato

Paulo Fonseca prova a spegnere le polemiche dopo il cambio col Brugge, ma l'attaccante portoghese è attaccato duramente da Capello e Di Canio

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

E poi ci si mette anche il ‘padre tempo’ a gettare benzina sul fuoco. Fuori Leao, dentro Okafor. E lo svizzero impiega giusto qualche secondo per mandare in gol Reijnders. Sì, Rafa è un caso per il Milan: bocciato da Fonseca dopo un’ora, stroncato da Di Canio e bacchettato pure da Capello.

Milan, momento da incubo per Leao: la reazione al cambio

Rimasto in panchina a Udine, il portoghese è stato rilanciato da Fonseca in Champions per la sfida col Bruges. Sessanta minuti in campo, qualche sgasata, un giallo e solita mancanza di continuità: richiamato in panchina per far posto a Okafor, Leao non ha affatto preso bene il cambio.

Con la beffa di dover assistere alla rete del 2-1 di Reijnders propiziata proprio da uno spunto del compagno di squadra cui aveva appena lasciato il posto. A fine partita, poi, non ha partecipato al saluto alla Curva col resto della squadra preferendo filare immediatamente negli spogliatoi. Insomma, acque sempre più agitate.

Fonseca versione pompiere e la bacchettata di Capello

Benzina sul fuoco, si diceva. Ed ecco, allora, che Fonseca, le cui mosse a gara in corso si sono rivelate tutte vincenti, indossa l’uniforme da pompiere. C’è una polemica da spegnere sul nascere, prima che le fiamme si propaghino e il rogo da domare diventi da mission impossibile. “Nessun problema con Leao, il cambio non è stato punitivo – ha chiarito a Sky -. La sostituzione deve essere vista da Rafa come una normalità”.

Chi non ha usato giri di parole – e non è una novità – è Capello. Nel post partita Don Fabio ha detto: “Doveva rimanere in campo e festeggiare come tutti i suoi compagni. Non dobbiamo pensare a Leao come leader, lui è un giocatore fuori dagli schemi ma deve accettare di non essere indispensabile. Deve cambiare atteggiamento, non ha ancora capito abbastanza bene la lezione, faccia qualche ripetizione”.

Di Canio spietato: la metafora che stronca Leao

La premessa di Paolo Di Canio lascia intendere il tenore del suo discorso nel post partita di Milan-Brugge andato in onda su Sky: “Mister Capello è diventato più morbido…”. L’ex rossonero, già in passato poco tenero nei confronti del lusitano per il caso cooling break, stronca quello che definisce “il pacchetto Leao. Ho capito cos’è, lo dico ora e poi non ne parlo più”.

E via con la metafora: “È come se qualcuno mi dicesse: ‘Paolo, che orologio bellissimo che hai’. Se lo guardi lontano pensi: ‘Cos’è: un Vinicius Junior? Ah no, un vintage: un Thierry Henry? Un Robben? Ah, No! Ma è una copia‘. Se lo osservi da vicino è una copia, fatta non proprio bene”.

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