Not in my home. Non a casa mia: il messaggio che arriva dai Dallas Mavericks è forte e chiaro e raggiunge senza fronzoli i Boston Celtics, letteralmente spazzati via dalla furia agonistica dei ragazzi di Jason Kidd che evitano lo sweep riaprendo (riaprendo?) una serie che di colpo ha visto riacceso l’interesse e pure rimesso in discussione più di una certezza. Anche perché, strano ma vero, Boston è ancora saldamente avanti 3-1, ma nel computo complessivo dei punti realizzati è sotto 408-402. Questo perché gara 4 mostra tutta la qualità offensiva di Dallas, che infligge la sconfitta più pesante di sempre nelle Finals (122-84) a una versione dei Celtics semplicemente irriconoscibile.
- Ripassata epica: la peggior sconfitta Celtics alle Finals
- Lively II domina in area, Tatum, Brown e Holiday da incubo
- Davvero abbiamo una serie? A gara 5 la risposta
Ripassata epica: la peggior sconfitta Celtics alle Finals
Non avevano mai perso in trasferta in questi play-off Tatum e compagni, stavolta però si sono letteralmente inabissati. Sotto gli occhi di Dirk Nowitzki (compiaciuto) e pure di un Joel Embiid carico di veleno (“Se Boston è arrivata fin qui è solo grazie agli infortuni degli avversari che ha dovuto incontrare, me compreso”), la banda Mazzulla sprofonda dopo poco più di metà del primo quarto. Anche perché Doncic parte fortissimo in una serata in cui mette a referto 29 punti, seppur a fare notizia è lo 0/8 dall’arco (12/26 in area: basta e avanza per una sera), debitamente compensato dal 14/23 di squadra dei cosiddetti gregari (anche Irving tira male da tre: appena 1/6).
Boston invero manda a bersaglio una tripla in più, ma in area è un disastro: 29 canestri su 80 tentativi, contro i 46 su 91 dei Mavs. Che trovano linfa vitale sin dal primo quarto, allargando a dismisura la forbice e poi mantenendo saldamente il controllo della partita, tanto che il secondo tempo (tolti i primi 5’) è puro garbage time.
Lively II domina in area, Tatum, Brown e Holiday da incubo
Se Doncic illumina la via, Irving dimostra comunque di voler vendere cara la pelle. Veniva da 13 sconfitte consecutive contro Boston, la squadra che nel 2017 l’aveva accolto dai Cavs, ma dove non è mai riuscito a imporre il proprio gioco e le proprie attitudini. Doveva mandare una risposta e comunque l’ha mandata, anche se il vero fattore della serata di gloria di Dallas ha il volto di Dereck Lively II, 11 punti e 12 rimbalzi in uscita dalla panchina, con tutta l’energia che la matricola possiede.
L’assenza di Porzingis stavolta si fa notare eccome (65-39 per Dallas il computo dei rimbalzi totali), perché la difesa di Boston fa acqua da tutte le parti nella notte in cui l’attacco torna a sparare a salve: Tatum, che al netto della corsa quasi perfetta dei Celtics nei play-off s’è dovuto sobbarcare più di una critica per il suo atteggiamento poco da leader (tolta gara 3), non da mai la sensazione di poter prendere in mano le cose, fermandosi a 15 punti e uscendo dalla partita subito dopo l’intervallo, gravato di 4 falli. Brown, sin qui a mani basse l’MVP della serie, stecca paurosamente (10 punti con un solo rimbalzo catturato), così come Holiday, irriconoscibile in difesa (-38 di plus/minus: nessuno peggio di lui in tutta la storia delle NBA Finals).
Davvero abbiamo una serie? A gara 5 la risposta
La domanda sorge ora spontanea: davvero siamo davanti a una serie che di colpo ha visto girare l’inerzia? Debita è la premessa: mai nessuna squadra NBA ha ribaltato una situazione nella quale si trovava sotto 3-0. Dallas s’è concessa una chance, ma da qui a pensare di poter realmente rimettere tutto in discussione ce ne passa.
Certo, l’assenza di Porzingis ha contribuito a spostare un po’ l’assetto dalla parte dei Mavs: la panchina, tallone d’Achille in tutta la serie, stavolta ha funzionato (10 punti per Dante Exum, 15 per Tim Hardway jr.), ma era facile farlo con 30 punti di vantaggio. Boston ha mollato quando ha capito che non c’era più molto da fare, ma in gara 5 si torna al TD Garden ed è chiaramente quello lo spartiacque delle Finals.
La gara nella quale Dallas si gioca verosimilmente tutto: nel 2016 Cleveland andò in casa di Golden State sotto 3-1 e vinse quella partita (41 punti a testa per LeBron e Irving), praticamente guadagnandosi la possibilità di tornare nella Baia per gara 7 (gara 6 fu senza storia, vinta di 30 punti). Tutta la pressione sarà sulle spalle di Boston, che peggio di così non avrebbe potuto fare. Ma che restano assolutamente padroni del loro destino. Anche se questi Mavs, al netto della vittoria schiacciante ottenuta, teoricamente potrebbero ancora fare di più.