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MotoGP: albo d'oro. I nomi di tutti i vincitori della classe regina del Motomondiale

L'elenco di tutti i vincitori del mondiale della classe regina del Motomondiale. Dal 1949 al 2001 nella 500, poi dal 2002 a oggi nella MotoGP

Ultimo aggiornamento:

MotoGP: albo d'oro. I nomi di tutti i vincitori della classe regina del Motomondiale Fonte: Ansa

Senza soluzione di continuità, dal 1949 al 2001, la Classe 500 è stata la vetta più alta del motociclismo professionistico su pista. Il titolo è poi passato alla MotoGP a partire dal 2002, sua erede spirituale. Il modo delle due ruote ha sempre affascinato il pubblico, catalizzandone l’attenzione per la sua alta spettacolarità e, purtroppo, anche per la grande pericolosità.

Non hanno fatto fatica, quindi, a nascere dei veri e propri miti di questo sport, personaggi che hanno scolpito in maniera indelebile la propria impronta nella storia. Soprattutto se sono stati in grado di portarsi a casa un titolo mondiale. O addirittura più di uno.

Albo d’oro MotoGp: l’elenco di tutti i vincitori

ANNO VINCITORE NAZ MOTO
CLASSE 500
1949 Leslie Graham GBR AJS
1950 Umberto Masetti ITA Gilera
1951 Geoff Duke GBR Norton
1952 Umberto Masetti ITA Gilera
1953 Geoff Duke GBR Gilera
1954 Geoff Duke GBR Gilera
1955 Geoff Duke GBR Gilera
1956 John Surtees GBR MV Agusta
1957 Libero Liberati ITA Gilera
1958 John Surtees GBR MV Agusta
1959 John Surtees GBR MV Agusta
1960 John Surtees GBR MV Agusta
1961 Gary Hocking RHO MV Agusta
1962 Mike Hailwood GBR MV Agusta
1963 Mike Hailwood GBR MV Agusta
1964 Mike Hailwood GBR MV Agusta
1965 Mike Hailwood GBR MV Agusta
1966 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1967 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1968 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1969 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1970 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1971 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1972 Giacomo Agostini ITA MV Agusta
1973 Phil Read GBR MV Agusta
1974 Phil Read GBR MV Agusta
1975 Giacomo Agostini ITA Yamaha
1976 Barry Sheene GBR Heron Suzuki GB
1977 Barry Sheene GBR Heron Suzuki GB
1978 Kenny Roberts USA Yamaha International
1979 Kenny Roberts USA Yamaha International
1980 Kenny Roberts USA Yamaha International
1981 Marco Lucchinelli ITA Gallina-Nava Olio Fiat
1982 Franco Uncini ITA Gallina-Nava Olio Fiat
1983 Freddie Spencer USA Honda Racing Company
1984 Eddie Lawson USA Marlboro Team Agostini
1985 Freddie Spencer USA Rothmans Honda HRC
1986 Eddie Lawson USA Marlboro Team Agostini
1987 Wayne Gardner AUS Rothmans Honda HRC
1988 Eddie Lawson USA Marlboro Team Agostini
1989 Eddie Lawson USA Rothmans Kanemoto Honda
1990 Wayne Rainey USA Marlboro Team Roberts
1991 Wayne Rainey USA Marlboro Team Roberts
1992 Wayne Rainey USA Marlboro Team Roberts
1993 Kevin Schwantz USA Lucky Strike Suzuki
1994 Mick Doohan AUS Honda Team HRC
1995 Mick Doohan AUS Repsol Honda
1996 Mick Doohan AUS Repsol Honda
1997 Mick Doohan AUS Repsol Honda
1998 Mick Doohan AUS Repsol Honda
1999 Àlex Crivillé SPA Repsol Honda
2000 Kenny Roberts Jr USA Telefonica Movistar Suzuki
2001 Valentino Rossi ITA Nastro Azzurro Honda
MOTOGP
2002 Valentino Rossi ITA Repsol Honda
2003 Valentino Rossi ITA Repsol Honda
2004 Valentino Rossi ITA Gauloises Fortuna Yamaha
2005 Valentino Rossi ITA Gauloises Yamaha
2006 Nicky Hayden SPA Repsol Honda
2007 Casey Stoner AUS Ducati Marlboro
2008 Valentino Rossi ITA Fiat Yamaha
2009 Valentino Rossi ITA Fiat Yamaha
2010 Jorge Lorenzo SPA Fiat Yamaha
2011 Casey Stoner AUS Repsol Honda
2012 Jorge Lorenzo SPA Yamaha Factory Racing
2013 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2014 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2015 Jorge Lorenzo SPA Movistar Yamaha MotoGP
2016 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2017 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2018 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2019 Marc Márquez SPA Repsol Honda
2020 Joan Mir SPA Suzuki Ecstar
2021 Fabio Quartararo FRA Mons.Energy Yamaha
2022 Francesco Bagnaia ITA Ducati Lenovo
2023 Francesco Bagnaia ITA Ducati Lenovo
2024 Jorge Martin SPA Ducati Prima Pramac

