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Napoli, Spalletti: Sarri Masaniello ma quello scudetto perso non fu colpa mia

Il tecnico azzurro elogia il condottiero della Lazio e torna su quell'Inter-Juventus del 2018 e il titolo perso in albergo

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Prima di questa stagione la palma del Napoli più bello della gestione De Laurentiis ce l’aveva appiccicata ancora Sarri sulla schiena: il Napoli della Grande Bellezza targato Figline, che però in tre anni non vinse nulla, era l’immagine dello spettacolo. Oggi Spalletti questo primato se l’è preso e ne vuole anche un altro, battere quel record di 91, che costituisce il miglior risultato della storia in termini di punti. Toscani diversi Luciano e Maurizio e domani si preannuncia al Maradona uno scontro infuocato. Gli azzurri stanno macinando tutti lungo la loro strada, i biancocelesti vogliono rimanere aggrappati alla zona Champions. Spalletti si aspetta una partita complessa e alla vigilia parte proprio da quel Napoli di Sarri.

Napoli, per Spalletti Sarri è stato un Masaniello

Spalletti ammette: “E’ vero che ci portiamo una cultura di lavoro e un modo di stare in campo impostato da altri, vedo cose simili, ci piace andare in tuta a tutti e due, io anche quando passeggio porto le scarpette a 13, poi c’è l’idea di voler fare la partita e comandare il gioco. Sarri è stato un po’ un Masaniello a Napoli, è stato capopolo di una rivoluzione, io vedevo sempre in tv sul divano il suo Napoli. Io ho preso quello che volevo prendere, quando ho potuto sono andato a vedere le sue partite, sui campi di Castelvolturno ci sono ancora la sue linee di allenamento”.

Napoli, Spalletti torna su quell’Inter-Juve del 2018

Sarri perse uno scudetto nel 2018 anche con la sconfitta dell’Inter di Spalletti con la Juve: “Quel risultato influì sullo scudetto, è vero che stavamo vincendo, che feci delle sostituzioni che magari determinarono quel risultato – magari le rifarei dando consigli diversi – ma che io sia responsabile di quel che avete fatto voi no, io scelgo sempre me come responsabile delle cose che non vanno bene, io le do sempre a me stesso, non ad altri. Non sono io responsabile di quello scudetto perso”.

Anche i tifosi dell’Inter ora stanno apprezzando il lavoro di Spalletti: “Non vado a cercare rivincite, devo solo pensare a far bene il mio lavoro, come dice il presidente. Sono i risultati che fanno la differenza. So che ci sono circa 90mila i tifosi dell’Inter che sui social mi seguono e mi difendono, è una cosa che mi rende più responsabile. Fa piacere essere ricordato bene”.

Napoli, Spalletti rivela le differenze con Sarri

Il manifesto del Napoli era la Grande Bellezza: “Non so quale è il mio manifesto, dobbiamo avere il coraggio di andare a giocare le partite, ma dipende da che calcio ti piace e dalle persone che hai a disposizione. Io penso che sia stimolante percorrere un percorso che ci piace, un calcio con tutti davanti alla difesa non mi piace e se non mi piace non la so fare e non so farla piacere. Se fai diversamente c’è sempre uno step successivo, quando sono arrivato qui la prima cosa che mi sono prefisso era di riportare la gente allo stadio e serve uno spettacolo all’altezza. Le differenze con Sarri? Io sono meno preciso di lui, la sua quadratura tattica è precisa, quando vedo giocare la Lazio gli si riconosce questa chiusura totale, noi domani dobbiamo trovare la finestra dove entrare perché la porta ce l’hanno chiusa a doppia mandata”.

La vittoria dell’andata in rimonta con la Lazio fu un po’ uno spartiacque della stagione: “Per me la svolta furono i due pareggi precedenti, quando vedemmo una grande disponibilità al sacrificio, la costanza di lavorare a certi livelli e certi ritmi ed aspettando che desse frutti come sempre succede”.

Arriva anche una stoccata implicita a Caressa in merito al discorso sul possesso palla: “Il possesso palla dà la possibilità di decidere dove portare la partita, poi vanno alternati ritmi e dimensioni del possesso palla, il gioco verticale va alternato a seconda se gli altri vengono a prenderti”.

Napoli, Spalletti invita a non scivolare in curva

Sull’atmosfera equilibrata che si respira in città in attesa dello scudetto il tecnico azzurro dice: “Deriva dalla maturità di saper valutare le cose, fondamentale è che i tifosi non scendano in campo all’arrivo ma che ci accompagnino in questo cammino, evitando che abbassiamo le mani dal manubrio quando ci sono ancora tante curve che possono farci sbandare”.

Dopo un passaggio su Osimhen (“parla bene di me? Provate a sentire Demme o altri che giocano meno e vedete se cambia qualcosa. Per me è facile lavorare con delle persone che hanno qualità, attitudini alla disponibilità, a saper ascoltare e voglia di apprendere sempre di più. Sono loro bravi, non io. Sono calciatori forti con voglia di lavorare e questo fa la differenza”) si parla di scudetto. “Chi fa questo mestiere lo sogna sempre, ma ci sono anche altre cose che danno soddisfazione. Dal mio punto di vista non sono quelli che “vincere a tutti i costi” e poi magari fallire l’anno dopo, mi piace lavorare con la società, ho sempre collaborato con le mie società cercando di produrre un lavoro che permettesse di fare un passo per volta ed arrivare ad obiettivi comuni nella possibilità di quel club”.

Il neo della cavalcata azzurra sono i tanti rumours sul livello basso del campionato. Spalletti non ci sta: “Non lo penso, occupo tutto il tempo a costruire bene le cose che dobbiamo fare noi , poi alla fine valuteremo le differenze con gli avversari. Il +18 non lo dobbiamo considerare, dobbiamo giocarle tutte allo stesso modo, anche in 10 come è successo a Empoli, rispettando sempre l’avversario. Aprire un ciclo? Può succedere, ci sono anche ragazzi fuori bravissimi, come Elmas ad esempio, che meriterebbero di giocare. Se venisse da me e mi chiedesse cosa deve fare per giocare non saprei che rispondere. E Raspadori? E’ il futuro dell’Italia e non l’ho quasi mai fatto giocare, c’è Gaetano su cui scommetto, c’è Zerbin che dà sempre grande disponibilità”.

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