Non si placano le polemiche sulle intemperanze del pubblico francese al Roland Garros. Quando giocano tennisti transalpini, a eccezione del Philippe Chatrier dove continua – almeno per ora – a respirarsi un’atmosfera accettabile, sugli altri campi è gazzarra continua. Tifo spinto, esagerato per i portacolori di casa, neanche fosse la Davis. E se Jannik Sinner aveva utilizzato parole diplomatiche dopo il match con Arthur Rinderknech, Jaume Munar ha perso le staffe. Lo spagnolo ha tuonato contro l’indisciplina dei tifosi di casa subito dopo aver perso la maratona al quinto set contro Arthur Fils, enfant du pays e beniamino del pubblico. Anche troppo, secondo lui.
- Roland Garros, pubblico maleducato? Le parole di Sinner
- Le clamorose accuse di Munar a Fils e ai tifosi francesi
- L'inno e le "cose stupide": le altre lamentele dello spagnolo
Roland Garros, pubblico maleducato? Le parole di Sinner
Sinner – ma lo ha fatto anche Djokovic dopo aver battuto il focoso Moutet – aveva definito rispettoso il pubblico del Roland Garros: “Quando giochi contro i francesi qui, come capita a noi in Italia, l’atmosfera è diversa ed è ovvio che sia così. Ho percepito il pubblico molto rispettoso, credo che il sostegno per i giocatori di casa sia comune a tutti gli Slam. Poi forse sui campi secondari ci sarà un po’ più di rumore e caos”. Il Suzanne Lenglen non è proprio un campo secondario, visto che è il secondo più capiente del torneo. Ma è qui che si è verificato il “fattaccio” tra Munar e Fils, con lo spagnolo inviperito.
Le clamorose accuse di Munar a Fils e ai tifosi francesi
Il match si è risolto al quinto set, con Fils che s’è fatto rimontare dopo aver vinto i primi due al tie-break per poi risorgere nella frazione decisiva: 7-6 7-6 2-6 0-6 6-4. Munar a fine match lo ha accusato di aver finto un infortunio per spezzare il suo ritmo e ritrovare le forze, ma soprattutto se l’è presa col pubblico. “Non ho problemi se la gente applaude e grida, sono preparato e anche in Sudamerica lo fanno. Ma reputo una totale mancanza di rispetto il fatto che non si smetta di cantare e si interrompa il gioco. Qui succede spesso. Siamo qui per fare il nostro lavoro, dobbiamo essere coinvolti, non può essere un circo”.
L’inno e le “cose stupide”: le altre lamentele dello spagnolo
Parole durissime, quelle dell’iberico: “Quello del Roland Garros è il pubblico più imbarazzante del circuito. Cantano l’inno fino alla fine, ritardando l’inizio di un game, non ti lasciano servire, continuano a fare cose stupide per disturbarti tra una battuta e l’altra. Se commetto un doppio fallo è colpa mia, ma sarebbe bello se la partita potesse continuare normalmente. Immaginate se ora, in sala stampa, qualcuno mi urlasse contro e mi impedisse di rispondere”. E ancora: “Credo che qui in Francia la bandiera pesi troppo e che a volte non ci siano limiti. Penso che potrebbero calmarsi un po’ e lasciare che il gioco proceda in modo normale”.