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Nel Milan di RedBird pesa ancora il fondo Elliott: chi è il nuovo manager Stefano Cocirio. Blitz di Cardinale

Nuovo CFo per il Milan di provenienza Elliott: ancora notevole l'apporto e il ruolo della famiglia Singer nell'intreccio della proprietà. Dietro al rientro negli States di Cardinale, i nuovi business, in attesa dello stadio

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Nel tardo pomeriggio di lunedì 20 febbraio 2023, sul sito ufficiale del Milan compare un comunicato per ufficializzare l’investitura di Stefano Cocirio a Chief Financial Officer (CFO) alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Giorgio Furlani con delle funzioni finanziarie e amministrative di vertice nelle aree di finance, amministrazione appunto, tesoreria, acquisti e controllo di gestione. L’obiettivo, si legge nella nota, è quello di rafforzare la struttura nella crescita e nello sviluppo. Una formula comune, in simili circostanze. Ma Cocirio, curriculum solido anche per la sua età (39 anni) ha nel suo recente passato soprattutto un ruolo interessante, legato a Elliott Advisors.

Milan, le mosse del fondo Elliott

Procediamo con ordine. Il fondo Elliott, oltre a quanto sottoposto a indagine da parte della procura di Milano, è al centro delle cronache odierne per via dell’interessamento nei confronti del Manchester United, un’operazione che potrebbe rivelarsi intrigante dopo quanto riuscito per Lille e Milan: la famiglia Singer figura infatti tra i soggetti interessati all’acquisto del club britannico, per la precisione come finanziatore dei potenziali acquirenti del club inglese.

L’autorevole quotidiano britannico The Times si sta concentrando su questo fondo e su come procederà al suo ingresso nella società, attraverso la modalità simile in tutto e per tutto a quelle con cui garantì nel 2017 un prestito a Yonghong Li, l’imprenditore cinese che diventò proprietario del Milan, rilevandolo da Fininvest nella discussa compravendita, per poi perdere il club rossonero l’anno successivo per insolvenza a favore di Elliott stesso.

L’ingresso di RedBird e l’intervento dei soci di minoranza

Lo stesso fondo, che l’estate scorsa lo ha ceduto il 31 agosto scorso a RedBird Capital di Gerry Cardinale, attraverso la formula del vendor loan: ovvero il finanziamento che il venditore di una partecipazione (azioni, quote) concede a favore dello stesso acquirente, normalmente re-investendo parte del prezzo ottenuto (secondo Repubblica superiore ai 550 milioni di euro). Un passaggio che, come ricorderete, ha destato qualche malumore tra i soci minori e aperto de facto le indagini su questo passaggio recente.

Il ruolo al vertice delle aree finance, amministrazione, tesoreria, acquisti e controllo di gestione – si legge nel comunicato – spetta adesso a Stefano Cocirio, membro del Consiglio d’amministrazione dal 2018 in quota Elliott. Il nuovo CFO (Chief Financial Officer) con un cv che parla già a favore del fondo di Paul Singer.

Chi è Stefano Cocirio

Stefano Cocirio ha 39 anni, doppia nazionalità italo-britannica, un percorso professionale similare a quello di Furlani ex Portfolio manager di Elliott. Il nuovo CFO è a sua volta un manager internazionale, con laurea in economia e finanza presso la Escp Business School e un master in Business administration presso Harvard Business School, e ha lavorato nel settore dell’investimento e del private equity con Credit Suisse e Apax Partners, ma soprattutto “dal 2015 è entrato in Elliott Advisors contribuendo al risanamento e al rilancio del Milan, in qualità di Associate Portfolio Manager, per poi lasciare il fondo americano a fine 2022”.

Insomma due uomini di fiducia del fondo Elliott che godono, anche, della approvazione del nuovo proprietario formale, il fondo RedBird capitanato da Gerry Cardinale a sua volta personaggio cresciuto nell’ambito di questo mondo.

L’obiettivo dello stadio: business e calcio

I recenti blitz di Cardinale stesso, nonché le parole spese a livello pubblico dal presidente Paolo Scaroni sulla controversia questione stadio palesano un interesse imprenditoriale che trascende la visione che si era maturata nei primi anni 2000 delle società di calcio; qui il business è lo stadio di proprietà che verrà costruito una volta individuata la linea.

Più che dunque temi quali il rinnovo di Leao, la necessità di trovare un ruolo a Ibra e i capitali da affidare a Paolo Maldini e Frederic Massara (che starebbe valutando seriamente di abbandonare la società) ci sarebbe ben altro da considerare. E anche Repubblica insiste su questa componente: il futuro impianto è nelle priorità del nuovo proprietario.

Gli interessi del fondo RedBird lontani dal Milan

Stando a quel che riporta il quotidiano, RedBird celebra negli Usa altre due operazioni di cui è tra i consorziati: il varo di XFL, la nuova lega di football americano, e il lancio dei voli di mobilità urbana Blade, che con velivoli di nuova concezione compiranno il tragitto dall’aeroporto JFK a Manhattan in soli 7 minuti.

Per il derby sui generis con il Monza, Silvio Berlusconi e Adriano Galliani si sono mobilitati presentandosi in tribuna con inevitabile clamore, visti gli incroci, mentre per il Milan Singer e Cardinale erano assenti. Giustificati dagli impegni, ma pur sempre deleganti in questo Milan che si consola con la Panchina d’Oro per Stefano Pioli che ora ha da considerare un futuro in cui le mosse saranno dettate dalle ragioni del business.

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