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Napoli, Tudor o Conte al posto di Garcia: chi è e come gioca “lo slavo alto” come lo chiamò Agnelli

Altre ore di valutazione per il club azzurro. La posizione del tecnico francese è ancora in bilico, con i nomi forti per la sostituzione che restano due.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

La posizione di Rudi Garcia al Napoli resta fortemente in bilico. Tanti i dubbi di Aurelio De Laurentiis sull’allenatore francese, rimasti inalterati anche dopo l’incontro di ieri nonostante una timida schiarita ci sia stata. La gestione dei big, il gioco che latita, le sostituzioni incomprensibili: sono diversi i motivi che spingerebbero a un divorzio anticipato. Non ultimo un feeling mai sbocciato con una piazza che non ha dimenticato Spalletti. Ma chi potrebbe arrivare al posto dell’ex romanista? Due i nomi, dalle forti tinte bianconere.

La scelta più ambiziosa: Antonio Conte

Antonio Conte è la scelta più ambiziosa possibile. Allenatore che ha vinto quasi ovunque, reduce però da un’esperienza non esaltante con il Tottenham. Ha personalità e carisma per raccogliere la pesante eredità di Spalletti, che ha già avuto modo di sostituire all’Inter. Se il curriculum lo mette indubbiamente in primo piano, ci sono delle incognite neppure di poco conto. La prima è economica, con gli elevati stipendi che ha sempre percepito dalla Juve in poi. Di seguito subentrano gli aspetti tattici (il 3-5-2 è il suo modulo di riferimento) e il fatto che sia parecchio esigente sul mercato.

Chi è Igor Tudor e perché AdL sta pensando a lui

Anche l’altra pista più calda porta a Torino sponda Juve. Perché l’altro nome che piace al vulcanico De Laurentiis è quello di Igor Tudor, altra vecchia gloria del club piemontese. Nel quale approdò da calciatore nel 1998, suscitando immediata la curiosità dell’Avvocato Agnelli: “Non vedo l’ora di vedere quello slavo alto“. Centrocampista, poi difensore, poi centrocampista. Duttilità a dispetto di una stazza fisica imponente dettata dai suoi 193 centimetri. Probabilmente in campo ha reso meno delle sue possibilità, anche per via degli infortuni.

Ma ciò che ha perduto sul rettangolo di gioco può riconquistarlo dalla panchina. Oggi Tudor, a 45 anni, viene considerato uno dei tecnici più promettenti sul panorama internazionale. Dopo aver girato un po’ per l’Europa ha trovato ancora una volta in Italia la sua consacrazione, specialmente al Verona, società nella quale è approdato dopo l’anno di affiancamento a Pirlo alla Juve. Da lì si è poi trasferito al Marsiglia, dove è riuscito a portare a casa un prezioso terzo posto.

Come giocano le squadre di Tudor

Metodi da sergente di ferro, idee chiare e un gioco definito: sono queste le peculiarità dell’allenatore Igor Tudor. Certo anche il croato non è proprio affine ai concetti di gioco di Luciano Spalletti. Anzitutto le sue squadre hanno giocato molto più spesso a tre che a quattro in difesa. In carriera si è poi evoluto passando dal 4-2-3-1 iniziale al 3-5-2 o 3-4-2-1 che abbiamo visto sia a Verona che a Marsiglia. Al di là del modulo, che dipende comunque dai calciatori a disposizione, per il gigante di Spalato contano i principi. Pressing alto con recupero palla già dalla trequarti avversaria, per impedire la costruzione dal basso degli avversari. Più gasperiniano come profilo.

Ma se sui principi non esistono deroghe, come detto dal punto di vista dei moduli si adatterebbe ai giocatori a disposizione che troverebbe nel Napoli. Dove già conosce Giovanni Simeone che alle dipendenze del croato ha disputato la sua miglior stagione in carriera. Anche Alexis Sanchez con Tudor è rinato. La libertà che concede ai giocatori offensivi, che traggono linfa dall’organizzazione tattica della squadra, è molto amata dai calciatori. Il resto lo fanno i modi, non sempre gentili, che utilizza. Forse c’è bisogno anche di questo per far risplendere Napoli. Piazza simile a quella di Marsiglia che ha iniziato odiandolo per poi finire col rimpiangerlo.

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