C’erano due Napoli ieri a festeggiare l’ultimo atto di una stagione di gioia eterna. Per il terzo scudetto la città è vestita d’azzurro da due mesi ed ha iniziato i suoi fuochi d’artificio dal pari di Udine che ha dato la matematica certezza tricolore con largo anticipo ma ieri c’era la festa finale, per l’ultima di un campionato difficilmente ripetibile. La prima Napoli era al Maradona, dove dopo la vittoria sulla Sampdoria è partito lo show condotto (benino) da Stefano De Martino con cantanti, comici e il coinvolgimento della squadra, la seconda Napoli era nelle piazze e nelle strade della città a dar libero sfogo alla propria gioia fino all’alba. Ed è a questa (nonostante ci sia stato un morto per infarto) che va il vero scudetto, perché la festa allo stadio – comunque emozionante – ha avuto qualche battuta a vuoto.
Rivedi qui i gol e gli highlights di Napoli-Sampdoria
- Napoli, festa scudetto: la delusione per l'assenza del bus scoperto
- Napoli, festa scudetto con tanti ospiti
- Napoli, festa scudetto in tono minore per i comici Siani e Paolantoni
- Napoli, festa scudetto con polemica per Biagio Izzo
- Napoli, festa scudetto sotto accusa sul web
Napoli, festa scudetto: la delusione per l’assenza del bus scoperto
Le polemiche erano partite già alla vigilia per la decisione di non autorizzare il bus scoperto con i calciatori a fare il giro della città: chi non era al San Paolo si è dovuto accontentare delle immagini trasmesse sui maxischermi nelle piazze (anche in periferia) ma ha comunque dato liberamente e fantasiosamente sfogo alla propria felicità: canzoni, clacson, cori, bandiere e fuochi artificiali hanno illuminato la città mentre all’interno dello stadio di Fuorigrotta si svolgeva la “festa privata” per i soli 54mila tifosi che avevano il biglietto. Bellissimo il pre-partita, con le premiazioni a Spalletti e Osimhen, con l’emozione di Quagliarella in lacrime davanti al suo popolo, bella e vera la gara, bella la gioia pura per la coppa scudetto consegnata dal presidente di Lega Casini e il giro di campo ma poi la musica è cambiata.
Napoli, festa scudetto con tanti ospiti
Nutrito il parterre degli ospiti al Maradona, da Nino d’Angelo a Sal da Vinci, da Gigi d’Alessio a Tullio De Piscopo e James Senese, da Rosario Miraggio a Franco Ricciardi, Da Clementino a Enzo Avitabile, da Serena Autieri a Lina Sastri, da Marisa Laurito a Massimiliano Gallo, da Emma ad Arisa, fino a Siani, Biagio Izzo, Paolantoni e Peppe Iodice. Proprio questi ultimi 4 hanno lasciato un po’ (o molto) di amaro in bocca per il loro show.
Per ammiccare a una platea nazionale, con la diretta su Rai2, De Laurentiis aveva esteso il panorama anche ad artisti non napoletani, ma se Arisa se l’è cavata bene a cantare “Era de maggio” in un napoletano più che apprezzabile, non ha funzionato Emma con “Napule è”, e sì che con la presenza di due storici membri dello staff di Pino Daniele come James Senese e Tullio De Piscopo (un po’ imbalsamati ma sempre emozionanti) e tanti cantanti napoletani doc si poteva evitare una figuraccia.
Napoli, festa scudetto in tono minore per i comici Siani e Paolantoni
Se è stato toccante il girotondo dei giocatori del Napoli attorno a Nino D’Angelo che cantava il suo hit “Napoli”, diventato ufficialmente l’inno del club, hanno fatto discutere gli interventi di rapper e neomelodici ma le critiche maggiori si sono riversate sulla comicità superata dei vari Alessandro Siani (che sperava di attirare consensi con un monologo fuori contesto su Maradona ed ormai sempre più privo della capacità di far ridere) , Peppe Iodice (cui non funzionava neanche il microfono) e Paolantoni in versione sempre più kitch. Chi invece ha scatenato una vera e propria bufera è stato Biagio Izzo.
Napoli, festa scudetto con polemica per Biagio Izzo
Nel suo monologo Izzo ha urtato la suscettibilità delle donne, dicendo tra l’altro: “Un grazie alle nostre donne, alle nostre mogli. Per un tifoso il Napoli è come una amante, è il primo amore, una donna lo deve accettare, sa che per tutto il matrimonio il marito gli metterà le corna col Napoli. E’ una famiglia allargata: io, il Napoli e tu. Donne gelose come si poteva essere di una amante, hanno provato di tutto per allontanarci dalla nostra amante”.
Napoli, festa scudetto sotto accusa sul web
Fioccano le reazioni sui social: “Due cose ancor più dimenticabili nell’eterna festa: continuare a insistere sulla civiltà dei napoletani (quindi non era preventivata?) e il monologo di Biagio Izzo sulle “nostre donne” così giusto per tornare al Medio Evo” e poi: “Secondo me Spalletti sta pensando che questo anno sabbatico gli serve solo per smaltire Biagio Izzo e Paolantoni“, oppure: “Biagio Izzo si è fermato al 1980. Ma si è guardato intorno? Non ha visto che lo stadio è pieno di donne che, se serve, gli possono anche spiegare la regola del fuorigioco?”
C’è chi scrive: “Biagio Izzo di un maschilismo anni cinquanta”, o anche: “Caro Biagio Izzo, le donne non hanno bisogno di un uomo per essere tifose. Torna al medioevo, ti si addice di più” e ancora: “Biagio Izzo è tutto quello che non doveva essere presente alla festa. Maschilismo, stereotipi, battute fatte e rifatte e soprattutto provincialismo. Può non far ridere Siani, può non piacere la musica portata, ma la “performance” di Biagio Izzo è semplicemente squallida” e infine: “Non pensavo si potesse fare peggio di Siani, e poi è uscito Biagio Izzo”.