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Mondiali, Van Gaal attacca la Fifa e mostra le prove: voleva l'Argentina campione

Il quarto di finale in cui i sudamericani vinsero ai rigori contro gli orange ancora non va giù all'ex commissario tecnico. Che attacca Messi e la FIFA.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Ombre sull’ultimo Mondiale. Ad alimentare nuovamente il sacro fuoco delle polemiche sulla rassegna iridata vinta dall’Argentina è stato Louis Van Gaal. L’ex commissario tecnico della Nazionale olandese, oggi non più in carica e sostituito da Ronald Koeman, è tornato nuovamente su quella maledetta partita persa dai suoi contro Messi e compagni. Novanta minuti che proprio non vanno giù al 72enne sergente di Amsterdam, che in occasione di un premio della Lega calcio olandese ha sollevato sospetti e anche qualcosa in più.

“Tutto premeditato: Messi doveva essere campione del mondo”

Tutto scritto a tavolino. Questa è la tesi di Louis Van Gaal, neppure troppo celata dalle sue parole che vi riportiamo fedelmente: ““Quando vedi i gol dell’Argentina e quando vedi quelli che abbiamo segnato noi capisci tante cose – ha dichiarato Van Gaal alla stampa olandese – così come quando si vedono alcuni calciatori argentini andare oltre il limite senza essere puniti. Allora io penso che sia stato tutto premeditato: Messi doveva essere campione del mondo“. Insomma, zero giri parole con dichiarazioni anche piuttosto pesanti che gettano fango sul successo dell’Argentina. E a chi gli chiedeva se fosse proprio convinto della tesi sostenuta la replica è stata ancora più netta: “Penso tutto quello che dico“.

La Fifa aprì un procedimento contro entrambe le federazioni

Ma cosa accadde di così terribile in quel quarto di finale? In campo la partita terminò 2-2, tanto che furono necessari i calci di rigore per consentire alla Nazionale argentina di passare il turno e accedere così tra le prime quattro del torneo. Ma gli strascichi di quel confronto furono immediati, polemiche vibranti sia in campo che successivamente fuori. Basti pensare che la la Commissione disciplinare della Fifa aprì un procedimento contro la Federcalcio argentina e contro quella olandese.

Il motivo? Possibili violazioni degli articoli 12 (“cattiva condotta di giocatori e funzionari”) e 16 (“ordine e sicurezza nelle partite”) del Codice disciplinare della Fifa. Tutto cominciò con l’esultanza di Leo Messi, giocatore che si era sempre distinto per correttezza, in faccia al tecnico Van Gaal. Ma nel complesso la direzione arbitrale scontentò tutti, con la Pulce che definì inadeguato l’arbitro, lo spagnolo Mateu Lahoz.

Le ammonizioni, la rissa, il nervosismo di Messi: una lotta più che una partita

Al minuto 89 sul punteggio di 2-1 per l’Argentina Leo Paredes commise fallo e spedì il pallone contro la panchina olandese. Nacque un putiferio con Van Dijk che colpì con una spallata l’attuale centrocampista della Roma. Poi Weghorst trovò il clamoroso pareggio in extremis trascinando l’incontro ai supplementari. Che fosse una partita nervosa lo attestò il numero di ammonizioni: ben 17 in totale, quasi tutte però dovute all’episodio precedentemente descritto.

Ai supplementari diventò una lotta più che una partita di calcio che non terminò neppure col fischio finale, visto che si innescò una maxi rissa tra giocatori. Brutto spot per il Mondiale. Messi alla fine davanti alle telecamere si rivolse in questa maniera a Weghorst: “Ma cosa guardi, scemo?”. Oggi Van Gaal riapre una ferita mai sopita. Con l’Argentina che proseguì la sua corsa fino al titolo.

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