Victor Osimhen è solo l’ultimo giocatore del Napoli ad aver avuto problemi con il presidente Aurelio De Laurentiis. Sul quotidiano spagnolo Relevo i due ex azzurri José Maria Callejon e Fernando Llorente hanno ricordato i contrasti avuti con ADL, soprattutto nel momento del loro addio al club.
- Contrasti Napoli-Osimhen: i precedenti con Llorente e Callejon
- Napoli, Llorente e il no al ritiro imposto da De Laurentiis
- Napoli, Callejon e lo scontro con De Laurentiis per il rinnovo
- Callejon e i due mesi al Napoli senza contratto
Contrasti Napoli-Osimhen: i precedenti con Llorente e Callejon
Le tensioni tra Victor Osimhen e la dirigenza del Napoli non sono un fattore nuovo nella storia del club azzurro. Diversi giocatori, soprattutto nel momento dell’addio alla squadra partenopea, hanno avuto contrasti con il suo massimo dirigente, Aurelio De Laurentiis: tra loro anche José Maria Callejon e Fernando Llorente che al quotidiano spagnolo Relevo hanno raccontato la loro relazione problematica con il presidente del Napoli.
Napoli, Llorente e il no al ritiro imposto da De Laurentiis
Llorente ha militato nel Napoli per due stagioni, dall’estate del 2019 a quella del 2021: voluto da Carlo Ancelotti, finì ai margini nella seconda stagione in azzurro con Rino Gattuso e anche dopo la partenza del tecnico calabrese la dirigenza decise di non rinnovare il suo contratto. A Relevo, Llorente ha ricordato l’episodio dell’ammutinamento della squadra contro De Laurentiis, che portò poi all’esonero di Ancelotti. “De Laurentiis è molto presente nella squadra e scendere spesso negli spogliatoi, viene dal mondo del cinema – ha raccontato Llorente -. Ho vissuto momenti difficili lì perché ci siamo schierati contro di lui quando ha deciso che, a causa dei cattivi risultati, dovevamo andare in ritiro. Ancelotti ci difese ed è probabilmente per questo che è stato esonerato poco dopo. Ci ha multati tutti per essersi opposti a lui”. Llorente spiega che riuscì a non pagare l’ammenda imposta da ADL. “Ho accettato di andarmene con la condizione che mi togliesse quella multa”, le parole dello spagnolo.
Napoli, Callejon e lo scontro con De Laurentiis per il rinnovo
Amaro anche il capitolo riguardante José Maria Callejon, giocatore che è tutt’ora al 7° posto nella classifica dei calciatori con più presenze nel Napoli (349 in 7 anni). A Relevo Callejon ha ricordato le difficoltà nel rapporto con De Laurentiis per il rinnovo di contratto nella stagione 2019/20. “Mi offrirono il rinnovo a gennaio, poco prima che iniziasse la pandemia – ha ricordato Callejon -. Ho detto no alla prima proposta di De Laurentiis perché sentivo che forse il mio tempo lì era già finito e stavo pensando di tornare in Spagna. Inoltre non mi è piaciuta troppo la proposta perché mi aspettavo di più dal club. Dopo tutto, sono stato lì sette anni, ho giocato 350 partite, cioè una media di 50 a stagione. Non ne ho perso uno per infortunio, e solo uno a causa di una squalifica. Mi aspettavo uno sforzo del club che invece non è arrivato”.
Callejon e i due mesi al Napoli senza contratto
Con lo scoppio della pandemia di coronavirus, la sospensione e poi la ripresa in ritardo della stagione calcistica, Callejon finì per indossare per due mesi la maglia del Napoli a contratto scaduto. “Quella stagione è stata prolungata di due mesi – ha concluso Callejon – e ho giocato gratuitamente a luglio e agosto, il mio contratto è terminato il 30 giugno. Ho chiesto loro una sorta di prolungamento di due mesi e hanno letteralmente risposto che potevo tornare a casa il 30. Non avevo intenzione di lasciare i tifosi e i miei compagni bloccati, perdendo diverse partite di campionato e Champions League, tra cui contro il Barça al Camp Nou. Mi sarebbe piaciuto concludere in modo diverso”.