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Montecarlo, Pogacar fischiato al torneo di tennis. Ma Musetti lo ringrazia: "L'ho visto e ho svoltato"

Caso curioso durante il match tra Musetti e Bu: Pogi arriva in ritardo al proprio posto, rallentando l'inizio di un game e indispettendo il pubblico. Che non l'aveva riconosciuto.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Strano, ma vero: hanno ripreso Pogacar perché andava… troppo lento, e la cosa non può passare inosservata, pensando alle abitudini del campione del mondo. Che a 24 ore di distanza dal trionfo sulle strade del Fiandre ha fatto una fugace apparizione a Montecarlo, cioè a casa sua (da anni lo sloveno risiede nel principato), concedendosi anche qualche ora di svago sugli spalti del circolo di Roccabruna dove da domenica è scattato il primo Masters 1000 della stagione sulla terra rossa. Solo che evidentemente il buon Tadej non sa che per accedere in tribuna bisognerebbe fare in fretta, o quantomeno sfruttare le pause tra un cambio di campo e l’altro.

Pogi è in ritardo, il giudice lo rimprovera, il pubblico lo fischia

È successo così che Pogacar abbia fatto le cose con calma quando il gioco stava per riprendere, con il cinese Bu intento a iniziare un game sul proprio servizio. E chiaramente la presenza dello sloveno dell’UAE Team Emirates non è passata inosservata agli occhi del giudice di sedia, che s’è subito rivolto verso quello spettatore indisciplinato intimandogli di sedere in fretta, dal momento che tutti stavano aspettando di far riprendere il gioco.

Nel tennis infatti vige una regola “non” scritta, ma comunque abbastanza abitudinaria: quando la partita è in corso, nessuno spettatore può muoversi dal proprio posto o spostarsi da una parte all’altra della tribuna. Pogacar evidentemente non sapeva la cosa, o qualcuno ha pensato bene di farlo passare lo stesso.

Risultato? Bu costretto a fermare il movimento di preparazione al primo servizio nel sesto gioco del secondo set, col pubblico presente sugli spalti che non ha mancato di fischiare sonoramente quel tizio che non aveva ancora preso posto sulla sua poltroncina.

Musetti tra i pochi a capire che fosse Tadej: “Mi ha ispirato”

Il fatto è che in pochi (per non dire nessuno) in quel momento si sono accorti chi fosse realmente quello spettatore. L’ha capito però Musetti, che s’è voltato e ha riconosciuto immediatamente Tadbej, lasciandosi scappare anche un fugace sorrisino prima di tornare a pensare alla partita. Musetti che in quel momento era praticamente a un passo dall’eliminazione, sotto di un set e di un break contro l’ostico giocatore asiatico.

“Quando ho visto Pogacar è come se dentro di me fosse scattato qualcosa”, ha poi ammesso Lorenzo a fine partita. E il motivo è presto detto: proprio in quel sesto game è cominciata la riscossa del carrarino, che ha strappato la battuta a Bu e poi ha preso a correre decisamente con un altro piglio, tanto da conquistare il secondo set per 7-5 prima di andare a chiudere nel terzo e decisivo parziale per 6-3.

Tadej è un grande esempio di lotta e fatica. Forse mi ha dato la spinta in più per rimontare dato che è arrivato proprio quando sono riuscito a piazzare il break nel secondo set. Forse è anche un po’ merito suo se sono riuscito a vincere”. Strana alleanza, quanto mai benvenuta.

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