La deludente e inaspettata eliminazione in Qatar 2022 ha fatto bruciare di nuovo una ferita vecchia di 16 anni. Sono passati due decenni dal grande trionfo in Corea e Giappone nel 2002 quando il Brasile vinse il suo quinto titolo mondiale, e dopo tre edizioni fallimentari questa volta le speranze erano alte ma è finita ancora una volta male. Battuto ai quarti dalla Croazia dopo aver illuso tutti nella fase a girone, il Brasile si prepara a una profonda rivoluzione.
- Mondiali, Brasile: giallo sull'erede di Tite
- Mondiali, Brasile: il presidente federale evoca a sè tutti i poteri
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Mondiali, Brasile: giallo sull’erede di Tite
Il ct Tite non continuerà, come aveva annunciato in un’intervista già nello scorso febbraio. Francisco Novelletto, vicepresidente della CBF, aveva dichiarato il 17 novembre a ‘Rádio Grenal’ che avrebbe provato a convincerlo del contrario se avesse alzato il Mondiale ma ora non ci sono più dubbi. Il ct si è già dimesso. La sua intenzione, infatti, è quella di prendersi un anno sabbatico. Dopo sei anni con 60 vittorie, 15 pareggi e 1 sconfitta in 81 partite, con 174 gol fatti e 30 subiti, la stanchezza fisica e mentale pesa.
Diversi sono i nomi emersi come successori, tutti smentiti dalla CBF per puntare l’attenzione solo sul Mondiale ma ora è il momento delle scelte. Il tentativo di arrivare a Pep Guardiola sembra fallito, tra i candidati ci sono Abel Fereira (Palmeiras), Fernando Diniz (Fluminense), Mano Menezes (Internazionale) o Dorival Junior (senza squadra).
Mondiali, Brasile: il presidente federale evoca a sè tutti i poteri
Ednaldo Rodrigues, eletto presidente della CBF a marzo, resta invece saldamente in sella. Tra e sue prime mosse, come si legge su Marca, c’è l’intenzione di integrare Andrés Sánchez con poteri al posto di Juninho. Rodrigues comincerà con l’ingaggio del tecnico, senza escludere la via straniera, esplorata solo due volte prima: con il portoghese Joreca nel 1944 e l’argentino Filpo Núñez nel 1965. “Ne parleremo dopo, ma non abbiamo pregiudizi sulla nazionalità”, ha detto. Due i requisiti: essere competente e sposare un progetto a lungo termine.
Mondiali, Brasile: Chi resta e chi dice addio
L’ossatura del nuovo Brasile sarà composta dai tanti giovani talenti (Militao, Paquetá, Vinicius, Richarlison…) ma diversi veterani potrebbero dire addio, da Casemiro ( 31 anni a febbraio) a Thiago Silva (38), da Dani Alves allo stesso Neymar.
Mondiali, Brasile: Anche Neymar potrebbe lasciare la Nazionale
Nel momento di maggior sconforto, dopo il ko con la Croazia, anche ‘O Ney ha pensato di andarsene (“non garantisco niente. Sono psicologicamente distrutto, senza dubbio è stata la sconfitta che mi ha fatto più male. Piango senza sosta”) anche se un nuovo progetto stimolante potrebbe fargli cambiare idea. Alle spalle della rosa che ha partecipato ai Mondiali c’è una nuova generazione di talenti che spinge. Il 2026, con i Mondiali in Usa, Messico e Canada, non è poi così lontano.