Quanti mondiali ha vinto…

SUCCESSI PILOTA QUANDO
8 GIACOMO AGOSTINI 1966, 1967, 1968, 1969, 1970, 1971, 1972, 1975
7 VALENTINO ROSSI 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2008, 2009
6 Marc Marquez 2013, 2014, 2016, 2017, 2018, 2019
5 Mick Doohan 1994, 1995, 1996, 1997, 1998
4 Eddie Lawson, John Surtees, Mile Hailwood, Geoff Duke
3 Jorge Lorenzo, Wayne Rainey, Kenny Roberts
2 FRANCESCO BAGNAIA, Wayne Gardner, Freddie Spencer, Berry Sheene, Phil Reed, UMBERTO MASETTI
1 Jorge Martin, Joan Mir, Fabio Quartararo, Casey Stoner, Kenny Roberts Jr, Alex Crivillé, Kevin Schwantz, MARCO LUCCHINELLI, FRANCO UNCINI, Leslie Graham, LIBERO LIBERATI, Gary Hocking

Storia della MotoGP e della classe 500

C’era una volta la 500: gli anni di Sturges, Duke e Hailwood

La primissima stagione del Campionato Mondiale di Motociclismo, per tutti il MotoMondiale, risale al 1949. L’edizione inaugurale prevedeva un numero di gare ridottissimo se comparato a oggi, appena 6, e si svolgeva interamente in Europa.

Ad eccezione di Monza, unico circuito permanente, tutte le altre gare in programma si svolsero su circuito ritagliati da aree urbane. La prima gara di quella stagione fu lo storico Tourist Trophy dell’Isola di Man, in mezzo al mare d’Irlanda.

Probabilmente la più spettacolare e affascinante, nonché pericolosa, gara motociclistica del mondo. Fino all’inizio degli anni ’60, si trattò quasi interamente di un monologo britannico, con John Surtees e Geoff Duke a spartirsi la vittoria finale, intervallati dagli italiani Umberto Masetti e Libero Liberati.

A partite dal ’62, però, un nuovo grande nome si impose come dominatore delle classe regina delle due ruote: Mike Hailwood. Anch’egli inglese, classe 1940, fu uno dei più grandi piloti della storia, in grado di primeggiare sia in moto, collezionando 4 mondiali e 76 vittorie, sia in auto, con 50 GP corsi e due vittorie.

Non solo, Hailwood vinse anche 14 Tourist Trophy. Soprannominato “Mike The Bike” per la sua estrema classe e bravura nell’andare in moto, morì a 40 anni, nel 1981, per un incidente auto tra la sua Rover e un camion.

