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MotoGP, Marquez "incorona" Valentino Rossi: "Lui il migliore di sempre, ma ora non voglio litigare"

Marc Marquez a ruota libera a pochi mesi dal via della nuova stagione. "Con Bagnaia ora si lavora di squadra, poi in pista saremo rivali. Rossi? Non ho voglia di fare la guerra, sono ancora in attività..."

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

I motori sono spenti, ma Marc Marquez ha sempre qualcosa da dire. Un po’ perché la lingua l’ha avuta sempre lunga, un po’ perché uno con la sua esperienza si può permettere di aprir bocca anche lontano dalle corse. Pensando anche a quello che potrà dire il 2025, annata nella quale per la prima volta avrà nuovamente tra le mani una moto potenzialmente da titolo, dal momento che Ducati ha voluto affiancarlo a Pecco Bagnaia nel Team Factory, preferendo lui al neo campione del mondo Jorge Martin, costretto a “esiliare” in Aprilia.

Con Bagnaia un ottimo inizio: “Siamo una squadra”

Intervistato da “El Chiringuito de Jugones”, Marquez ha fatto capire che durante tutto l’inverno non ha intenzione di scostarsi dal profilo basso tenuto nelle prime uscite ufficiali con la nuova divisa. “Fisicamente mi sento sufficientemente pronto per giocarmi le mie carte, ma Bagnaia rimane il pilota da battere, nonché il riferimento per chi vorrà ambire a conquistare il titolo.

Lui conosce tutti i segreti di casa Ducati, quindi è bene che io sia realista e comprenda che lui partirà da una posizione di vantaggio. Come mi ha accolto nel box? Direi bene, è stato molto accogliente e non s’è mostrato freddo. Abbiamo parlato della nuova moto, facendo squadra sin dal primo incontro. Sarà nostro compito preparare bene il mezzo nei test invernali, poi che vinca il migliore”.

Marquez ha riconosciuto a Bagnaia anche di averlo difeso a Misano dai fischi dei tifosi: “Li accetto, fanno parte del gioco, ma lui è stato un gentiluomo nell’esporsi a mia difesa. Non è un gesto da tutti”. Domani saliranno assieme a Bologna, sul palco delle celebrazioni per l’ennesima grande stagione Ducati: 5.000 posti andati presto sold out per “Campioni in Festa”.

Rossi, l’eterno rivale: “Lui il più grande, ma non voglio litigare”

Il pilota spagnolo avrà a che fare nuovamente con un rivale italiano (seppur stavolta in casa), e il pensiero non può che andare ai tempi in cui l’antagonista numero uno rispondeva al nome di Valentino Rossi.Non credo che Vale ce l’abbia con me per quello che successe nel 2015. A me sinceramente non interessa fare la guerra con lui, ma una cosa è certa: ogni volta che parliamo l’uno dell’altro, basta una parolina appena sopra le righe che si scatena il caos. Detto questo, si litiga sempre in due e io adesso non ho intenzione di litigare con nessuno, anche perché sono un pilota in attività e ho voglia di concentrarmi su ciò che accade in pista”.

A riprova anche della stima che Marquez nutre nei confronti del Rossi pilota, il fatto che l’abbia inserito al primo posto in un’ipoteca top 5 all time.Vale è stato probabilmente il migliore di tutti, anche se Agostini ha vinto più titoli”.

Il coraggio di lasciare Honda. “Un rischio che ha pagato”

I conti lo spagnolo li tiene bene a mente, e chissà cosa riserverà la stagione alle porte. Anche se un’idea su ciò che l’aspetta sembrerebbe essersela fatta. “In pista bisogna essere egoisti, perché ognuno è in competizione con gli altri piloti per metterseli alle spalle. I miei obiettivi sono quelli di sempre: il titolo, la vittoria, il podio. E la moto migliore. Ecco, tutti vorrebbero essere in Ducati adesso, per cui avrò un motivo in più per battagliare contro qualunque rivale mi ritroverò ad affrontare in pista”.

Un’occasione da cogliere al volo, peraltro dopo che lo stesso Marquez ha avuto il coraggio di rimettersi in discussione salutando la Honda, la moto di una vita. “Quella di lasciare la Honda è stata una delle scelte più difficili che avrei potuto fare in tutta la carriera. Insomma, mi immaginavo sempre e soltanto con quella divisa lì, e invece a 30 anni ho preferito cambiare per rimettermi in gioco.

Mi sono preso un gran rischio: ho lasciato un gruppo di amici affiatato, e l’ho fatto andando in un team privato, rinunciando a tanti soldi. Di più: lasciando la Honda di fatto “scaricavo” sulla moto tutta la responsabilità delle miei mancate vittorie, esponendomi al giudizio di tanti appassionati. E se col team Gresini avessi fatto male? Tutti mi avrebbero attaccato per aver abbandonato la “mia” casa. Per fortuna la pista mi ha dato ragione, altrimenti adesso non sarei nel Team Factory Ducati”. Anche se forse l’opera non è ancora conclusa.

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