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Napoli, lo sfogo di Conte: non è il top-player che manca ma centro sportivo e infrastrutture, basta bugie

Il tecnico azzurro non si lamenta del mercato ma chiarisce il ruolo che intende svolgere e l'aiuto che vuol dare al club con consigli e suggerimenti

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

L’attesa era legittima dopo la chiusura del mercato. Cosa dirà Conte? Si lamenterà del mancato arrivo dei suoi pupilli a partire da Garnacho? Ricorderà che l’Inter ha il doppio del monte ingaggi del Napoli? Ribadirà che l’anno scorso gli azzurri erano decimi? Citerà Kvara che non è stato sostituito adeguatamente? Chi si aspettava la rabbia dell’allenatore del Napoli non resta deluso ma lo sfogo di Conte non è sul top-player mancato. Basta una domanda con una citazione sua passata dei tempi della Juve per farlo sbottare.

Lo sfogo di Conte

Non fa neanche finire la domanda Conte quando sente il riferimento al ristorante da 100 euro, chiede che venga riformulata e poi sbotta: “Quello che sto pensando dopo 7 mesi di Napoli è di fare quello che ho fatto ovunque, portare un mio club a crescere, il passato è lì anche per chi non vuol vederlo. Il mio obiettivo è questo, come dicono gli All Blacks: “lascia la maglia che hai trovato, lasciala migliore di quando l’hai trovata”. Quando parlai però di ristorante da 100 euro era tutto vero, in quel momento storico non si poteva spendere quanto gli altri, perché devo portarmi dietro questa battuta, trovo antipatica questa citazione del tutto gratuita.

Io dico che abbiamo bisogno di un centro sportivo che diventi casa nostra, per far crescere un settore giovanile che al momento non c’è, non è un giocatore o un altro che ci manca ma le infrastrutture. Io più che parlare e dire cosa e come bisognerebbe fare non posso, le decisioni non spettano a me, sin dal primo giorno ho cercato di capire dove ero e trovare le giuste aperture per migliorare sotto tutti i punti di vista, continuerò imperterrito a fare così”.

Il compito che sente di dover svolgere Conte

Conte è scatenato: “Devo aiutare Manna che è giovane, sono qui per supportare De Laurentiis, per migliorare il Napoli, le altre cose sono ca…Quando dite che sono arrabbiato per il mercato è così. Inutile pensare se avevamo questo o quell’altro, non roviniamo quello che abbiamo costruito in maniera faticosa, non pensiamo che tutto sia dovuto. Non è dovuto niente, sono qui per far crescere il club e dare i miei consigli, poi il club può ascoltarmi o meno.

Io voglio che cresca il Napoli per competere con le altre squadre non voglio il giocatore da 60 o 70 milioni. Non voglio sedermi nel ristorante da 100 euro avendo 10 euro, tornando alla citazione, non l’ho mai fatto e mai lo farò

Dopo un passaggio breve ma chiaro su Okafor (“non ha una condizione fisica ottimale, ha iniziato a lavorare, domani verrà in panchina, in questo momento ha un minutaggio limitato“) Conte torna sullo stesso tasto: Ho voluto Napoli per tanti motivi perchè penso sia un’esperienza forte, stiamo lavorando tanto e si sono fatti grandi miglioramenti, ci sarebbe tutto per costruire qualcosa di importante. Dobbiamo cercare di non accontentarci, il mio mantra è quello di cercare di essere migliori ricercando sempre l’eccellenza”.

Il paragone con l’Inter

La sconfitta dell’Inter a Firenze non deve esaltare troppo, secondo Conte: “Dobbiamo guardare noi stessi, non gli altri. Non c’è pericolo di eccessivi entusiasmi, viaggiamo tutti molto rasoterra nonostante quello che ci circonda che è fuorviante. E’ un viaggio che abbiamo iniziato a luglio, non so dove ci porterà a fine anno ma fateci godere questo viaggio. Però che dobbiamo dire dell’Inter? Possono anche andare in finale di Champions, è un club storico abituato a giocare per vincere”.

Manna ha parlato di un “metodo Conte”: “Nella vita bisogna essere predisposti a imparare, io sono il primo a dover imparare. L’anno scorso, quando sono stato fermo anche per ragioni personali, ho studiato e sono cresciuto sotto tanti punti di vista. Anche qui siamo partiti con un’idea, per una questione di calciatori a disposizione, e siamo andati per degli step a cambiare

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