Fonte: Cristian Lovati

Giacomo Agostini, per tutti Ago, vinse 15 titoli mondiali, di cui ben 8 nella classe regina

Il regno di Giacomo Agostini e il commiato di Barry Sheene

A spezzare l’egemonia di Hailwood ci pensò un pilota italiano, Giacomo Agostini. Corse per MV Agusta e Yamaha, partecipando a due mondiali contemporaneamente: quello 350 e quello 500. Ago, come lo chiamavano tutti, vinse così 15 titoli mondiali, di cui ben 8 nella classe regina.

Per 7 stagioni, dal 1966 al 1972, lasciò solo le briciole agli avversari. Il suo percorso fu interrotto nel 1973 dall’inglese Phil Read, anch’egli su MV, capace di vincere due mondiali consecutivi. Nel ’75, però anche lui dovette abdicare, nuovamente in favore di Agostini.

Il canto del cigno dell’Inghilterra, che da quel momento non avrà più un proprio pilota vincitore del titolo iridato, coincise col biennio ’76-’77, in cui Barry Sheene sbaragliò la concorrenza con la propria Suzuki.

Fu soprannominato “Iron Man” per la resistenza fisica ai numerosi infortuni: memorabile quello occorsogli nel ’75 a Daytona, quando cadde a 280 km/h per lo scoppio della ruota posteriore, procurandosi svariate fratture; oppure nel 1980 quando, per una caduta nel circuito francese Paul Ricard, dovette subire l’amputazione di un mignolo maciullato; o ancora nel 1982 quando, durante le prove del Gp di Silverstone, finì con la moto contro quella del collega Patrick Igoa, caduto poco prima, fracassandosi entrambe le gambe e dovendo subire l’impianto di 27 viti per rimetterle in sesto. Morì a 52 anni per un tumore all’esofago.

Gli americani “cannibali”: Kenny Roberts, Eddie Lawson, Wayne Rainey

Dalla fine degli anni ’70 all’inizio dei ’90, per oltre un decennio, la Classe 500 fu terreno di conquista di un manipolo di giovani e talentuosissimi piloti provenienti dagli Stati Uniti. Questa decade di egemonia fu intervallata da un biennio magico in cui, per la prima volta da Giacomo Agostini, un altro italiano si erse sul gradino più alto del MotoMondiale.

Si parla, ovviamente, delle stagioni 1981 e 1982, quando vinsero in sella alla Suzuki. Memorabile la frase detta da Uncini quando i massimi dirigenti Suzuki lo tacciarono di essere troppo esile per una moto ufficiale (aveva corso sino a quel momento con una moto “clienti” e con un team privato):

La moto va guidata, non spezzata in due

Tornando agli americani, il primo a vincere un mondiale nella categoria fu Kenny Roberts, in sella a una Yamaha. King Kenny vinse tre campionati consecutivi e rivoluzionò lo stile di guida, spostandolo verso uno che spingeva il pilota a sporgersi in curva “a bandiera” fuori dalla moto, toccando col ginocchio, imbottito, a terra. Chiamato anche “il Marziano” si ritirò dalle corse nel 1983, diventando manager di una propria scuderia e facendo crescere i propri figli, Kenny Jr e Kurtis, che sarebbero diventati anche loro piloti di MotoGP. E nel primo caso anche campione del mondo.

Dopo il già citato biennio LucchinelliUncini, ci fu un quadriennio in cui Freddy Spencer ed Eddie Lawson si spartirono i mondiali, con Lawson che andò a collezionarne quattro in totale, vincendo per due anni di fila tra il 1988 e il 1989, con Gardner a prendersi il mondiale 1987.

Tra il 1990 e il 1992, a dominare nella categoria fu Wayne Rainey, pilota della Yamaha del team proprio di Kenny Roberts, con 24 gare vinte su 93 GP disputati. Sfortunatamente, nella stagione 1993, in cui era ancora in testa al mondiale, durante il GP di Misano subì un grave infortunio, riportando la frattura della colonna vertebrale e la conseguente paralisi alle gambe.

