Eccola lì, la miglior versione di Miami. Quella che nei play-off si trasforma e costringe i Celtics a pagare subito pegno, perché la vittoria in gara 2 da parte degli Heat riequilibra immediatamente una serie che per qualcuno pareva già morta e sepolta dopo il primo atto. Qualcosa che in parte sta tentando di fare OKC, abbattutasi con una grande prestazione offensiva (ma bene anche in difesa) contro una versione dei Pelicans che senza Zion Williamson sembra risentire troppo di qualche mancanza.
- Miami ha sette vite: Herro ispirato, TD Garden ammutolito
- NOLA (senza Zion) finisce subito la benzina: OKC in carrozza
- Stanotte partono le gare 3: Lakers rischiatutto con Denver
Miami ha sette vite: Herro ispirato, TD Garden ammutolito
La copertina però è tutta per gli Heat. Che senza Jimmy Butler e Terry Rozier impone la propria legge al TD Garden (111-101), riuscendo a spuntarla grazie a una grandinata di triple (23, contro le 13 dei Celtics) contro la quale Tatum e compagni poco o nulla hanno potuto.
Chi si è sobbarcato sulle spalle il peso di guidare Miami verso una vittoria di capitale importanza è Tyler Herro: 24 punti di serata e 14 assist testimoniano la prestazione da leader conclamato della guardia che tanti dividendi ha pagato per Spoelstra. Che ringrazia anche un Caleb Martin da 21 punti (determinante la tripla col quale ha rispedito gli Heat sul +9 a tre minuti dalla fine), gli stessi realizzati da Bam Adebayo, che a tratti sotto canestro è sembrato non avere rivali.
Dalla parte opposta non sono bastati i 33 di Jalen Brown e i 28 del solito Tatum, che nei momenti chiave del match s’è un po’ perso. Boston resta la favorita nella serie, ma adesso dovrà affrettarsi a riportare il fattore campo dalla propria parte se non vorrà rischiare di ritrovarsi con l’acqua alla gola come lo scorso anno, quando venne eliminata in gara 7. Uno spettro ricorrente.
NOLA (senza Zion) finisce subito la benzina: OKC in carrozza
Tutt’altra musica sulla sponda OKC-NOLA: i Thunder hanno preso le misure ai play-off e con tutto lo starting five in doppia cifra (33 per Gilgeous-Alexander, 26 per un sempre più convincente Chet Holmgren) domano una versione dei Pelicans un po’ rabberciata. Perché senza Zion è dura di suo, ma se anche Ingram e McCollum cominciano a fare tanta (troppa) fatica in attacco, inevitabilmente il collo della bottiglia finisce per farsi troppo stretto.
Non basta nemmeno un Valanciunas che comincia la partita segnando tutti i primi 11 punti dei Pels, salvo poi perdersi e soprattutto perdere anche la battaglia sotto canestro (appena 7 rimbalzi: OKC vince anche la sfida dei palloni catturati per 37-35, e questa è decisamente la peggiore delle notizie per NOLA). Il 124-92 finale è fin troppo ingeneroso, ma rende l’idea della differenza attuale di valori che ci sono in campo.
Stanotte partono le gare 3: Lakers rischiatutto con Denver
Stanotte si torna in campo per le prime gare 3 delle serie. I Cavs a Orlando (alle 1 italiane) puntano a ipotecare il passaggio del turno (nelle 15 volte in cui sono stati avanti 2-0 hanno sempre passato il turno: Banchero può prendere appunti…), così come i Knicks che vanno a far visita a una Phila ormai con le spalle al muro.
Il clou, come logica vuole, va in scena alle 4 italiane alla Crypto.com Arena, dove Denver con una vittoria metterebbe i Lakers sull’orlo del precipizio, confinandoli sullo 0-3 proprio come accaduto lo scorso anno nella finale di conference. Una prospettiva alla quale LeBron e compagni nemmeno vogliono pensare: serve una vittoria per provare a detronizzare Jokic, ma dopo quanto successo in gara 2 (persa nonostante un vantaggio di 19 punti a metà del terzo quarto) ci vorrà più di un’impresa.