Si sapeva che il record di Jaylen Brown avrebbe vacillato a stretto giro di posta, e puntuale è arrivato un altro contratto a spazzarlo via dall’olimpo dei più remunerativi. Perché i 62 milioni all’anno che a partire dalla stagione 2025-26 i Los Angeles Lakers verseranno sul conto corrente di Anthony Davis sono superiori ai 60,5 che i Celtics hanno stabilito di dare annualmente a Brown nelle prossime cinque stagioni.
L’estensione di contratto del centro di Lakers, ampiamente prevista da un po’ tutti gli addetti ai lavori, va dunque nella direzione che l’NBA ha ormai intrapreso da qualche tempo: i soldi in arrivo dai contratti TV rendono più facile qualsiasi tipo di negoziazione, e l’ondata di dollari riversata sulle star della lega ne è una diretta conseguenza. Ci saranno sempre più contratti rivisti al rialzo, e uno come Davis (classe 1993) non poteva certo restare immune da questa corsa all’oro.
L’uomo del futuro
I Lakers, estendendo il suo contratto che scadeva nel 2025, in qualche modo gli hanno affidato una missione: diventare l’uomo franchigia dopo che LeBron James avrà deciso di appendere le scarpe al chiodo.
Ipotesi che potrebbe vedere “The Chosen One” coinvolto già tra un anno, quando potrà uscire dal suo accordo e firmare con qualunque altra squadra (si vociferava che avrebbe cercato di accasarsi nella franchigia che avrebbe scelto Bronny James al prossimo Draft, ma dopo il problema cardiaco avuto dal figlio maggiore la carriera di quest’ultimo è quantomeno in stand by), o al più tardi tra due stagioni.
Difficile che LeBron vada oltre giugno 2025, quando avrà compiuto 40 anni già da 6 mesi, e allora i tre anni di rinnovo concordati con Davis ne fanno il riferimento per il futuro dei Lakers, che evidentemente hanno voglia di scherzare col fuoco, pensando ai tanti infortuni che hanno condizionato la carriera del lungo ex Pelicans.
Il 40% delle gare da spettatore
Da quando è sbarcato in California, oltre ad aver messo al dito il primo e sin qui unico anello in carriera (nel 2020 nella famosa “bolla” di Orlando), Davis non ha fatto certo della continuità il suo marchio di fabbrica.
Gli infortuni l’hanno spesso e volentieri condizionato, al punto da non essere mai andato oltre le 62 gare stagionali (è accaduto nella stagione 2019-20: nelle tre successive, nella migliore delle ipotesi le partite giocate sono state 56 nella passata stagione).
I dubbi sulla tenuta fisica
Questo ha finito per generare un po’ di malumore attorno alle sue prestazioni, che quando è stato in grado di poter giocare al massimo del proprio rendimento non sono mai venute meno. Forse il primo vero mis match perso è stato quello contro Nikola Jokic nelle recente Western Conference Finals, dove i Lakers si sono presi un clamoroso sweep (0-4) che li ha estromessi dalla corsa al titolo.
Davis nella serie contro i futuri campioni NBA ha palesato più di una difficoltà a reggere certi ritmi, anche se le sue percentuali sia nella stagione regolare che nei play-off sono state certamente soddisfacenti e pari allo status di All Star che ricopre (22.6 punti, 14.3 rimbalzi e 3 assist a partita, più tre stoppate di media a incontro). In totale, AD ha saltato il 40% delle gare disputate in regular season dai Lakers nei quattro anni in cui ha vestito la maglia gialloviola.
Un altro violino
Il segnale arrivato però dai piani alti della franchigia è piuttosto chiaro: Davis rimane l’uomo sul quale continuare a costruire la dinastia Lakers anche dopo che LeBron avrà detto stop. Facile che possa essere raggiunto nella sua seconda parte dell’avventura losangelina da un nuovo All Star, che nelle intenzioni della dirigenza avrebbe dovuto essere Kyrie Irving (ma alla fine ha rinnovato a Dallas), dopo che l’esperimento con Russell Westbrook non ha pagato i dividendi attesi.
La cosa certa è che, investendo così tanto sulla prima scelta del Draft 2012, Los Angeles ha voluto puntare su un talento unico, che al netto dei problemi fisici accusati nel corso della carriera rimane uno dei giocatori con maggiore punti nelle mani e capacità di spostare gli equilibri. Dovrà cercare solo un modo per rimanere integro il più a lungo possibile: la vera scommessa sta tutta qui.