Dovette smettere con le moto, ma non con le corse, iniziando a gareggiare in California con i Go-Kart. L’ultimo americano di questa lista è Kevin Schwantz, che vinse appunto nella stagione ’93 in sella a una Suzuki.

Fonte: getty images

Mick Doohan, qui in compagnia di Marc Marquez, tra il 1994 e il 1998 in sella a una Honda dominò il motomondiale

L’era di Mick Doohan: Australia davanti a tutti

Chiunque pensi agli ultimi anni di vita della 500, prima del passaggio alla MotoGP, avrà subito chiaro in mente un nome: Mick Doohan. Originario di Brisbane, ebbe un gravissimo incidente nella stagione 1992: durante il GP di Assen, a seguito di una caduta, rischiò l’amputazione di una gamba, salvata per miracolo dai medici.

Costretto ad azionare il freno posteriore con un comando a mano, data l’impossibilità di modulare con precisione la forza nella gamba ferita, tra il 1994 e il 1998, in sella a una Honda, dominò il campionato, vincendo cinque titoli consecutivamente e collezionando la bellezza di 54 vittorie su 137 GP disputati. Subito all’inizio della stagione 1999 ha un nuovo infortunio alla gamba, che ne causa un prematuro ritiro.

Quella stagione sarà poi vinta dallo spagnolo Alex Crivillé, sempre in sella a una moto della “Casa dell’Ala“, primo iberico nella storia a riuscirci. L’inizio del nuovo millennio è dominato dal figlio di Roberts, Kenny Jr, che fa sua la stagione 2000. Il 2001, però vede l’inizio dell’epopea di quello che a quasi unanimità è considerato il pilota più forte della storia del motociclismo, vincitore del campionato 2001 e ultimo nella storia della 500: Valentino Rossi.

Fonte: Getty Images

Valentino Rossi o, più semplicemente, il Dottore della MotoGp

L’addio alla classe 500 con l’ascesa di Valentino Rossi

A partire dalla stagione 2002, il circus cambiò radicalmente, a partire dal Brand, diventato ora MotoGP, per arrivare alle moto stesse, che non furono più limitate a 500 cm cubici, arrivando anche fino a 990.

Il dominatore assoluto di quel primo periodo del “nuovo” MotoMondiale fu indiscutibilmente Valentino Rossi. In sella alla Honda, il pilota pesarese era imprendibile per qualsiasi avversario, lasciando letteralmente le briciole a ogni avversario. Il dominio era talmente incontrastato da portare Valentino a fare qualcosa per cui, all’epoca, fu ritenuto da molti un pazzo: lasciare la Honda.

E non solo. Rossi scese dalla moto più forte in assoluto per salire su una Yamaha in netta crisi e che non vinceva un mondiale dal 1992. Tra lo stupore generale, il lavoro di sviluppo della moto, portato avanti anche dallo stesso Valentino, fu tale da portare la Yamaha di nuovo sul tetto del mondo, bissando anche l’anno successivo.

Il 2006, soprattutto per molti demeriti dello stesso Valentino, decisamente poco costante e spesso soggetto a cadute in gara, permise a un altro statunitense di vincere il mondiale: Nicky Hayden. E in sella a una Honda, chiaramente. L’anno successivo fu dominato, invece e per la prima volta da tempo immemore, da una moto italiana.

L’australiano Casey Stoner, in sella a una Ducati, sbaragliò la concorrenza, portandosi a casa il titolo e ben 10 gare sulle 18 in programma. Il biennio successivo, infine, vide il grande ritorno di Valentino, dato da tanti addetti ai lavori per finito. Memorabili i duelli col compagno di Squadra Jorge Lorenzo, che strapperà il titolo mondiale proprio a Valentino l’anno successivo.

L’avvento di Marc Marquez

Dopo un 2011 stra-dominato da Casey Stoner, passato alla Honda, e un 2012 vinto nuovamente da Jorge Lorenzo, definitivamente prima guida in Yamaha dopo il passaggio di Valentino alla Ducati, tra il 2013 e il 2019 si legge un solo nome nell’albo d’oro della MotoGP: Marc Marquez.

