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Rugby, Crowley ha scelto i 33 per il mondiale: l'Italia vuole stupire

Coach Kieran Crowley ha reso noti i 33 convocati per il mondiale che andrà in scena in Francia. Una nazionale sulla carta con poca esperienza che non si vuole porre limiti e proverà a sorprendere

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non abbiamo mai vinto un mondiale, non siamo mai andati oltre le 4 gare della prima fase, e probabilmente non riusciremo a centrare l’obiettivo nemmeno stavolta. Perché il girone che attende l’Italia nella prossima Coppa del Mondo di rugby, che tra una quindicina di giorni scatterà in Francia, non è stato certo dei più benevoli: All Blacks e padroni di casa rappresentano due ostacoli apparentemente insormontabili (i primi di sicuro, i transalpini magari qualche giornata no ultimamente ce l’hanno avuta…), certo tutt’altra cosa rispetto a Namibia e Uruguay, ma il commissario tecnico Kieran Crowley in qualche modo sa che nella vita c’è sempre spazio per le grandi imprese.

Avanzare ai quarti sarebbe il massimo, e per farlo l’Italia ha deciso di affidarsi alla linea verde. Perché dei 33 convocati per la rassegna in terra d’Oltralpe, appena 9 hanno già disputato una Coppa del Mondo. E soltanto uno, vale a dire Tommasino Allan, ne ha giocate due.

Ricambi per ogni ruolo

Il ricambio generazionale è piuttosto robusto, e non potrebbe essere altrimenti: il rugby è uno sport che corre veloce, e come dimostrano i recenti risultati ottenuti dall’Italia a livello internazionale (nell’ultimo decennio pochissime gioie e tanti bocconi amari) è inevitabile provare ad anticipare il cambiamento, portando gente giovane e fresca a competere già nei primi anni di attività.

Una scelta totalmente condivisa dalla FIR, pronta a sostenere le scelte di Crowley, che s’è preso due settimane di tempo in più per comunicare la lista dei 33 convocati proprio per non sbagliare uomini e soluzioni. Anche perché gli infortuni c’hanno messo eccome lo zampino: oltre a Padovani, il forfait di Menoncello, probabilmente il giocatore del futuro di casa Italia, è una tegola pesante che ha costretto il commissario tecnico a rimescolare tutte le carte.

E anche a convincerlo che per ogni ruolo ci sarà un sostituto pronto ad essere convocato in caso di infortuni patiti durante la competizione: non una singola riserva come avveniva in passato, ma più pedine da chiamare in base alle necessità del momento. Questo rende di fatto la rosa dei 33 “allargata” ad almeno altre 7-8 pedine, le stesse che fino a poche ore fa hanno sperato di finire nell’elenco dei convocati ufficiali.

Inesperta, ma di talento

Crowley ha spiegato che il processo di selezione è stato piuttosto complicato, perché se avesse potuto avrebbe portato in Francia ben più dei 33 della rosa. A conti fatti però, nelle 4 gare “sicure” che l’Italia andrà a giocare, salvo infortuni l’elenco dei 23 da mettere in lista appare abbastanza scontato. Il fatto di avere più tempo a disposizione tra una partita e l’altra (11 giorni dopo la prima, 9 dopo la seconda, 7 dopo la terza) consentirà al commissario tecnico di non variare più di tanto gli interpreti, poiché di spazio per recuperare dalla fatiche della gara precedente ce ne sarà in abbondanza.

Insomma, si andrà avanti nel segno della continuità, al netto di una rosa abbastanza inesperta (732 caps totali: in media meno di 22 a testa, e solo Allan è sopra i 50) che pure ha un’età media non troppo bassa (26 anni e mezzo), ma con tante pedine chiave decisamente futuribili. L’Italia di Crowley però, statistiche alla mano, è la nazionale che vanta la miglior media punti realizzati e il più alto numero di mete segnate per partita negli ultimi 15 anni, e oltre agli exploit contro Galles e Australia può certamente far leva su un gruppo più profondo e con una qualità complessiva più elevata che in passato. Soprattutto ha diversi giocatori intercambiabili a seconda delle contingenze: nel rugby moderno, la versatilità non è una virtù, quanto piuttosto un’esigenza.

Capuozzo è la stella

Quali saranno allora le “stelle” della spedizione azzurra? Ange Capuozzo è l’uomo copertina, fresco di rientro in campo dopo mesi tribolati (si infortunò durante il Sei Nazioni, e poi nel club a Tolosa ha giocato pochissimo), giocatore di talento cristallino che potrebbe esaltarsi in una terra che l’ha accolto da bambino e che conosce come le sue tasche.

Lorenzo Cannone è reduce da una stagione super al Benetton ed è l’erede designato di Sergio Parisse, che il commissario tecnico ha lasciato a casa non senza polemiche (sarebbe stato il sesto mondiale per Sergio, record assoluto). Michele Lamaro e Paolo Garbisi sono altre due colonne conclamate di una nazionale che non vuole porsi limiti, e che dopo l’innesto di Paolo Odogwu (la new entry estiva) ha voluto alzare ulteriormente l’asticella, pronta a giocarsi le proprie carte.

L’ultimo test col Giappone prima della partenza per la Francia (sabato 26 agosto alle 18,30 a Treviso) servirà come prova generale per confermare le buone indicazioni arrivate negli ultimi test. Poi, come sempre, sarà il campo a dire chi avrà avuto ragione.

La lista dei 33

Questo l’elenco dei convocati. Piloni: Pietro Ceccarelli, Simone Ferrari, Danilo Fischetti, Ivan Nemer, Marco Riccioni, Federico Zani. Tallonatori: Luca Bigi, Epalahame Faiva, Giacomo Nicotera. Seconde linee: Niccolò Cannone, Dino Lamb, Federico Ruzza, David Sisi. Terze linee: Lorenzo Cannone, Toa Halafihi, Michele Lamaro, Sebastian Negri, Giovanni Pettinelli, Manuel Zuliani. Mediani di mischia: Alessandro Fusco, Alessandro Garbisi, Martin Page-Relo, Stephen Varney. Mediani di apertura: Tommaso Allan, Giacomo Da Re, Paolo Garbisi. Centri: Juan Ignacio Brex, Luca Morisi. Ali ed estremi: Pierre Bruno, Ange Capuozzo, Montanna Ioane, Paolo Odogwu, Lorenzo Pani.

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