La MotoGP si gode la settimana di sosta dopo un tour de force di un mese sballottolata dalla Spagna al Giappone passando per Misano ed Indonesia. Quattro gare in poco più di 30 giorni che non hanno cambiato più di tanto lo specchio della classifica. Il divario tra Bagnaia e Martin come sulle montagne russe è salito e sceso fino al -10 di Pecco da Martinator dopo Motegi. Col terzo incomodo Marc Marquez, come Bastianini oramai fuori dalla lotta. E allora chi meglio di Gigi Dall’Igna gran capo Ducati può dire la sua sul rush finale di questo Mondiale quanto mai indecifrabile.
- Bagnaia ha ritrovato solidità ma per Tardozzi le cadute sono una ferita aperta
- Martin e la pressione mentale
- I freni sono l'incubo di Marc Marquez
- Ducati: Gigi dall'Igna "non" si sbilancia sulla volata Bagnaia-Martin
Bagnaia ha ritrovato solidità ma per Tardozzi le cadute sono una ferita aperta
Una doppietta per rilanciarsi verso la corsa a quello che sarebbe il suo terzo mondiale consecutivo. Francesco Bagnaia ha ritrovato solidità e velocità a Motegi. Una doppietta tra Sprint e GP che ha fatto impallidire lo stesso Jorge Martin che a Misano 2 e in Indonesia era stato spesso e volentieri davanti a Pecco in prova e in gara di parecchio.
Eppure c’è qualcosa che non quadra in una stagione che ha visto Bagnaia vincere tanto, sia nelle Sprint fino allo scorso anno suo tallone d’Achille che in gara. Aspetto che in un’intervista ha sottolineato anche Davide Tardozzi, Team Manager della squadra Ducati: “E’ paradossale pensare che Pecco abbia vinto 8 gare mentre Jorge 3, e nonostante ciò sia 10 punti dietro in campionato. Questa è una ferita aperta, ma credo che Bagnaia lo sappia bene”.
Martin e la pressione mentale
Dieci punti di vantaggio nella classifica piloti. Questo è l’esiguo tesoretto di Jorge Martin dopo l’uno-due di Pecco Bagnaia a Motegi. Come un elastico il divario tra i due piloti. Un film già visto: Martinator aveva allungato dopo la caduta di Bagnaia ad Aragon; la stessa cosa era successa tra Misano 1 e Misano 2, quindi l’altro allungo in Indonesia rispedito al mittente dal campione del mondo con la doppietta in Giappone.
E se Bagnaia è caduto più spesso del solito quest’anno, non sono da meno gli errori di Martin. In Giappone Martinator ne ha fatto uno, nel Q2, con una caduta che lo ha condannato a partire undicesimo in entrambe le gare. Il pilota spagnolo non nasconde i suoi problemi quando si sente sotto pressione, non a caso corre per il suo primo Mondiale dopo quello sfuggito lo scorso anno sempre in volata contro Bagnaia.
“È complicato, cerco di concentrarmi molto sulle mie sensazioni in moto. Quando scendi dalla moto c’è tanto rumore, tanti pensieri, tanti mal di testa, ma nel momento in cui scendi in pista , quella pressione scompare. Quei nervi, quel disagio, che ho avuto per tutta la vita, fin da quando ero piccolo, è qualcosa di normale e ci sarà per tutta la vita“.
I freni sono l’incubo di Marc Marquez
In questa carrellata di “problemi” non poteva mancare Marc Marquez a completare questo podio ideale che ricalca quello di Motegi. Proprio dopo la gara in Giappone, lo spagnolo sceso dalla sua moto, dopo aver festeggiato il podio, si è rivolto verso Frankie Carchedi, il suo capomeccanico al team Gresini e ha sbottato: “Ancora una volta” indicando il suo tallone d’Achille sulla GP23: i freni.
“Sono un incubo, abbiamo molti problemi con loro” ha confessato a Motegi, Marquez parlando dei freni, problemi che per stessa ammissione dello spagnolo non hanno Martin e Bagnaia sulla Ducati GP24.
Ducati: Gigi dall’Igna “non” si sbilancia sulla volata Bagnaia-Martin
E Ducati che dice? La casa di Borgo Panigale è “spettatrice” protagonista e neutra al tempo stesso di questa contesa iridata. Certo Martin andrà via il prossimo anno in direzione Aprilia e potrebbe portare via la tabella numero 1 sulla carena di Noale. Ma Gigi Dall’Igna non vuole sentire parlare di favoritismi: “Per me deve vincere il migliore” ha detto il dg della Ducati alla Gazzetta dello Sport.
L’artefice dei successi della Desmosedici è chiaro sulla rivalità Bagnaia-Martin: “Credo che sia significativo che non abbiamo più portato innovazioni tecniche, evitando che uno sia trattato meglio dell’altro”. Negli ultimi giorni in tanti, da Mauro Sanchini a Max Temporali hanno paragonato il duello Pecco-Martinator in casa Ducati a quello Rossi-Lorenzo in seno alla Yamaha. Dall’Igna puntualizza: “Totalmente d’accordo. La grande differenza, però, è che la gestione dei piloti è completamente diversa. Allora c’era un muro, ora invece una condivisione totale dei dati e un lavoro di Ducati per sostenere entrambi”.