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Nibali e Martinelli: "Evenepoel e Pogacar non vincono, ma dominano il ciclismo"

Le prime 'Classiche Monumento' del 2023 hanno esaltato Evenepoel, Pogacar e Van Der Poel, vittoriosi a braccia alzate e pronti a rivincere i Grandi giri.

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Sono due grandi esperti della materia, Vincenzo Nibali (vincitore di una Milano-Sanremo e di due Giri di Lombardia, secondo in una Liegi-Bastogne-Liegi) e Giuseppe Martinelli (guida dall’ammiraglia di Cunego, Garzelli, lo stesso Nibali, Pantani e Simoni, tra gli altri), a spiegare a ‘La Gazzetta dello Sport’ quanto sarà epocale il ciclismo di questi anni, con Evenepoel, Pogacar, Van Der Poel (e un Van Aert rimasto a bocca asciutta) a imporre la loro legge classica dopo classica, e non solo.

Nibali racconta i campioni di oggi: “Pogacar è impressionante”

“La Liegi domenica mi ha sorpreso, è una corsa che ho disputato molte volte e negli ultimi anni si arrivava ancora in parecchi ai piani dell’ultima cote; stavolta, il gruppo era ridotto a brandelli molto presto. Due come Evenepoel e Pogacar hanno alzato l’asticella, perché si sono presentati ‘pronti’ al professionismo. Ci sono 5 o 6 corridori di riferimento in questo ciclismo, trovare le contromisure nei loro confronti è difficile, se non impossibile: se sei meno forte, li anticipi? Ma spesso anticipano loro, a 90 o 100 km dal traguardo: se sprechi energie, poi non le ritrovi. Quindi tanti pensano si possa competere per il solo piazzamento, a meno che i leader trovino una giornata negativa. Il più impressionante è Pogacar: grandi giri, muri, pavé, strappi, cote, avrebbe battuto Remco in volata” ha raccontato il messinese, tre volte vincitore della ‘Corsa Rosa’.

Il ds Martinelli ammette: “Paragonare Pogacar e Merckx non è esagerato”

“Quando si muovevano più vicino all’arrivo, non sempre questi campioni facevano la differenza nella maniera che avrebbero desiderato; adesso attaccano prima, staccando tutti di forza: come quando uno scalatore puro, invece di partire a -1 dal traguardo, se ne va a 8 km e nessuno gli sta dietro. I più forti che partono a 50, 60, 70 km dalla fine sono ancora più forti. La Liegi è l’esempio, Pidcock ha capito che se voleva arrivare sul podio, era meglio stesse nel gruppetto dietro; avesse provato a stare con Remco, sarebbe stato rimbalzato, pagando dopo. Che peccato non aver visto il duello con Pogacar! Sono convinto si sarebbero attaccati fino alla fine. Sono campioni forti, e hanno coraggio: paragonare Tadej a Merckx non è certo esagerato. E se Remco vincesse il Giro, o un’altra Liegi, non sarebbe giusto esaltarlo?” ribadisce il ds bresciano, che ha condotto nove volte suoi atleti alla vittoria di Grandi giri.

E’ un ciclismo di altri tempi?

L’ultimo anno è caratterizzato dallo strapotere di Remco Evenepoel (Liegi 2022-2023, Mondiale di Wollogong 2022), Tadej Pogacar (Lombardia 2022, Fiandre 2023, Amstel Gold Race 2023, Freccia Vallone 2023) e Mathieu Van Der Poel (Milano-Sanremo 2023, Parigi-Roubaix 2023): briciole sono rimaste per Thomas Pidcock (Strade Bianche 2023) e Christophe Laporte (Gand-Wevelgem 2023, su ‘omaggio’ del capitano Wout Van Aert). Sono i protagonisti attesi a vincere, facendolo (e non accadeva per le quattro ‘Monumento’ dal 1983) nella maniera di chi sa entusiasmare pubblico e addetti ai lavori: un ciclismo d’altri tempi, con i ‘giganti’ che battagliano programmando il meno possibile e scrivendo pagine da romanzo tra Classiche e Grandi giri, perché Evenepoel vuole vincere, dopo la Vuelta, il Giro, e Pogacar ha messo nel mirino il 3o Tour della carriera.

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