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Napoli da scudetto? Spalletti spiazza tutti e elogia sua rosa di marziani

Il tecnico azzurro ringrazia tutti i giocatori per quanto fatto finora e si dice contento per la sosta per i Mondiali che era necessaria

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Nel concitato finale si è sgolato con tutti: nitide le urla di Spalletti “mettiti davanti alla palla, davanti alla palla”: sicuramente il tecnico azzurro ha vissuto con intensità emotiva quei dieci minuti finali che rischiavano di mandare al diavolo una prova da Oscar. L’undicesima vittoria di finale ha riservato il veleno nella coda, con l’Udinese che ha spaventato il Maradona sfiorando la clamorosa rimonta, ma l’happy end alla fine è arrivato. Spalletti ha ancora l’adrenalina viva addosso a fine partita quando commenta questo 3-2 che momentaneamente spedisce il suo Napoli a +11 sulle seconde nonostante l’assenza di Kvara.

Napoli, Spalletti ringrazia tutti i giocatori e lo staff

Non è stata questa però la gara più sofferta secondo Spalletti: “Sono tutte sofferte le vittorie, non era per niente scontato quello che hanno fatto i ragazzi finora e io li voglio ringraziare perché hanno fatto una prima parte di campionato stratosferica. Tutti, dai giocatori al mio staff fino ai magazzinieri. Era doveroso iniziare da qui. Per mentalità sono eccezionali, diventa facile stimolarli. Quando ho cambiato 4 giocatori sono entrati tutti benissimo e se ne avessi cambiato 11 avrebbero giocato bene tutti e 11. Il mio lavoro è agevolato se accettano tutti di essere il titolare dei 30′ anzichè il titolare dei 60′. Tutti hanno messo davanti la disponibilità per i compagni”.

Napoli, per Spalletti Kim è un marziano

Sorprende che ad “aiutare” l’Udinese sia stato un errore di Kim: “Se oggi fa notizia un mezzo inciampo di Kim fa notizia figuriamoci che marziano è stato finora. Prima o poi doveva sbagliarne una anche lui, le aveva prese tutte, dalla prima all’ultima. Ma tutti sono stati marziani. Il tecnico azzurro non indica la rivale che teme di più: “Le concorrenti sono sei, bastano due partite, due minuti e ti ritrovi in difficoltà. La partita di oggi ci servirà per imparare ad allontanare i rischi corsi stasera con un atteggiamento ancor più convinto e professionale”. Dopo aver spiegato il cambio di Olivera (“scelta tecnica, mi serviva più qualità”), il tecnico azzurro torna sul “sorriso del gioco” chiesto alla vigilia e che si è visto per 80′: “I 15′ finali aiutano a capire che percorso importante hanno fatto finora, sono stati loro a far sembrare facili le vittorie precedenti, è quello che hanno fatto prima sempre che viene messo più in evidenza oggi. Comunque sono stati bravissimi anche nell’ultimo quarto d’ora perché poi l’Udinese è una squadra forte, con una rosa di 30 giocatori fortissimi, possono mettere dentro giocatori che ti cambiano la gara e se abbassi il ritmo diventa dura. Avessi avuto un time-out nel finale gli avrei detto di stare tranquilli e di giocare come stavano facendo nei primi 75′”.

Napoli, Spalletti non teme la sosta Mondiali

Spalletti non teme la sosta: “Questi giorni di riposo ci faranno bene, c’era bisogno di interrompere perché questo campionato è un trita-cervello e si mette anche a rischio la salute dei giocatori, impossibile reggere a questi livelli. Non sappiamo come ritroveremo tutti i giocatori che vanno ai Mondiali. Come si può migliorare ancora? C’è sempre da imparare, andremo in ritiro in Turchia a fare le cose seriamente come si è sempre fatto. Faremo un allenamento qui il mercoledì e giovedì partiremo ma i giorni precisi non sono stati stabiliti”.

Spalletti si schermisce sui complimenti: “Conta la squadra, la disponibilità dei calciatori, la società ci ha messo a disposizione una buona squadra e la gestione diventa facile se sono bravi ragazzi e professionisti. Scudetto? Potete dire quello che vi pare, ci sono ancora 69 punti in ballo. Sono una marea. Avere o non avere possibilità di, non conta niente. Conta solo qui ed ora. Qui e ora va fatto risultato e questo fa la differenza e i nostri l’hanno imparato bene.

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