Primo in classifica, seppur in coabitazione, nonché la grande più convincente sul piano del gioco in questo inizio di stagione pieno di sorprese e inciampi per diverse big. Inattesa della super-sfida contro il Napoli, secondo scontro diretto della stagione dopo il derby vinto, il Milan avrebbe parecchi motivi per guardare al futuro prossimo con ottimismo, almeno in campionato, visto che l’inatteso pareggio a Salisburgo al debutto del girone di Champions League ha messo parzialmente in salita la corsa verso gli ottavi.
- Il Milan e l'allarme infortuni: attacco ridotto all'osso
- Il Milan e la fragilità di Rebic: il dato che preoccupa Pioli
- Milan, Origi adesso è un caso: il tendine preoccupa, blitz in Belgio per controlli
Il Milan e l’allarme infortuni: attacco ridotto all’osso
Eppure in casa rossonera c’è un motivo di preoccupazione e anche piuttosto serio che riguarda gli infortuni che si sono susseguiti copiosamente nel primo scorcio della stagione. Oltre al lungodegente Zlatan Ibrahimovic, il cui piano di recupero dopo l’operazione al ginocchio di maggio prosegue senza intoppi in vista del probabile rientro in campo a gennaio, sono attualmente altri quattro i giocatori fermi in infermeria, ma a creare allarme sono soprattutto i problemi di Ante Rebic e Divock Origi.
Come sempre, infatti, gli infortuni diventano causa di seria emergenza quando riguardano lo stesso reparto: nel caso del Milan in piena emergenza è il reparto offensivo, se è vero che per le fondamentali partite contro Dinamo Zagabria e Napoli, prima della sosta del campionato, Pioli avrà a disposizione in avanti il solo Olivier Giroud al quale si aggiunge Rafa Leao, ma solo per la gara di Champions, vista la squalifica che il portoghese dovrà scontare in campionato dopo l’espulsione contro la Sampdoria.
Il Milan e la fragilità di Rebic: il dato che preoccupa Pioli
Un guaio vero solo in parte aggirabile schierando da punta Charles De Ketelaere e gestendo le poche forze a disposizione. Ad aumentare la preoccupazione è poi il fatto che né per Rebic, né per Origi ci sono certezze circa i tempi di recupero. Il croato è ormai un habitué degli infortuni, come confermato dalla statistica che, dal suo approdo al Milan nel 2019, lo ha visto già saltare 46 partite ufficiali, il 31,1% delle 148 gare totali disputate dai rossoneri in quel lasso di tempo. L’ex Fiorentina, Verona ed Eintracht aveva impattato benissimo la stagione con la doppietta alla prima di campionato contro l’Udinese, confermandosi una validissima alternativa tanto a Leao sulla sinistra del 4-2-3-1 quanto a Giroud come prima punta in caso di necessità, per questo la sua assenza crea non pochi problemi a Pioli.
Milan, Origi adesso è un caso: il tendine preoccupa, blitz in Belgio per controlli
Ancora più preoccupante è però la situazione di Origi, il cui infortunio muscolare alla coscia sta diventando un caso. L’ex Liverpool volerà in Belgio durante la sosta del campionato per gli impegni delle nazionali, ma non per rispondere alla convocazione del ct Martinez, bensì per capire meglio attraverso visite specialistiche l’origine dei frequenti affaticamenti subiti che potrebbe riguardare i tendini. La realtà dice che Origi è costretto a fermarsi dopo un paio di allenamenti proprio a causa di sovraccarichi muscolari causati dall’infiammazione al tendine del bicipite femorale, lo stesso che ha costretto Florenzi, l’altro infortunato eccellente dell’inizio di stagione del Milan, a operarsi e a un conseguente lungo stop.
I problemi muscolari di Origi erano noti in casa Milan fin dal momento dell’acquisto dell’attaccante belga, che proprio per questo e per la necessità di sottoporsi a controlli specifici, ha firmato con i rossoneri con qualche settimana di ritardo, ma nessuno si sarebbe aspettato che dopo un mese di stagione il minutaggio del belga potesse essere così esiguo: appena 81 minuti tra campionato e Champions. Il Milan ha puntato su Origi per la sua esperienza internazionale e la sua duttilità tattica, ma si ritrova ora nel momento chiave della prima fase di quest’anomala stagione alle prese con una seria emergenza in attacco. Escluso, ovviamente, il ricorso al mercato degli svincolati la società e i tifosi si affidano all’esperienza e alla bravura di Stefano Pioli chiamato a fare di necessità virtù per tenere la squadra in altissima quota in tutte le competizioni.