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Napoli, De Laurentiis sempre più sotto accusa: anche a Bari hanno finito la pazienza

Il club pugliese è nel caos con una tifoseria che ha scaricato proprietà e dirigenti. Contro il Palermo è già un punto di non ritorno per il Bari chiamato a una vittoria

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Non è un momento semplice, per quanto riguarda il calcio, per la famiglia De Laurentiis. Se il Napoli, che ha ancora lo scudetto sul petto, sta cercando con affanno di uscire dalla crisi, ancor più grave è la situazione del Bari. Partiti con in testa il chiaro obiettivo della promozione in Serie A, i biancorossi sono al dodicesimo posto in classifica ed hanno vinto solo una delle ultime sei gare. Da lì la contestazione della tifoseria, divenuta anche aggressiva nei confronti della proprietà. Il match col Palermo di venerdì prossimo diventa ora assai delicato.

Il peccato originale: la multiproprietà

Ricordate la storia della proverbiale goccia che fa traboccare il vaso? A Bari c’è già stata nel corso della partita persa in casa dai Galletti contro la Reggiana. In quell’occasione il malcontento, già strabordante, della tifoseria pugliese è straripato con la contestazione a tutto ciò che è collegabile alla squadra. Proprietà in primis. Il peccato originale è sempre lo stesso, procrastinato nel tempo ma mai risolto. Il riferimento è alla multiproprietà e alla necessità dei De Laurentiis di lasciare il club entro un tempo prestabilito (individuato nella famiglia nel 2028).

La passione di Bari e una proprietà in scadenza

Vivere con una scadenza già prestabilita è una condizione inaccettabile per il pubblico di Bari. Se poi parallelamente non arrivano neppure i risultati, a calmare la piazza, ecco che la frittata è bella che fatta. C’è voglia di tornare a respirare grande calcio nel capoluogo pugliese, ma anche la sensazione che questa proprietà, complice il discorso Napoli, non abbia la stessa ambizione ma anzi voglia mantenere lo status quo. Fondamentalmente il nocciolo della questione è tutto là, problemi già vissuti dalla Salernitana di Claudio Lotito.

Nel mirino anche l’ex idolo Polito

L’esempio lampante della rabbia dei tifosi è nell’atteggiamento avuto nei confronti del direttore sportivo Ciro Polito. Quest’ultimo fino a poco tempo fa era un vero e proprio idolo per la piazza ma oggi è stato letteralmente scaricato oltre che finito nel ciclone della contestazione. Gli errori che vengono attribuiti al dirigente sono molteplici: dall’addio a Mignani, artefice della promozione, alla scelta di Marino passando per una comunicazione nel complesso poco ambiziosa. Palermo è già un bivio, tornare indietro diventa sempre più difficile.

Napoli, la rabbia cresce dopo il mercato

Da Napoli a Bari la strada sembra essersi fatta anche più breve e viaggia quasi esclusivamente sui binari della contestazione. Le cose non vanno bene per la squadra pugliese nelle mani di Luigi De Laurentiis e vanno altrettanto male in casa del papà Aurelio. Il mercato di gennaio, almeno nelle idee dei tifosi azzurri, doveva servire per provare a dare una sterzata a una stagione fin qui da dimenticare ma al momento le scelte fatte sembrano non soddisfare i tifosi.

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