Spagnolo, nativo di Cervera, soprannominato La Formica Atomica per la bassa statura in relazione alla formidabile potenza alla guida, forma con la Honda un un’unica entità, ammazzando letteralmente la competizione per 5 anni su 6. In una sola stagione, il 2015, Marquez non vince il titolo.

In quell’occasione, pur vincendo diverse gare, non riesce a tenere il passo di Lorenzo e Rossi, che si giocarono il mondiale fino all’ultima gara, a Valencia, in cui Rossi fu costretto a partire dall’ultima casella per una penalità causata da uno scontro proprio con Marquez nel GP precedente.

Il post Marquez: la doppietta di Bagnaia

La prima stagione in cui Marquez non domina coincide col 2020, anno strano anche per via del calendario rimaneggiato a causa del covid. Marquez in quell’anno cade male nel primo GP della stagione, rimediando una frattura all’omero del braccio destro.

Ciò lo costringe a terminare anzitempo la stagione e compromette anche quelle successive, in cui Marquez entra ed esce dall’ospedale per continue operazione tentando di risolvere il problema. L’anomala stagione 2020 va a Joan Mir, spagnolo pilota Suzuki, che si è dimostrato il più costante per tutto l’arco della stagione.

Quella seguente, invece, vede la lotta tra Fabio Quartararo, pilota francese della Yamaha, e Francesco Bagnaia, italiano e pilota Ducati. I due si danno battaglia per tutta la stagione, vincendo svariate gare a testa. Alla fine, però, a trionfare è il transalpino. Poco male, perchè “Pecco“, come lo chiamano tutti dai tempi della Moto3, si porta a casa il mondiale successivo, 2022, rimontando proprio su Quartararo più di 100 punti di distacco.

Bagnaia concede il bis nel 2023 spuntandola all’ultima gara dopo un testa a testa tutto Ducati con Jorge Martin. L’anno dopo, 2024, sono ancora loro a giocarsi il titolo ma stavolta a trionfare è lo spagnolo che ha la meglio su Pecco per soli 10 punti ancora una volta all’ultima gara.

Il calendario della MotoGP 2024

QUIZ: Quante cose sai sulla MotoGP?

FAQ

Quanti mondiali ha vinto Valentino Rossi?

7 (tra MotoGP e Classe 500) e in più i mondiali nella 50 e nella 250

Quanti mondiali ha vinto Giacomo Agostini?

Ne ha vinti 8, dei quali 7 consecutivi

Quali partite si giocano oggi di Serie A?
Oggi sono in programma le seguenti partite di Serie A: Lecce-Lazio (ore 20.45), Torino-Bologna (ore 15.00), Genoa-Napoli (ore 18.00) e Lecce-Lazio (ore 20.45)
Quali partite si giocano oggi di Serie B?
Oggi sono in programma le seguenti partite di Serie B: Bari-Sudtirol (ore 15.00), Sassuolo-Palermo (ore 15.00), Mantova-Frosinone (ore 15.00), Carrarese-Cosenza (ore 15.00), Modena-Pisa (ore 17.15), Cittadella-Reggiana (ore 17.15) e Catanzaro-Spezia (ore 17.15)
Quali partite si giocano oggi?
Oggi sono in programma le seguenti partite:
Serie A: Lecce-Lazio (ore 20.45), Torino-Bologna (ore 15.00), Genoa-Napoli (ore 18.00) e Lecce-Lazio (ore 20.45)
Serie B: Bari-Sudtirol (ore 15.00), Sassuolo-Palermo (ore 15.00), Mantova-Frosinone (ore 15.00), Carrarese-Cosenza (ore 15.00), Modena-Pisa (ore 17.15), Cittadella-Reggiana (ore 17.15) e Catanzaro-Spezia (ore 17.15)

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