Anche il mondo dello sport piange una delle vittime della strage di Bourbon Street, nel cuore di New Orleans, con l’attentato di capodanno che è costato la vita a 15 persone. Tiger Bech, 28 anni, è una di queste e la sua storia s’intreccia come quella di molti altri atleti che, pur senza sfondare, hanno trovato nello sport una ragione di vita. Bech era un kick returner alla Princeton University, votato anche nella squadra ideale della Ivy League, dove ha militato da 2017 al 2019. E pur senza fare il salto nel mondo del football professionistico, tra gli appassionati era abbastanza conosciuto.
- La conferma data dal fratello: "Hai ispirato ogni mio giorno"
- Il suo ex coach: "Aveva l'attitudine della tigre"
- Il cordoglio dei Pelicans: anche Zion torna sui social
La conferma data dal fratello: “Hai ispirato ogni mio giorno”
A dare la notizia del decesso è stato il fratello Jack, che con un post su X ha confermato i timori delle prime ore. Bech si trovava in vacanza a New Orleans e ha avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, colpito dal pick up guidato dall’ex militare USA Shamsud-Din Jabbar, che ha investito la folla per poi iniziare a sparare prima di essere ucciso dalla polizia (l’attentatore aveva problemi finanziari legati a un divorzio e affermava di essersi unito all’Isis).
Anche il fratello Jack è un discreto giocatore di college football, ricevitore alla Texas Christian University. Tiger, una volta chiusa la sua carriera sportiva, si era specializzato in altri ambiti lavoratori, decidendo di diventare uno stockbrocker a New York con la compagnia Seaport Global. In questi giorni si trovava in Louisiana per godersi un periodo di meritato riposo in occasione del capodanno, ma la vita gli ha consegnato un conto decisamente salato e una sorte avversa.
Il suo ex coach: “Aveva l’attitudine della tigre”
Tiger è stato ricordato su X non soltanto dal fratello Jack, ma anche da molti altri suoi ex compagni. E a ESPN ha parlato anche il suo ex coach Bob Surace, che ha spiegato anche di aver avuto modo di scambiare alcune parole col padre del ragazzi. “Penso che sia stato il primo giocatore a chiamarsi Tiger ad aver indossato la maglia di Princeton, e questa cosa ha finito per farlo ricordare in tutto il nostro mondo. Ecco, lui ha sempre avuto l’attitudine della tigre, e questo è il ricordo che mi voglio portare dietro per sempre”.
Bech nei tre anni disputati nel college football aveva messo a segno 53 ricezioni per complessive 825 yards corse, riuscendo anche a segnare tre touchdown. La NCAA ha voluto ricordare Tiger decidendo anche di spostare di 24 ore la partita del Sugar Bowl, storico appuntamento di inizio anno, che vedrà scendere in campo Georgia e Notre Dame nella giornata odierna.
Il cordoglio dei Pelicans: anche Zion torna sui social
La prima franchigia di New Orleans che è scesa in campo dopo l’attentato della notte di capodanno sono stati i Pelicans, che hanno perso 119-108 contro i Miami Heat ma non prima di aver condannato fermamente i fatti avvenuti a Bourboun Street.
Trey Murphy III ha temuto anche per la vita dei propri cari, dal momento che sapeva che alcuni di loro si trovavano proprio nel luogo della strage (per sua fortuna, nessuno è rimasto ferito). Quando è sceso in campo, il giocatore aveva l’animo un po’ più sollevato, come dimostrano i 34 punti segnati, anche se al termine del match ha avuto parole di forte sdegno per quanto accaduto. “Le persone sono andate a divertirsi per l’ultimo dell’anno e ora ci sono tante famiglie che devono fare i conti con questa tragedia. Cose del genere non dovrebbero mai accadere. Non bisognerebbe preoccuparsi di andare a Bourbon Street temendo di poter perdere qualcuno che ami”.
Willie Green, il coach di NOLA, ha parlato di “atto di violenza insensato”, sottolineando poi il fatto che “ormai viviamo in un mondo dove non si è mai al sicuro. È devastante, non ci si può preoccupare di cose come queste. È un dolore immane e non voglio pensare a con quale peso dovranno convivere le famiglie delle vittime”.
Pelicans e Saints (quest’ultima franchigia NFL) hanno la stessa proprietà: la famiglia Benson ha emesso un comunicato congiunto, condannando quanto avvenuto. Anche Zion Williamson, attualmente infortunato (e a rischio trade), è tornato dopo tanto tempo sui social, pregando per le vittime della strage.