“Grazie a tutti i dipendenti della SSC Napoli. Un abbraccio speciale a Tommaso perché torni presto. Grazie ai giocatori. Grazie a tutti quei tifosi che ci hanno sostenuto sempre. Grazie alla città che ha visto nascere i miei figli”.
L’addio, per alcuni versi addirittura struggente, è di Davide Ancelotti, figlio e vice allenatore di Carlo all’indomani di una notte densa delle medesime contraddizioni respirante in queste ultime settimane.
Da Manolas ad Insigne, fino ad arrivare ad Allan e altri protagonisti della squadra partenopea, sono giunti attraverso i social i saluti e i ringraziamenti nei confronti di Carlo Ancelotti da parte di quanti ne avrebbero avallato, seppure indirettamente, l’esonero.
Invece, quanto scritto dai giocatori partenopei è una sequenza ininterrotta di gratitudine e stima per Ancelotti e quanto costruito in questi mesi di lavoro, condiviso anche con Davide e il suo staff.
Quanto accaduto davvero, che cosa abbia decretato l’epurazione subita da parte del tecnico di Reggiolo è da comprendere.
Sono emersi ed emergeranno ancora dei retroscena, come quanto riportato nell’edizione odierna da Il Corriere dello Sport sull’incontro del 4 dicembre tra Aurelio De Laurentiis e Giuntoli, a Roma, nella sua residenza capitolina. E quale sia la ragione ultima che ha sancito l’allontanamento di Carlo Ancelotti a favore del suo allievo, Gennaro Gattuso.