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Sci, SuperG Mondiali Saalbach: Odermatt è di un altro pianeta, Paris a 16 centesimi dal bronzo. Disastro Casse

Straordinaria impresa di Marco Odermatt, che lascia tutti a più di un secondo e trionfa nella prima gara al maschile dei mondiali. Haaser e Sejerstud sul podio

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Marco Odermatt non è un essere umano: adesso abbiamo le prove. Perché soltanto un alieno avrebbe potuto fare quello che ha fatto il fuoriclasse elvetico, che alla prima occasione utile non ha tremato di fronte alla possibilità di centrare la prima medaglia mondiale in carriera. Una vittoria netta, per certi versi anche oltre le più rosee aspettative: Raphael Haaser è argento ma a un secondo netto di distanza, Sejerstud s’è preso il bronzo ma con 1″15 di ritardo. Ed è un peccato che Dominik Paris la zona medaglie se la sia persa per soli 16 centesimi: qualche sbavatura di troppo nella parte iniziale è costata cara al carabiniere di Merano, che sa di aver sciupato una bella chance.

Odermatt fa un altro sport: una lezione di sci

Quel che ha fatto Odermatt è qualcosa che si fa fatica a spiegare, se non sotto la voce “dominio universale”. Perché ha fatto registrare il miglior intertempo in tre dei cinque parziali della gara, e nei restanti due ha comunque segnato il secondo miglior crono. Ha dominato dall’inizio alla fine, infliggendo almeno mezzo secondo a tutti negli ultimi 30 secondi del tracciato. “Quel che ha fatto sotto Odi lo sa solo lui, non è una cosa normale”, ha esclamato pieno di ammirazione Paris dopo il traguardo.

Odermatt due anni fa a Meribel aveva vinto l’oro in discesa e in gigante, ma gli manca appunto il metallo più prezioso in supergigante per completare l’opera. Era il grande favorito e lo ha dimostrato con i fatti, non a parole, tirando giù una riga su un tracciato non così semplice, con tante porte “cieche” e spazi spesso piuttosto angolati. Semplicemente, ha ribadito di essere il più forte di questa epoca, e il suo mondiale è appena cominciato.

Haaser e Sejerstud beffano Kriechmayr (e non solo)

Sul podio con Odermatt sono saliti Raphael Haaser e Adrian Smiseth Sejerstud. Non proprio due sorprese, ma neppure due calibri grossissimi: Haaser ha fatto bene nella parte alta ed è stato tra i pochi a limitare i danni nell’ultimo settore, riuscendo così a mantenersi a un secondo netto di ritardo dal vincitore. Sejerstud, sceso per primo, ha sfruttato certamente le condizioni intonse della pista e ha avuto modo di fare tanta velocità, pur in assenza di riferimenti.

Alla fine s’è preso il podio con le unghie e con i denti, visto che in soli 16 centesimi si sono ritrovati addirittura in 6 atleti: Vincent Kriechmayr, dopo il recupero lampo seguito al problema al ginocchio rimediato a Wengen, ha chiuso quarto a soli 5 centesimi (persi in buona misura nel tratto centrale), il norvegese Fredrik Moeller ha buttato via una medaglia già bella e impacchettata perdendo mezzo secondo nelle ultime 4 porte, Stefan Babinsky ha confermato l’attitudine degli austriaci a scendere fortissimo proprio nell’ultima parte (solo Odermatt meglio di lui nel tratto), mentre Cochran-Siegel ha dimostrato di essere molto a suo agio su questo tracciato.

Paris, un errore pagato a caro prezzo

L’americano ha chiuso a 1”31, stesso tempo di Dominik Paris. Che ha pagato tanto, anzi tantissimo nel secondo intermedio (addirittura 73 centesimi!) e in quel tratto ha buttato via ogni residua possibilità di andare a medaglia. “Un peccato, perché ho provato a spingere a tutta sin dalle primissime porte, ma purtroppo dopo quell’errore ho capito che sarebbe stata dura finire sul podio.

Alla fine so di aver sciato anche bene, ma ho sbagliato in un punto dove sapevo che un errore mi sarebbe potuto costare caro. Onestamente dovrei essere anche abbastanza soddisfatto, ma la verità è che a un mondiale vai per vincere una medaglia, e chi arriva fuori dai primi tre ha poco di cui essere contento. Vediamo come andrà la discesa: fisicamente sto bene, ma devo limitare certi errori se voglio essere ancora competitivo”.

Casse malissimo, Franzoni illude ma esce

Paris alla fine è stato l’unico italiano a finire in top ten: Mattia Casse ha sbagliato tantissimo dopo il salto Ulli Maier e ha perso un secondo quando era in linea con i tempi dei migliori (escluso Odermatt, naturalmente), uscendo addirittura dai primi 20. Subito dietro di lui un Christof Innerhofer ammirevole almeno per l’impegno profuso a 40 anni suonati.

Giovanni Franzoni, veloce nella prima parte, ha saltato una porta a metà gara e ha compromesso una run che prometteva bene. La riscossa degli italiani passa per la discesa di domenica, ma come temuto la prima gara al maschile ha subito fatto perdere la “buona abitudine” di una medaglia per ogni gara.

Supergigante Mondiali Saalbach, classifica finale

  1. ODERMATT Marco SUI 1’24″57
  2. HAASER Raphael AUT +1″00
  3. SEJERSTED Adrian Smiseth NOR +1″15
  4. KRIECHMAYR Vincent AUT +1″20
  5. MOELLER Fredrik NOR +1″22
  6. BABINSKY Stefan AUT +1″30
  7. COCHRAN-SIEGLE Ryan USA +1″31
  8. PARIS Dominik ITA +1″31
  9. ROGENTIN Stefan SUI +1″68
  10. READ Jeffrey CAN +1″99

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