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Napoli, Garcia cancella Spalletti e cambia gioco: tutte le differenze

Il 4-3-3 di Rudi Garcia è molto diverso da quello di Spalletti: il tecnico francese preferisce velocità, verticalità e ripartenze al possesso palla

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Il Napoli campione d’Italia ha esordito in campionato andando a vincere 3-1 a Frosinone. Buona la prima di Rudi Garcia e non era affatto scontato, vista l’assenza della stella Kvaratskhelia e le condizioni non ancora al top di diversi elementi della rosa. Allo Stirpe si è vista una squadra solo sulla carta simile a quella plasmata da Luciano Spalletti nel segno del 4-3-3: scopriamo insieme quali sono le differenze più evidenti tra i due allenatori.

Il nuovo Napoli di Garcia: meno possesso palla

Un dato più degli altri mette in risalto la differenza tra il Napoli di Rudi Garcia e quello fenomenale costruito da Spalletti. A Frosinone, contro una neopromossa, gli azzurri hanno chiuso con il 51.9% di possesso palla. Ecco, il vecchio Napoli guidato dal tecnico di Certaldo era abituato a ben altre percentuali, avendo sempre il controllo della palla, anche contro avversari di primo piano.

Inoltre, il fattore Lobotka, che la scorsa stagione è risultato terzo nei top 5 campionati europei per numero di passaggi completati alle spalle di Toni Kroos e Danilo Pereira. Ieri ‘solo’ 68 tocchi per il regista slovacco, salito in cattedra nella ripresa, quando gli è stato concesso un po’ di respiro, ma lontano dai dati spallettiani.

Più verticalità: ecco il gioco di Rudi Garcia

Un manifesto del nuovo stile di gioco di Rudi Garcia è il lancio lungo di Rrahmani, 51 tocchi nel primo tempo, provati a più riprese nel tentativo di innescare Osimhen. Il nigeriano, due volte a bersaglio, e Politano hanno messo in crisi i difensori del Frosinone con la loro velocità, qualità imprescindibile per il tecnico francese ex Roma, che punta molto anche sulla spinta dei terzini.

Il Di Lorenzo visto allo Stirpe ha ricordato molto il Maicon giallorosso: devastante. Dunque, meno possesso a favore di un gioco più verticale, pronto a sfruttare le ripartenze. Fondamentali anche gli inserimenti delle mezzali per arrivare verso la porta avversaria il prima possibile e senza un giro palla ossessivo, infinito.

La difesa va registrata: a Frosinone qualche rischio di troppo

Il Napoli di Spalletti che ha vinto il campionato 2022/23 ha fatto registrare la miglior difesa dell’ultimo torneo con soli 28 gol subiti in 38 partiti. È ancora presto per giudicare l’operato di Rudi Garcia, ma col Frosinone i campani hanno sbandato un po’ troppo lì dietro.

Rispetto alla squadra scudettata, la difesa gioca più bassa e, senza l’adeguato supporto del centrocampo, rischia di andare in difficoltà quando subisce le ripartenze avversarie. Nel primo tempo il nuovo acquisto Cajuste non è riuscito nel compito, molto meglio è andata con l’ingresso in campo di Anguissa, che sarà centrale nello scacchiere tattico di Garcia.

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